77.Un bacio, una birra e me ne vado

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Abbraccio mamma e papà che mi guardano pieni di orgoglio e quasi non piango. Sono finalmente laureata in legge, sono un avvocato a tutti gli effetti.
《La nostra bambina è ora una donna, e che donna!》papà mi bacia la fronte.
《Sapevo che ce l'avresti fatta Jess. Sei una guerriera, la nostra piccola guerriera.》mamma è in lacrime, ma cerca di mantenere un minimo il controllo.
Ce l'ho fatta. Ho concluso gli studi, ho dimostrato a tutti quanti che ne sono capace, mi sono appena laureata con il massimo dei voti ad Harvard.
《Avvocato Decker, che piacere vederla!》Olivia mi stringe talmente forte che mi sento mancare il respiro《Ce l'hai fatta. Ora andiamo da quei stronzi delle medie e del liceo e sbattiamo loro in faccia le nostre lauree.》sorride felice ed io scoppio a ridere《Tu legge e io ingegneria. Che cavolo!》
《Giuro che vorrei farlo!》continuo a ridere.
《Bene, siamo tutte laureate. Ora possiamo bere fino a svenire.》anche Scarlett si congratula con me e mi abbraccia. Lei si è laureata in sociologia all'università di Boston solo qualche giorno fa.
《Hey, ci sono anch'io con la mia laurea in scienze dell'informazione.》fa notare Jackson, circondandomi le spalle con un braccio《Come ci si sente avvocatessa?》
《Bene.》ammetto《E tu come esperto dell'informazione e della comunicazione?》
《Che dire, so quando cercano di fregarmi.》ridacchia《Ti meriti di essere felice.》
《Certo che stai bene Jessica. A detta di Scott, in aula li sbrani vivi gli altri avvocati.》Samuel mi bacia le guance.
《A proposito, dov'è Charlie?》mi guardo attorno《Aveva detto che sarebbe venuto. O lo hanno trattenuto in ospedale?》
《Sono qui piccola.》non ho il tempo di muovermi che davanti agli occhi ritrovo un mazzo di rose rosse e attorno a me percepisco il suo inconfondibile profumo.
《Grazie amore mio.》lo stringo forte tra le braccia, quasi a volerlo stritolare《Grazie di tutto.》
《Sono fiero di te.》sussurra tra i mie capelli.
《Jessica!》una voce mi fa staccare da Charlie.
《Fabian!》gli salto tra le braccia《Ci siamo riusciti e non siamo fuoricorso!》saltello《Lara, congratulazioni per la tua laurea. Sarei venuta alla cerimonia, ma ero impegnata con la discussione della tesi.》abbraccio anche la fidanzata del mio amico.
《Fabian me l'ha detto, non c'è problema.》la ragazza mi sorride amichevolmente. È un anno più grande di me e ha studiato per quattro anni in questa università. Sin dal primo momento in cui ci siamo presentate lei mi ha trattata da amica, senza mai dubitare della mia buonafede.
A detta sua, si capiva lontano un miglio che ero innamorata di un altro uomo che probabilmente mi stava aspettando ed aveva ragione.
《Foto di gruppo?》propongo tirando fuori il mio cellulare.
《Tu che vuoi una foto?! Dov'è la nostra Jessica?》Olivia mi guarda basita ed io alzo gli occhi al cielo.
《Ti laurei in legge una sola volta nella vita.》replico.

••••

Metto in ordine le ultime carte e spengo il computer, pronta a tornare a casa.
《Jessica.》alzo lo sguardo, trovandomi davanti il mio capo, un uomo di circa cinquant'anni, che mi fissa.
《Mi dica signor Morrison.》mi alzo dalla scrivania.
《Lavori qui già da due mesi. Come ti stai trovando nel mio studio legale?》domanda sedendosi sul divanetto dall'altro lato del mio ufficio.
《Mi sto trovando a mio agio.》ammetto, continuando a mettere in ordine《È un ambiente stimolante e nonostante la mia inesperienza i colleghi chiedono sempre anche il mio parere. È bello.》
《Inesperienza? Non in molti riescono ad ottenere quei risarcimenti da una multinazionale e da una casa di assicurazioni all'ultimo anno di università.》il mio ultimo caso da studentessa universitaria mi ha spalancato dei portoni.
