15.In debito con un ballo

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Ciao a tutti! Scusate se non ho aggiotaggio per ben una settimana, ma ho avuto un blocco di ispezione e non sono riuscita a scrivere praticamente nulla tutta la settimana. Ora mi sono un po' ripresa e spero che questo capitolo terribilmente sudato sia di vostro gradimento.
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《Non hai ancora risposto alla mia domanda.》mi fa notare.
《Mamma è riuscita a convincere papà a lasciarmi venire, ma ho dovuto omettere un paio di cose...》sposto lo sguardo sulla pista.
《E cosa non hai detto?》
《Principalmente non ho detto di te. Se i miei avessero sentito che avrei passato la serata con un ragazzo non mi avrebbero fatta uscire.》
《Ciò significa che questa sera dovrai divertirti così da non aver mentito per nulla ai tuoi.》si piazza davanti a me con il suo bicchiere in mano.
《A l'una devo essere dentro casa.》
《D'accordo Cenerentola, nessun problema! Ti riporto al palazzo in tempo.》mi prende in giro ed io gli faccio la linguaccia《Sbarazziamoci di questo alcol e andiamo in pista Jess.》e butta giù il drink.
《Non ho detto di voler ballare.》bevo anch'io, ma non tutto d'un fiato.
《Non fare la difficile. Sei in debito con un ballo.》mi sfida con lo sguardo ed una parte di me risponde bevendo tutto il liquido rimasto nel bicchiere.
《Saldiamo il debito.》mi alzo dallo sgabello.
《Tempismo perfetto, hanno appena messo un lento.》mi prende per mano portandomi nel mezzo della pista da ballo. Oh mio Dio no!《O ti tiri indietro?》ci guardiamo negli occhi ed io nei suoi vedo una strana luce.
《Assolutamente no.》mi avvicino a lui.
《Bene.》mi avvolge un braccio attorno alla vita, stringe una mia mano nella sua ed io metto la mano libera sulla sua spalla, cominciando cosi ad ondeggiare sulle note lente.
Non stacchiamo il nostro sguardo da quello dell'altro neppure per un istante, io perché troppo attratta da quell'oceano che ha al posto degli occhi e lui non lo so perché ma mi guarda intensamente come se volesse leggermi dentro. Ed io un po' glielo permetto forse a causa dell'alcol o forse perché ho fatto un patto con Olivia e con me stessa promettendo che mi sarei goduta ogni istante.
Ad ogni nota i nostri corpi si avvicinano ancora un po', la nostra stretta sull'altro si fa più forte ed i nostri sguardi più intrecciati.
《La canzone sta per finire.》sussurra accarezzandomi un fianco.
Ed io vorrei che non finisse più, che non sciogliesse la sua presa su di me, che non mi lasciasse andare.
《E questo ti rallegra immagino.》sussurro.
《Rallegra sicuramente te.》
《In realtà vorrei ballare ancora.》la canzone termina.
《Non metterà un lento ora.》un'altra canzone parte e Charlie ha ragione.
《Non mi importa.》abbasso lo sguardo.
《Guardami.》sussurra sollevando il mio viso con un gesto delicato《Balliamo fino a l'una se è quello che vuoi.》mi stringe a sé.
《A l'una devo essere a casa.》riprendiamo a muoverci, ma non ci struscichiamo come fanno tutti quelli che ci circondano.
《Allora fino a mezzanotte e mezza.》mi accarezza una guancia, portando una ciocca di capelli dietro al mio orecchio《E ora facciamo vedere loro come si balla!》si allontana di un passo da me, mi prende la mano, mi fa fare una piroetta ed incolla la mia schiena contro il suo petto. Quando provo ad allontanarmi Charlie mi abbraccia, mettendo le mani sui miei fianchi《Non scappare.》sussurra al mio orecchio.
《Non funzionano questi giochetti con me.》lo guardo negli occhi e lui mi sorride《Siete tutti uguali.》sospiro arresa.
《Solitamente è un gioco, ma non stasera. Non con te Jessy.》appoggia il mento sulla mia spalla《Lo so che ti sembro di nuovo un stramaledetto bravo ragazzo ma lo sai anche tu che non è vero. So che lo sai.》respira tra i miei capelli castani.
《No, non lo so.》ribatto mettendo le mie mani sulle sue. Gliele accarezzo piano, con delicatezza mentre la loro presa sui miei fianchi si fa più decisa《Se fai il gioco "mi interesso a te, ti ignoro, cerco di rimediare" sappi che non ci casco.》lo avviso.
