35.Sono felice da quando ci sei tu

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《Giorno!》Charlie mi saluta con entusiasmo mentre salgo in macchina.
《Ciao.》dico sbrigativa continuando a leggere i miei schemi di letteratura.
《Se non mi baci avrai sfiga.》mormora ed io alzo lo sguardo dai fogli pieni di appunti.
《Ti bacio non per avere fortuna.》poso le mie labbra sulle sue.
《Pensavo fossi arrabbiata con me per l'altro ieri.》mormora ricordando la scenata di Peter e la nostra breve discussione in macchina.
《No, non me la sono presa.》
《Credi ancora che io voglia solo portarti a letto?》
《Non mi ci porterai. Lo hai promesso.》sussurro fissando le parole scritte in nero con la mia calligrafia《E poi faccio oggettivamente schifo perciò non mi pongo neanche il problema.》le lettere, le parole, i concetti sono davanti ai miei occhi ma non li vedo davvero.
《Dio, come puoi dire una cosa simile di te?!》alza di colpo la voce ed io faccio un salto sul posto《Il fighetto della scuola ti vuole! Quel biondo al Havana ti voleva nel suo letto! Cazzo Jess, come fai a non vederlo?》
《Perché non è così. Non posso vedere ciò che non c'è.》
《È chiaro come la luce del sole invece, ma tu vedi solo...vedi solo il tuo problema.》mi accusa《Non sei solo quello, sei molto più di questo. Sei più della semplice diplegica.》
《Stai calmo! Non hai motivo di scaldarti tanto.》alzo le mani come a difendermi. Ne sta facendo una tragedia quando in realtà non lo è affatto.
《Mi fa infuriare che tu ti descriva in questi termini.》
《So di essere anche più di questo, ma ai ragazzi quel di più non interessa.》mormoro《Tutti guardano alla facciata, ed io ho una brutta facciata.》
《La bellezza è relativa.》mi lancia uno sguardo rapido《Cambiando discorso...》e cambia marcia《venerdì hai da fare? Io non ho il lavoro e pensavo che magari potevamo uscire.》la sua rabbia sfuma, lasciando spazio alla calma.
《Sinceramente non lo so. Sto uscendo spesso e non vorrei che i miei si ponessero troppe domande.》gioco con l'angolo del quaderno《Mia madre potrebbe anche capire, ma mio padre è davvero protettivo nei miei confronti. Lo è così tanto che a volte è oppressivo.》
《Capisco.》mormora《Pensaci. Mi piacerebbe stare un po' con te.》
《Anche a me.》confesso notando che l'auto sta decelerando per entrare nel parcheggio della scuola.
《Se vuoi posso farti assistere ad un mio allenamento una volta. In teoria è vietato, ma penso che l'allenatore possa chiudere un occhio per una volta.》dopo aver fatto un paio di manovre di parcheggio, si volta verso di me prendendo le mie mani tra le sue.
《Non voglio metterti nei guai.》guardo i suoi occhi celesti come un cielo in primavera.
《Non mi metteresti nei guai.》mi dice《Scusa, non ti ho lasciata ripassare.》fissa il mio quaderno a righe.
《Non importa. Forse è meglio così; almeno non mi è salita ancora di più l'ansia.》chiudo il quaderno mettendolo nello zaino.
《Sai tutto, ne sono certo.》mormora《Ma, in ogni caso...buona fortuna piccola.》mi bacia a stampo sulle labbra《E se per caso il fighetto ti guarda insistentemente o ti infastidisce, tu fammelo sapere.》
《Sì signore.》alzo gli occhi al cielo.
《Non alzare gli occhi al cielo.》mormora《Quante volte te lo devo ripetere?》
《Un giorno dovrai spiegarmi perché ti dà così tanto fastidio.》
《Non c'è un vero motivo. Odio solo quando le persone alzano gli occhi al cielo davanti a me.》
《Cercherò di non alzarli più, ma non ti prometto nulla.》mormoro《Buona giornata Charlie.》gli sorrido dolcemente e vedo i suoi occhi quasi illuminarsi, ma non chiedo il perché.
《Buona giornata Jessica.》

