32.Mia madre sa di te

2.6K 98 8
                                    

Apro lentamente gli occhi e mi guardo attorno: la mia stanza è ancora avvolta nel buio, tutta la casa è silenziosa e sorprendentemente la testa non mi fa male.
Charlie ha proprio avuto ragione sul fatto di idratarsi e prendere un'aspirina. Penso che anche l'acqua al limone che mi ha fatto bere abbia avuto la sua parte di merito.
Prendo il telefono per scrivergli. Ieri sera tra stanchezza e mal di testa non gli ho dato più nessun segno.

A Charlie
Buongiorno! Ti chiedo perdono per ieri. Non so cosa mi sia preso. Il mio atteggiamento è stato assolutamente stupido e senza senso. Grazie per avermi aiutata, mi sento molto meglio.

Riappoggio il cellulare sul comodino e mi alzo lentamente dal letto, scostando le tende per far entrare la luce. Ieri ho abbandonato i vestiti sulla sedia della mia scrivania e mi sono messa in pigiama senza neanche portarli nella cesta dei panni sporchi in bagno.
Decido di sistemare subito, controllando se per caso ci siano dei fazzoletti nelle tasche posteriori dei jeans prima di mandarli a lavare.
Nella tasca sinistra trovo un biglietto che apro. Sopra trovo scritto un numero di telefono ed un nome: John.
《John?》leggo confusa.
Poi mi tornano alla mente frammenti di ieri sera e mi accorgo che il ragazzo senza nome a cui Charlie ha mentito era proprio questo John.
Butto il biglietto nel cestino della carta e raccolgo i panni sporchi, andando a depositarli nella cesta in bagno.

••••

Da Charlie
Buongiorno anche a te!
Sono davvero felice che tu ti senta meglio Jessy. Concordo con te: il tuo atteggiamento è stato più che stupido. Credo però che io abbia contribuito a farti ubriacare e questo mi addolora.
Da Charlie
Martedì pomeriggio hai da fare?

Quando leggo i suoi messaggi sono già le cinque del pomeriggio passate.
Ho studiato per tutta la domenica e ora ho deciso di fare una breve pausa.

A Charlie
Non mi hai messo una bottiglia davanti, perciò non hai contribuito a farmi ubriacare. Per martedì pomeriggio non so, dovrei. Perché?

Mi risponde pochi minuti dopo.

Da Charlie
Niente di che. Avevo solo voglia di uscire con te :) Se hai da fare possiamo sempre vederci un altro giorno.
A Charlie
Penso che martedì vada più che bene :)

Non so perché ma ogni suo messaggio mi rende felice, la sua presenza mi rende felice. Forse la spiegazione è che sono innamorata di lui o la mia è una semplice cotta come lo è stato per Rivera?
E poi come l'ha preso io mio handicap? Per lui conta qualcosa?
Mi auguro di no. E anche se contasse qualcosa...spero che non me lo faccia capire. Mi pesa già abbastanza così, non ho bisogno che qualcun altro ci faccia ancora pressione.
È ovvio che sono fortunata rispetto a molti altri, che la mia condizione non è grave come in altre persone, ma mi pesa comunque perché non faccio parte né di un estremo né dell'altro. Sono in mezzo e le due estremità tirano ad intermittenza per attirarmi più vicino a loro. Ma nessuno vince la battaglia ed io resto in mezzo.
È questo che mi rende speciale assieme ad altre cose, dice sempre mia madre. Forse ha ragione, forse sono un po' speciale. Diplegica, mancina, con un'intelligenza non male e, secondo i miei e Olivia, con un cuore d'oro.
Dovrei chiedergli che ne pensa, ma non ne ho e mai ne avrò il coraggio.
Forse mi sto creando troppi problemi per una cosa da niente visto che lui mi ha chiesto di uscire, ma l'ansia mi macina. Se volesse uscire con me per dirmi che non vuole più vedermi?
《Basta.》mi riscuoto dai pensieri《Non sembrava essere così scandalizzato. Ma se ha affrontato tutto con la professionalità di un medico? Oh, così è peggio.》mormoro prendendomi la testa tra le mani.
《Jess, stai parlando da sola?》mia madre entra in camera.
《Stavo riflettendo ad alta voce mamma.》le sorrido. Spero non abbia sentito troppo del mio monologo.
《Ti ho sentita.》mi informa ed io abbasso d'istinto lo sguardo《Come si chiama?》
《Charlie.》sussurro.
《È uno studente di medicina?》
《Sì.》
《Che anno?》
《Primo.》ti prego mamma, smettila con il quarto grado.
《Posso sapere come lo hai conosciuto?》
Mi prendo qualche istante per riflettere. Le dico la verità, cioè che l'ho incontrato per strada e poi ho mentito per andare al Havana e vederlo? O le dico una bugia qualsiasi, come quella che sia venuto a fare orientamento universitario a scuola? O dico mezza verità, che l'ho incontrato per strada?
《Ci siamo scontrati per strada e dopo ci siamo incontrati ancora.》punto sulla mezza verità.
《E vi state frequentando?》
《Siamo amici.》taglio corto.
Altro che amici. Gli amici non si baciano, non si stringono tra le braccia come facciamo noi quando ci lasciamo andare a quel qualcosa che non ha ancora una definizione esatta. Siamo tutto meno che semplici amici.
《Ed esci qualche volta con lui?》mia madre sonda ancora il terreno.
《No, non molto. Abbiamo orari diversi e poi io non avrei comunque tempo per uscire. Devo studiare.》
《Se mai ti chiedesse di uscire, accetta.》mi consiglia dolcemente.
《Non so se a papà piacerebbe sapere che esco con un amico maschio.》
《A tuo padre ci penso io.》mi rassicura《Ti ha mai chiesto di uscire?》
《Lo ha fatto oggi, per martedì.》decido di confidare una verità intera.
《Allora accetta. Tu non ti sentiresti mai con un ragazzo che non ti interessa, lo so.》
《D'accordo.》mormoro《Grazie mamma.》sorrido.
《Mi raccomando. Vivi quest'anno in pieno.》esce dalla stanza lasciandomi sola.