《Nessun gioco.》mi fa voltare di scatto《Nessuno.》i nostri occhi sono gli uni negli altri, le mie braccia circondano il suo collo e le sue la mia vita, i nostri visi sono vicini, i nostri nasi si sfiorano.
E non so come e perché, ma mi sollevo leggermente sulle punte chiudendo gli occhi e sfiorando le sue labbra con le mie. Dura pochi secondi perché poi ritorno lucida e mi stacco, ma Charlie mi riattira a sé mettendomi una mano dietro la nuca e baciandomi sulle labbra con trasporto, stringendomi tra le sue braccia.
Mi accarezza una guancia, sfiorando con il pollice l'angolo della bocca mentre le sue labbra continuando a muoversi lente contro le mie.
Non capisco perché mi baci visto che ieri sera è stato l'istinto a guidarlo. Forse ora è l'alcol che gli ha dato alla testa, forse buttare giù d'un colpo un superalcolico non è l'idea migliore o semplicemente vuole baciarmi.
《Jess.》mi guarda negli occhi ma io cerco di abbassare lo sguardo《Non farlo. Guardami.》
《Io non avrei dovuto.》alzo lo sguardo ma non lo sguardo in viso comunque.
《Beh, lo avrei fatto io.》riavvicina i nostri visi ma io premo con poca forza una mano sul suo petto.
《Non prendiamoci in giro Charlie.》mi sciolgo dalla sua stretta ed esco dal locale.
Ed ecco che la paura ricompare ed io agisco come una perfetta stupida, allontanando chi mi piace solo per proteggermi.
《Jessica, vuoi spiegarmi cosa ti prende?》Charlie mi insegue ed io decido di fermarmi. È inutile cercare di scappare perché lui mi prenderebbe senza problemi《Se il problema sono io dimmelo.》
No, il problema non è lui. Come potrebbe mai esserlo? Sono io il problema, io.
《No, sono io.》rispondo mentre sento la familiare sensazione del nodo alla gola e delle lacrime in arrivo《Rimarresti deluso da quello che sono davvero e preferisco evitare un problema ad entrambi.》
《Deluso? E da cosa?》mi fa voltare verso di lui ma io tengo il viso basso ed impedisco che possa alzarmelo.
《Da me, da come sono.》sussurro《Davvero non hai visto niente?》
《Vedere cosa? Vedo solo che sei bella e che mi interessi. Niente di più.》risponde secco《Anch'io ho paura che rimarrai delusa da me, tutti sono delusi da me.》le sue mani dalle mie spalle scivolano via dal corpo.
《E allora perché non te ne vai?》alzo lo sguardo su di lui, notando che è lui ad avere lo sguardo basso ora.
《Non lo so.》sospira《Forse perché riesci a tirare fuori una parte bella di me.》mi guarda negli occhi《Forse perché la tua gentilezza nei miei confronti mi piace e mi fa sentire bene.》
《Non sono stata troppo gentile le ultime volte.》gli faccio notare.
《Cose che capitano.》sorride《Torniamo a ballare o due balli sono troppi per te?》mi schernisce.
《Non ti conviene ridere di me. Quando perdo la pazienza divento una furia.》lo ammonisco.
《Ma se sei la persona più gentile e tranquilla che abbia mai conosciuto in tutta la mia vita!》continua venendo sempre più vicino a me.
《Cosa vuoi ottenere?》domando piano e lui mi guarda interrogativo《Che vantaggio trai dal essere così con me?》
《Non tutti sono degli approfittatori come il fighetto.》
《Tu dicevi di essere stato come lui fino ad un anno fa.》
《Sì, forse lo sono ancora adesso tra le mura dell'università ma non con te.》
《Non ci guadagni nulla. Che senso ha sprecare energie?》
《E tu perché sprechi energie per allontanare le persone che ti sono vicine?》circonda i miei fianchi con le braccia.
《Perché tutti si approfittano di me ed io ne ho abbastanza.》ammetto con estrema sincerità《E tu, Charlie, perché cambi faccia a seconda di chi ti sta davanti?》
Sospira pesantemente e poi tace, prendendosi qualche secondo per riflettere.
《Perché voglio far felici tutti, ecco perché Jessy.》sulle sue labbra si dipinge un sorriso triste《Le uniche volte che ho deciso di far felice me stesso è successo un casino.》
《Ti posso capire.》ci sediamo su una panchina.
《No, non puoi. I tuoi ti adorano, probabilmente sei la figlia perfetta come sei la ragazza perfetta, porti voti alti a casa, i professori ti adorano e segui le regole sempre.》il suo sguardo è perso nel cielo buio e nel mare esteso.