Tutti gli studi legali di Seattle mi volevano ma io ho scelto la Morrison non solo perché è il migliore ma anche perché pagano decisamente di più.
《Qualcuno direbbe che ho avuto solo fortuna.》indosso la giacca e afferro le chiavi della macchina.
《Io direi che hai talento.》si alza《Spero tu non ti offenda, ma ho un caso poco impegnativo da sottoporti. Vorrei che lo gestissi come primo avvocato, con Edgard secondo avvocato. Che dici?》
《Non so se...》mormoro incerta, soprattutto perché Edgard ci prova abbastanza spudoratamente con me.
《Devi imparare a gestire i tuoi colleghi, a lavorare in squadra con loro e a farti valere. Edgard non ti darà problemi, è un ragazzo abbastanza propenso ad ascoltare e ad accogliere consigli quando questi sono buoni. Raramente si impunta senza ascoltare.》il signor Morrison mi tranquillizza, ma non è quello che mi preoccupa《Che dici? Domani mattina vi faccio avere i fascicoli del caso?》
《Se è questo che vuole, per me va bene.》recupero la mia ventiquattrore.
《Perfetto. A domani signorina Decker.》esce dal mio ufficio, seguito da me.
《Arrivederci signor Morrison.》mi dirigo verso l'ascensore ed in pochi minuti sono già in strada, diretta verso casa《Ciao piccolo.》rispondo alla chiamata, rallentando per un semaforo rosso.
《Ciao Jessy.》la sua voce riempie tutto l'abitacolo, ma è più seria del solito《Passi da me stasera?》
《Ok, avviso i miei. Ma è successo qualcosa?》domando preoccupata mentre il cielo si scurisce.
《No, ho solo bisogno di vederti.》
《Ci vediamo più tardi.》le prime gocce di pioggia cominciano a bagnare la città di Seattle.
Quando mezz'ora dopo busso alla porta di Charlie e lui mi viene ad aprire lo trovo molto preoccupato.
《Com'è andata a lavoro?》domanda dopo avermi baciata dolcemente.
《Non male. Morrison vuole che prenda un caso come primo avvocato.》con estrema delicatezza mi toglie il soprabito《Grazie.》mi siedo per levarmi le scarpe《Tu come stai? Quali pensieri hai per la testa?》
《Sto bene e non penso a niente.》mente, mente chiaramente.
《Non sei bravo a mentire. Sputa il rospo.》lo seguo in salotto.
《Samuel si è trasferito l'altro ieri.》si siede sul divano.
《Vuoi farmi credere che questo è il problema?》sollevo le gambe, sistemandole sul divano.
《Sì, ma da quando sei avvocato indaghi troppo.》mi accusa afferrandomi le gambe, distendendole sulle sue e cominciando a massaggiarmi i piedi.
《Pensavo di piacerti in versione avvocatessa.》mormoro sciogliendo i capelli dal mollettone che li tiene insieme.
《E continui a piacermi.》
《Se non ne vuoi parlare va bene.》decido di lasciar perdere. Non sono in un'aula di tribunale, non posso assillarlo troppo《Ti spiace se vado a fare una doccia?》
《No, vai pure.》mi lascia andare ed io mi alzo dal divano, ma quando sto per uscire dal salotto mi fermo e mi volto a guardarlo.
《Puoi dirmi tutto Charlie lo sai, vero?》annuisce《Ricorda che con me avrai sempre una seconda scelta, qualsiasi cosa capiti. Non devi dimostrarmi nulla.》e sparisco in camera dove recupero un cambio per poi entrare in bagno.
Perché è improvvisamente così distante? Cosa ho sbagliato per farlo allontanare da me così? Che lo abbia trascurato?
Osservo il mio riflesso allo specchio e sospiro. Sono cambiata negli ultimi anni, mi sono trasformata in quello che ho sempre voluto essere, ma non mi sono mai chiesta se agli altri la nuova Jessica Decker piacesse.
Magari a Charlie non piaccio più, magari preferiva la ragazzina sempre insicura e timida che teneva lo sguardo basso davanti a tutti.