••••

L'auto di Charlie è ferma nel parcheggio del palazzo e lui è appoggiato al cofano.
《Buongiorno.》apre le braccia non appena sono più vicina.
《È lunedì mattina, altro che buongiorno.》mi accoccolo tra le sue braccia e lentamente il mio malumore si dissolve.
Il suo cuore pulsa ritmico e sicuro, forse un po' troppo veloce ma regolare; il corpo emana calore e la sua pelle profuma di bagnoschiuma e profumo della Calvin Klein.
《Hai ragione, ma pensa che domani usciamo.》mormora giocando con i miei capelli sciolti《O questo non ti rende felice?》alzo i miei occhi sui suoi e gli sorrido.
《Certo che mi rende felice.》
《Ed io sono felice che tu sia felice.》mi bacia a stampo sulle labbra prima di sciogliere l'abbraccio《Ora possiamo andare a scuola.》mi invita a salire in macchina.
《Mia madre sa di te.》dico dopo un po' di tempo, quando siamo già in strada.
《Glielo hai detto?》
《No, ha sentito...》mentre parlavo da sola come una perfetta pazza《una mia telefonata con Olivia.》
《E cosa le hai detto su di me?》si passa una mano tra i capelli corvini.
《Come ci siamo conosciuti, che fai l'università e le ho detto che siamo amici.》sussurro l'ultima parola《Non sapevo che altro dirle.》mi giustifico.
《Mi vedi come un amico?》si sta innervosendo perché la stretta sul volante si fa più salda.
《No, assolutamente.》
《Allora come?》
《Come di più.》perché è così che lo vedo, come un qualcosa di più di una banale amicizia. Potrei azzardarmi a definirlo amore ma sarebbe come fare un salto nel buio: troppo rischioso.
Silenzio e immobilità. Nessuna parola, cenno o espressione da parte sua. È una statua di pietra che non mi dice niente, che non vuole dirmi niente.
《Charlie...》metto una mano sulla sua.
《Io non sono di più.》si risveglia di colpo《Non sono niente.》
《Invece sei più di quanto immagini.》gli confesso. Lui è diventato la ragione della mia allegria, del mio graduale cambiamento, di questa nuova versione di me. Perché non lo vede? Come faccio a farglielo capire.

Preferisci sicuramente il fighetto della scuola o quel biondino del Havana a me.》le sue parole sono dette con tristezza e rancore.
《Se avessi preferito uno di loro due non sarei in questa macchina.》dico mentre l'auto viene parcheggiata《E tu preferisci quelle fotomodelle che ti girano attorno a me.》
《No, per niente. Quando lo capirai?》
《Quando tu capirai di essere degno, probabilmente mai.》sorrido.
《Sei proprio una ragazzina Jessy.》cerca di nascondere un sorriso《Oggi pomeriggio non riesco a passare a prenderti perché ho gli allenamenti. Vuoi che mandi Samuel?》
《No, prendo il pullman. Grazie.》non voglio disturbare anche il suo amico che avrà di meglio da fare che venire a prendere da scuola l'amica del suo amico.
《D'accordo, come vuoi.》Charlie sospira《Buona giornata piccola.》le sue labbra si fondono alle mie senza che vengano coinvolte le lingue.
《Buona giornata piccolo.》sorrido afferrando lo zaino e scendendo dal suv.
Quando sono a pochi passi da Olivia e Jackson il suono del motore dell'Audi è già lontano.
《Allora, il tipetto sta facendo qualcosa?》Jackson mi fa spazio sulla panchina, tra lui e la mia migliore amica.
《Ci stiamo lavorando.》mi stringo nella giacca di jeans.
《Dovrei proprio fare una chiacchierata con questo stronzo.》Olivia si rabbuia.
《Non è uno stronzo.》lo difendo ricevendo un'occhiata da entrambi《Ok, a volte lo è ma non sempre.》
《Sto cominciando a credere che ami farti del male.》mormora Olivia.
《Perché? Non lo sapevi già?》ironizzo mentre vengo richiamata.
《Decker!》
《Ora cosa vuole anche Peter?》sbuffo《Dimmi!》gli sorrido.
《Come sta il tuo barista?》obbliga Jackson a spostarsi per sedersi accanto a me《Non ti ha ancora delusa?》
《Sono affari miei Peter. Se...se sei geloso o qualcosa del genere sono cavoli tuoi. Che poi non dovresti neanche visto che sei fidanzato.》
《Non so chi tra voi due è più stupido, se tu o Charlie.》Olivia interviene《Sicuramente tu visto che rompi le palle a questa santa senza lasciarla respirare. Il tuo tempo è passato, hai perso l'unico treno che portava a Jessica perciò fattene una ragione e sparisci.》
《Non parlavo con te Young.》risponde Rivera.
《Sai come va tra me e il barista? Benissimo! Siamo molto più che semplici amici e siamo felici. E no, non mi ha delusa.》mi alzo mentre la campanella suona《Andiamo?》guardo i miei amici che annuiscono e mi seguono.
《Sono d'accordo su tutto, tranne sul fatto che non ti abbia delusa.》Olivia mi prende per mano.
《Questo è solo un piccolo dettaglio.》le sorrido.

Walk With MeWhere stories live. Discover now