《Sì i miei mi adorano, sì mi definiscono la figlia perfetta, no non sono la ragazza perfetta, porto voti medi a casa, alcuni professori mi adorano mentre altri mi vorrebbero scavare la fossa e seguo sempre le regole ma per un motivo preciso.》
《Far felici tutti.》
《Anche, ma soprattutto per non cadere.》non cadere facendosi un male cane, senza a volte la forza di tirarsi in piedi di nuovo e riprendere a camminare.
《E tu sei felice?》
《L'essere umano non sarà mai felice di ciò che ha. Io vorrei solo essere normale ma forse questa normalità che voglio non esiste.》sorrido alzando il viso al cielo《Tu sei felice?》
《Ho quello che pensavo che mi avrebbe reso felice, ma non lo sono.》risponde《E non so che prezzo dovrò pagare per le mie scelte.》
《Posso dirti una cosa? Tu però promettimi che non ti offenderai e che cercherai di non ridere.》mi volto verso di lui e lo vedo annuire《Mi madre mi dice sempre che ogni calcio in culo è un passo avanti.》una risata colma il silenzio della notte《Avevi promesso di non ridere!》gli tiro un pugnetto sulla spalla.
《Hai ragione, ma non avevo mai sentito un detto del genere.》si ricompone《Perciò pensi che tutto ciò che perderò mi farà ottenere qualcosa di più grande? Che stronzata! Jessica, davvero, è un'idiozia.》
《Forse.》mi stringo nelle braccia.
《Sicuro.》si alza dalla panchina allontanandosi verso il locale.
《Ora vai a bere perché sei incazzato, mi sembra giusto.》continuo a guardare l'orizzonte. Non mi aspetto che si fermi, è l'ultima cosa che farei io se fossi al suo posto o forse no?
《In realtà avevo in mente di andarmi a distrarre in altri modi.》
《Ok.》mi alzo dalla panchina cominciando ad allontanarmi《Ciao Charlie.》tenendo il telefono in mano mi preparo a comporre il numero del taxi per tornare a casa. Gli passo accanto, camminando con passo svelto, sentendo il suo profumo di colonia entrarmi nei polmoni ed i suoi occhi azzurri seguirmi attenti come un predatore segue la sua preda.
《Se ti lascio andare adesso mi mandi a fanculo per sempre, giusto?》domanda mentre il numero entra in composizione.
《Salve, come possiamo servirla?》domanda una voce femminile dall'altra parte del telefono.
《Vorrei un taxi per il lungomare, zona Havana.》rispondo ignorando Charlie.
《A nome?》domanda la donna del centralino ma Charlie mi toglie il telefono chiudendo la chiamata.
《Che fai?!》domando incavolata.
《Non voglio che mi mandi a quel paese.》tiene il telefono i aria, lontano dalla mia portata《Non so cosa voglio esattamente, ma sono certo al cento per cento che non voglio che noi diventiamo sconosciuti.》
《E se io volessi?》domando e lui sorride ampiamente.
《Non lo vuoi, ci scommetto la mia Audi.》
《Sei troppo sicuro di te ragazzo.》gli punto il dito contro il petto mentre mi restituisce il cellulare.
《Sarà, ma ho imparato che solo giocando si può vincere.》sorrido a queste parole《Dovresti sorridere più spesso piccola.》lo guardo negli occhi e vedo il mio sorriso riflesso in quell'oceano ora calmo.
《Anche tu.》lascio un bacio sulla sua guancia, accanto a quel sorriso mozzafiato.
《Sono le undici. Torniamo dentro o facciamo altro?》guarda l'orologio che tiene al polso.
《Andiamo a ballare.》lo prendo per mano tirandolo con poca forza.
Non devo avere paura.
Devo vivere gli eventi così come capitano.
Non devo mettermi degli ostacoli davanti.
Non devo proiettare le mie paure sugli altri.
《Musica R&B da balli sensuali. Ci divertiamo.》sussurra Charlie quando siamo in pista.
《Oh, non ballerò in quel modo.》lo avviso.
《Va benissimo.》mi stringe tra le sue braccia, appoggiando le mani alla base della mia schiena. Io circondo il suo collo con le braccia infilando le dita nei suoi capelli corvini, appoggio la guancia sulla sua spalla, chiudo gli occhi e inspiro profondamente il profumo che la pelle del suo collo emana mentre ondeggiamo sulle note sensuali.
E per la prima volta nella mia vita mi sento una ragazza normale, uguale alle altre, senza nessun problema o complesso.

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