47.Dopo cinque vodke lisce

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Tra Leopardi, Baudelaire, Pascoli, D'Annunzio e Gozzano ho trovato il tempo di stendere questo nuovo capitolo. Premetto che molto probabilmente non sarà il massimo, ma momentaneamente la priorità sono i miei amici poeti e l'interrogazione di domani😂
Detto questo vi lascio leggere in santa pace😘
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Bussano alla porta della mia stanza ed io do il permesso di entrare.
《Dimmi mamma.》le sorrido mettendo in pausa il film che stavo guardando.
《C'era questa nella casetta della posta.》mi passa una busta giallastra《A quanto pare è per te.》
《Grazie.》mormoro mentre esce dalla stanza.
Mi rigiro la busta tra le mani. C'è il mio nome scritto con una calligrafia davvero bella. Vorrei scrivere io così.
La apro ed estraggo una lettera.

Cara Jessica,
Dopo cinque vodke lisce, tre whisky, quattro long island, un margarita, due birre ed un bicchiere di prosecco sono riuscito a prendere un po' di coraggio e scriverti.
L'ultima volta che abbiamo parlato è stata un secolo fa e questo perché io sono un emerito coglione.
Lo so che sei stanca, ti capisco perfettamente. Anch'io sono stanco di me stesso. E hai ragione su tutto. Tutto quanto. So di averti ferita e mi dispiace.
Ma procediamo con ordine.
Il liceale ed il biondo.
So che non provi niente per quel ragazzino, l'ho capito. Il problema, come ti ho già detto innumerevoli volte in passato, è lui. Odio il modo in cui ti guarda, come se ti volesse.
Del biondino non ne parliamo. Ti ha sbavato addosso per tutta la serata. Un morto di figa insomma. Quello sì che voleva averti nel suo letto. Ma sei troppo ingenua, piccola mia, per capire queste cose.
E tu ci hai ballato, ci hai parlato e ci hai riso assieme. I suoi occhi erano sempre sulle tue labbra carnose e sulle gambe fasciate da quel jeans scuro che ti facevano un corpo da urlo. Non lo hai notato, vero? Oh Jessy, avrei tanto voluto avvicinarmi e tirargli un bel pugno in faccia ma non l'ho fatto perché tu non avresti voluto.
Mi prudono ancora le mani al pensiero. E ti ha anche accompagnata a casa...in quel momento avrei voluto sorpassarlo, accelerare e farmi trovare davanti al palazzo ad aspettarti per vedere la sua faccia e per baciarti, chiedendoti perdono.
E potrei scriverti un poema sulle cose che avrei fatto a lui dopo essermi staccato da te, ma sarà per un'altra volta. Potrei anche dirti cosa avrei fatto a te dopo aver sistemato lui, ma non penso che tu voglia sentire tutto ciò che mi frulla per la testa.
I sentimenti e le parole che ti feriscono.
Altra storia complicata. Odio quello che provo, lo sai, ma questo perché so di non meritare sentimenti così positivi.
Il fatto che io abbia usato la parola "catastrofe" non era riferito a te ma a me. Te l'ho detto che tutto ciò che di negativo ti può venire in mente lo devi associare a me. Ma tu in me vedi del bello, sempre, anche quando non c'è.
La prima volta che ci siamo visti è stato magnifico. Sin da subito ti ho stretta tra le braccia, il tuo profumo mi ha circondato ed i tuoi occhi hanno visto per la prima volta i miei.
Jessica. Il tuo nome si è impresso nella mia mente senza alcuno sforzo, proprio come la tua voce ed il tuo sorriso.
Non ho mai aspettato di rivedere nessuna prima di te. Ho contato le ore che ci separavano. Poi sei entrata al Havana ed è iniziato tutto.
E ho fatto di tutto per farmi odiare, ma tu non ne vuoi sapere. E hai ragione, sono contraddittorio: ti voglio ma ti respingo.
Sono un coglione patentato, lo so. Ed odio ferirti, odio vederti soffrire. So anche che hai pianto e giuro che mi si spezza il cuore al pensiero di te che stai male.
Mi manca il respiro, sento il mio cuore trafitto da lame affilate e le gambe cedono sotto il mio peso. Il blu delle pareti della mia stanza mi fa annegare lentamente e se cerco conforto lo trovo solo per un secondo nelle lenzuola che qualche settimana fa profumavano di te.
Voglio camminare al tuo fianco Jessy, voglio prendermi cura di te come nessuno ha mai fatto, voglio darti tutto ciò che ho e anche quello che non ho.
Ti voglio come non ho mai voluto nessuna, anima e corpo anche se non merito niente.
Io ti devo ringraziare per avermi accolto nella tua vita e per avermi fatto amare il mondo. Mi hai stravolto l'anima ed è un bene.
Mi dispiace per aver respinto il tuo amore. Lo voglio, ma non lo merito. E so che questo dovrei farlo decidere a te, ma tu ti meriti davvero di meglio.
Il "di più" che provo nel starti accanto, nel stringerti tra le braccia, nel baciarti...il "di più" è amore e voglio essere io quel meglio che meriti, dunque resta. Resta. Ti prego, resta. Resta perché mi ami e perché ti amo.
Ti amo Jessica Decker. Ti amo. Ti amo. Ti amo come non ho mai fatto. Ti amo come non credevo di essere capace di fare.
Ci ho messo tanto per capirlo, ma ce l'ho fatta. Ho capito chi sei per me, cosa voglio che tu sia per me. Voglio che tu sia mia. Mia e di nessun altro.
Voglio essere tuo e di nessun altra. Dimenticati New York, le ragazze che mi sono scopato e pensa solo a te e a me, a noi.
Ti amo e farei di tutto per farmi perdonare. Qualsiasi cosa per rimediare alle cazzate che ho detto.
Ti supplico, scrivimi o chiamami. Giuro che ti rispondo.
Ti amo e ti chiedo ancora perdono.
Con amore,
Tuo Charlie♡