••••

L'ansia per il compito di letteratura andato, molto probabilmente, male si dissolve quando Charlie mi abbraccia lasciando un bacio tra i miei capelli.
《Com'è andata la prova?》domanda interessato ed io gli spiego la situazione: la professoressa che arriva in ritardo, ci consegna una prova con dieci domande a risposta aperta e con l'analisi di una poesia da fare ed esige che consegnamo prima del suono della campanella.
《Ho risposto a tutto ma non in modo completo.》concludo salendo in macchina《A te com'è andata?》
《Non molto bene a dire il vero. A lezione mi sono quasi addormentato e ho perso gran parte della spiegazione.》mette in moto《E per quel poco che sono stato sveglio, ho pensato ad altro.》
《Capisco.》sussurro《E...a cosa hai pensato?》
《New York.》
《Ti manca?》
《No.》sembra innervosito.
《Ok.》mi ammutolisco.
《È quel ragazzino che mi ha ricordato di New York.》sbuffa accelerando《Com'è che si chiama?》
《Peter. Peter Rivera.》e la nostra convinzione muore.
Io vorrei chiedere a cosa ha pensato esattamente, se alla sua famiglia o alla vita che si è lasciato alle spalle o se a qualche sua vecchia fiamma. Ma non ne ho il coraggio.
《Che cosa vuoi chiedermi Jess?》il suo tono si addolcisce.
《Nulla.》mento.
《Jessica, se vogliamo che funzioni dobbiamo parlare.》
《Non voglio assillarti.》evito di guardarlo.
《E io non voglio perderti a causa di un ragazzino e di una città che voglio dimenticare.》mi prende la mano e la avvicina alle sue labbra《A New York non ho nulla di importante. La sola persona che mi faceva piacere New York era Samuel che ora è qui a Seattle.》lo guardo《Poi qui ho quello che ho sempre desiderato e forse anche qualcosa di più. New York è passato, tu e Seattle siete il presente.》
《Io non ti darò mai ciò che avevi nella Grande Mela.》
《Come devo dirtelo che tutto questo mi piace? Come diavolo posso farti capire che quello che avevo a New York non mi manca?》sospiro《Cosa devo darti perché tu capisca che ci tengo?》
《Il fatto è che Peter ha ragione. Come può uno come te volere una come me?》Charlie lascia andare la mia mano.
《E tu quando vedrai che sei molto più di questo?》taccio《Hai solo bisogno di credere in te stessa.》
《Lo so.》
《Hai solo bisogno di una mano.》
《Me la stanno già dando, ma per ora non è servita a molto.》non da questo punto di vista, almeno. La psicologa ha fatto miracoli per altre parti del mio pensiero, ma su questa proprio non ce la fa.
《Ti impartiscono lezioni di teoria ma quando chiedi la pratica si tirano indietro, vero?》
《Palese.》sorrido.
《Potrei aiutarti con la pratica se ti fidassi di me.》ci guardiamo negli occhi.
《Pensi non mi fidi?》
《Non abbastanza visto che credi che io voglia solo portarti a letto.》mi fa notare. Ha ragione, ma neanche lui si fida sufficientemente di me. Glielo faccio presente《E cosa te lo fa credere?》
《Pensi che non l'abbia notato? Marchi sempre il territorio più per dare dei messaggi a me.》
《Ma non è vero! I messaggi sono rivolti ai tuoi innumerevoli spasimanti.》
《Spasimanti.》rido《Ma se non esistono.》
《Se fossi nei miei panni li vedresti meglio, te lo assicuro. E poi non ho bisogno di mandarti alcun messaggio.》sbuffa《Non ti tengo legata a me. Ricorda: se vuoi mettere fine a tutto puoi farlo. Se vuoi un altro...vai da un altro. Solo, avvisami casomai capiti. Non vorrei avere le corna.》
《Ecco, io questo non lo capisco.》mi guardo le mani《Una volta mi dici che sono tua, l'altra mi raccomandi di dirti se qualcuno mi infastidisce, l'altra ancora che se voglio posso mettere fine a tutto.》elenco《Cosa vuoi? Che me ne vada o che resti?》lo guardo negli occhi.
《Che tu sia felice.》
《E a te non pensi Charlie?》
《Te l'ho già detto una volta Jess.》
《Ma a me non sta bene.》voglio che anche lui sia felice, che non si sacrifichi per quello che crede sia il mio bene.
《E nella vita ci saranno altre cose che non ti andranno bene, ma non sempre puoi farci qualcosa.》
《E tu magari allontanerai me e non perderai nulla, ma un giorno potresti allontanare per sempre l'amore della tua vita. Sempre se credi in queste cose.》mi tolgo la cintura di sicurezza e scendo dall'auto.
《Smettila di fare la ragazzina!》Charlie mi segue《No, non credo in queste cose. Come potrei se tutte le relazioni che vedo vanno a rotoli?》
《Compresa la nostra.》metto lo zaino il spalla.
《Non dire stronzate.》prende lo zaino e lo lascia cadere a terra.
《Hai ragione, non può andare a rotoli se non è quasi neppure partita.》sbuffo cercando di afferrare lo zaino.
《Dio, sei esasperante.》afferra entrambi i miei polsi in una morsa non troppo forte《Sto cercando di non correre e di non ferirti.》
《Charlie, te l'ho già detto: mi ferisci quando pensi troppo.》mi rilasso《Io penso sempre e troppo, ma quando sono con te...riesco a pensare un po' di meno e sto così bene!》mi lascia andare i polsi ed io lo abbraccio《Invece in mia presenza tu diventi stressato, pensi così tanto da andare in tilt e contraddirti da solo...》mi stringe a sé《Forse ti sto facendo io del male.》
《No piccola. Non è vero.》
《A me non sembra.》
《Quando sono accanto a te sono davvero confuso, ma sono anche la persona che mai avrei creduto di poter essere. Sono migliore da quando ti ho conosciuta.》mi stringe un po' di più tra le braccia《Se non ci credi chiedilo a Samuel. Ci conosciamo da quando siamo nati, sappiamo tutto l'uno dell'altro.》alzo lo sguardo e Charlie appoggia la sua fronte alla mia《Sono felice da quando ci sei tu, e non lo sono da tanto. Avevo quasi scordato cosa significasse essere felici.》
《Charlie...》i miei occhi diventano lucidi.

Voglio davvero che tra noi funzioni. Usciamo venerdì. Permettimi di farti passare una bella giornata.》mi accarezza il viso《Se non sai più che cosa inventarti con i tuoi...sono disposto a metterci la faccia.》
《D'accordo, venerdì usciamo. Dopo pranzo.》sorrido leggermente e Charlie mi bacia.
《Tutto ciò che desideri.》sorride e ora sono io a baciarlo.
《Mi piace quando sorridi.》mi allontano di un passo da lui, riprendendomi lo zaino.
《Tu sei più bella.》arrossisco.
《Ci vuole poco.》lo derido per non fargli capire quanto il suo complimento mi imbarazzi.
《Sei davvero stronza a volte!》scoppia a ridere, passandosi una mano tra i capelli corvini ed io mi accorgo di non aver mai visto nulla di più bello.

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