Adesso non ho paura di guardare una persona negli occhi, non ho paura di dire ciò che penso. Forse l'avvocatessa Jessica Decker ha preso il sopravvento su Jessica.
Eppure, quando sono solo in intimo e mi guardo allo specchio, continuo a vergognarmi un po' del mio corpo.
Forse in questo periodo in cui io sono stata impegnata ad ambientarmi allo studio legale, lui ha trovato una donna che lo rende più felice.
Allora perché non mi lascia? O vuole lasciarmi e non ne ha il coraggio perché pensa che mi spezzerà cuore?
Sospiro lasciando che l'acqua calda della doccia si porti via almeno un po' dei miei dubbi.
Se sta aspettando a dirmi tutto perché ha paura della mia reazione, significa che sta soffrendo perché lontano dalla sua nuova fiamma.
Che poi, chi cavolo dovrebbe essere questa ipotetica donna? Un'infermiera? Un'anestesista? Un'altra dottoressa?
《Smettila di torturarti con delle stupide domande.》la sua voce interrompe il mio flusso di coscienza《Puoi chiedermi tutto ciò che vuoi.》
《Tutto?》continuo ad insaponare il mio corpo, dandogli le spalle.
《Sì Jessica.》
《Se non sei più felice con me perché non prendi l'altra strada?》la mia domanda resta sospesa nel silenzio del bagno fino a quando non esco dalla doccia《Allora?》mi stringo nell'asciugamano e lo guardo negli occhi.
《Sono felice con te. Perché dovrei prendere l'altra strada?》mi guarda perplesso, come se davvero non capisse.
《A me non sembra. Perché fai così?》
《Ho paura.》fa un passo verso di me, accarezzandomi la guancia《Ci penso da mesi, ma non so come dirtelo.》
Il mio cuore si stringe, diventando piccolo piccolo e tremando di paura. Forse preferirei non sapere la verità direttamente da lui, ma svegliarmi una mattina da sola senza capire il perché.
Però c'è qualcosa in me che mi spinge a urlargli in faccia di smetterla e parlare, a costo di farmi crepare dal dolore.
《Dillo e basta.》la mia voce esce quasi arrabbiata e nei suoi occhi azzurri passa una scintilla.
《Vieni a vivere qui.》lo dice talmente veloce che quasi non lo capisco《Vieni a vivere con me.》dice più lentamente ed i miei muscoli si rilassano di colpo.
《Dici davvero?》sussurro.
《Sì, dico sul serio.》annuisce, avvicinandosi di più a me《Ti va di venire a stare qui?》
《Sì.》sussurro.
《Sì?》domanda, quasi a voler essere sicuro di aver sentito bene.
《Sì Scott.》sfioro le sue guance con le dita lasciando la presa sull'asciugamano che cade sulle piastrelle fredde.
《Non sai ancora fare il nodo all'asciugamano, incredibile.》mi prende in giro.
《Ho imparato a cucinare in questi tre anni e stasera te lo dimostrerò!》ribatto.
《Sorprendimi.》mi bacia con trasporto《Prima però lascia che ti rivesta.》
《Sono abbastanza grande da cavarmela.》
《Ho qualche dubbio.》gli faccio una linguaccia in risposta e lui scoppia a ridere, contagiando anche me.
《Perché avevi paura?》la domanda mi viene spontanea quando apro il frigo.
《Il giorno del processo ti ho chiesto quali fossero i tuoi piani per il futuro e tu...beh, ecco, non hai mai parlato di noi e credevo...》sospira《credevo che il noi fosse qualcosa che momentaneamente non desideri.》
《Io credevo che tu non lo volessi e dunque non te ne ho parlato.》ammetto chiudendo il frigorifero dopo aver tirato fuori gli ingredienti per la cena《Avevo paura della tua reazione.》
《Entrambi con la stessa identica paura.》mi affianca.
《Non azzardarti ad aiutarmi. Cucino io.》prendo un mestolo e glielo punto contro.
《Ok! Ok!》indietreggia ridendo.
《Vai pure a rilassarli. Non ti voglio in cucina.》
《Prendo un bacio, una birra e me ne vado.》dice ed io mi incollo alle sue l'abbra morbide, lasciando che le sue braccia mi circondino e mi proteggano come solo loro sanno fare.

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