Riesco a malapena ad arrivare a fine lettera a causa delle lacrime che scorrono indisturbate sul mio volto.
Ha scritto che mi ama.
Guardo il telefono appoggiato vicino a me sul letto. Dovrei scrivergli, chiamarlo. E se ci avesse ripensato? Se tutto questo fosse frutto di troppo alcol?
Gli mando la foto della busta, domandandogli se dovrei leggerla o se la Jessica sulla busta è un'altra.

Da Charlie
È per te, non per qualche altra ragazza. E sì, leggila per favore e poi scrivimi.

Dunque tutto questo non è frutto dell'ebrezza. Lo chiamo.
《Piccola.》risponde immediatamente《L'hai letta fino in fondo?》
《Sì.》
《Ti amo Jessica.》accarezzo quelle parole scritte sulla carta con la punta delle dita mentre gli occhi diventano di nuovo lucidi《Piccola, mi senti?》
《Sì.》
《Ti amo Jessy.》
《Davvero?》
《Davvero.》
《Allora perché mi hai allontanata?》
《Perché sono un coglione, va bene? Ti prego, perdonami.》
《Fatti perdonare.》
《Scendi tra venti minuti e avvisa i tuoi che torni dopo cena.》
《E se non accettano.》
《Salgo e li supplico in ginocchio.》sorrido《Mi mancava il tuo sorriso.》
《E cosa facciamo?》
《Casa mia. Una bottiglia di prosecco da finire ed un Charlie Scott che ti cucina sia pranzo che cena. E se proprio vuoi, ci guardiamo anche Lucifer.》è lui a sorridere adesso.
《D'accordo dottorino. Vediamo cosa dicono i miei.》
《A dopo Jess.》
《A dopo.》stacco la chiamata e vado dai miei.

Walk With MeWhere stories live. Discover now