51.Pranzo di Natale

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E come avevo previsto, quel giorno al centro commerciale Olivia mi ha convinta a comprare un reggiseno ed una brasiliana rossi che però hanno anche un po di pizzo. Sinceramente non so come mi abbia convinta, ma so bene che Olivia riesce ad essere molto convincente quando vuole e poi ha anche sottolineato che a Capodanno bisogna indossare l'intimo rosso.
Sono riuscita a trovare un regalo anche per Charlie, anche se ho paura che non gli piacerà: un orologio. Non è molto caro, non è di marca ma è molto bello con il suo cinturino in acciaio inossidabile, il quadrante nero e il design minimalista.
《Jess, secondo te gli piacerà?》mia madre è nel panico più totale.
《Mamma, tranquilla. Non è un ragazzo schizzinoso e tu cucini da dio.》la tranquillizzo mentre sistemo le ultime cose in tavola.
《Cosa gli piace bere?》mio padre va verso l'angolo bar.
《Se viene in macchina non toccherà alcol.》o almeno così spero.
《Se viene in taxi?》
《Non lo so. Fai prima a chiederlo a lui.》sospiro.
《A che ora dovrebbe arrivare?》domandano insieme.
《Dovrebbe essere qui tra pochi minuti.》mi aveva detto che sarebbe venuto a mezzogiorno e mezza, e mancano solo due minuti a quell'ora.
Neppure il tempo di finire la frase che il campanello suona ed i miei corrono ad aprire.
Lui è lì davanti alla porta con tre buste regalo: una argentata, una blu e una viola.
L'abbigliamento è, come sempre, impeccabile: jeans nero, maglione grigio e orologio al polso.
《Buon natale signori Decker!》sorride ai miei genitori senza però posare il suo sguardo su di me《Per voi.》porge due buste ai miei genitori.
《Non dovevi scomodarti tanto!》mio padre, dopo avergli augurato buon natale, lo invita dentro.
《Ma è un piacere.》i suoi occhi celesti finiscono su di me《Buon natale Jessica.》mi porge una busta regalo viola.
《Buon natale anche a te e grazie.》lascio un bacio sulla sua guancia.
《Non c'è di che.》mi sorride prima di seguire i miei in cucina.
Ci sediamo tutti al tavolo. Mia madre a destra di mio padre, io e Charlie difronte a loro.
Io e mia madre cominciamo a servire gli antipasti mentre Charlie e mio padre parlano del più e del meno. Parlano di automobili: mio padre ha chiesto se è venuto qui in macchina e Charlie ha detto di sì e che dunque non berrà nulla di alcolico; da qui mio padre ha scoperto che Charlie possiede una Audi e hanno cominciato a parlare delle prestazioni delle auto tedesche.
Interviene dunque mia madre, chiedendo al suo ospite come stanno andando gli studi mentre tutti gustiamo i deliziosi antipasti.
《Bene.》gli occhi di Charlie si illuminano all'improvviso《Ho dato gli ultimi esami solo qualche settimana fa e sono andati tutti molto bene.》
《Sei molto appassionato.》nota con piacere mia madre.
《Sì signora. I miei professori dicono che se vado avanti così mi laureerò molto prima di tutti i miei compagni di corso, ma non ci credo molto.》
Resto a bocca aperta, come anche i miei genitori. Non sapevo fosse cosi avanti, non me l'aveva mai detto.
《Se lo dicono dei professori con così tanta esperienza, io ci crederei.》mio padre gli sorride e Charlie abbassa leggermente lo sguardo, visibilmente imbarazzato.
Un boccone dopo l'altro il pranzo va avanti ed i miei genitori prendono sempre più confidenza con il loro ospite. Gli argomenti di conversazione sono dei più svariati: studio, lavoro, sport, futuro. Poi arriva la domanda che io ho sperato non venisse mai posta.
《Perché lasciare New York e le ottime facoltà di medicina di quella città per venire a Seattle?》domanda mio padre e mia madre lo fulmina con lo sguardo《So che ti ho già posto questa domanda in passato, ma la risposta non mi ha convinto.》
Charlie tace per qualche secondo, respira profondamente e poi risponde a mio padre guardandolo negli occhi《Quando i genitori pianificano la vita dei figli in ogni più piccolo dettaglio è una tortura. Mio padre voleva che studiassi economia e poi scienze politiche a Yale o Harvard in modo che potessi dirigere la sua azienda. Io però ho sempre voluto fare il medico chirurgo e scegliere per me stesso almeno una volta.》la sua voce è tranquilla《Volevo anche essere il più lontano possibile da casa e Harvard e Yale erano troppo vicine, così ho scelto Seattle. Il caso vuole che anche il mio migliore amico abbia scelto di studiare alla Washington e dunque eccomi qui. E lo so che sembra da pazzi fare una scelta del genere, ma non voglio percorrere una strada fatta solo in discesa. Voglio diventare qualcuno con il mio lavoro e non con il nome di mio padre.》conclude il suo discorso.
《I tuoi genitori sono d'accordo con la tua scelta?》mio padre continua.
《Papà.》mormoro. Charlie odia parlare dei suoi genitori, di New York, del passato e mio padre non la smette di insistere su questi argomenti.
《A volte i figli vanno contro il volere dei genitori.》taglia corto il ragazzo《Se non vi dispiace, avrei bisogno di usare il bagno.》si alza.
《Sul corridoio, la seconda porta a sinistra.》mormora mia madre e Charlie la ringrazia, allontanandosi da tavola.
《Brandon, hai esagerato!》papà viene rimproverato《Ti ho praticamente implorato di evitare argomenti che potevano essere delicati, ma tu sei un insensibile nei confronti di questo ragazzo.》
《Non voglio che mia figlia esca con un ragazzo del genere.》
《Questo sta a me deciderlo.》gli faccio notare《E poi non è il peggior ragazzo del pianeta. Esiste di peggio.》
《Se sapessi con quante e quali ragazze è uscito prima di diventare tuo "amico"...E chi ti dice che non abbia altre venti amiche come te in città?》
《Ti stai arrampicando sugli specchi papà.》mormoro mentre i passi di Charlie si avvicinano alla cucina.
Il ragazzo torna a sedersi al mio fianco ed io lo guardo preoccupata, ricevendo da parte sua un sorriso dolce.
《Vi va il dolce?》mia madre rompe il silenzio e cerca di riportare l'allegria a tavola. Rispondiamo tutti di sì e la donna porta in tavola un tronchetto di natale e dei biscotti alle mandorle.
Lentamente la tensione sparisce mente mia madre riesce a far parlare di baseball i due uomini.
Il conflitto sembra essere completamente dimenticato quando ci spostiamo in salotto dove ci scambiamo i regali. Charlie porge a me la busta viola, a mia madre una busta argentata e a mio padre quella blu. I miei genitori invece danno a Charlie una busta verde ed io invece una busta rossa.
《Non dovevate scomodarvi tanto per me.》mormora Charlie.
《Zitto e apriamo i regali.》dico io facendo ridere i miei genitori e ricevendo uno sguardo arrabbiato da parte del ragazzo.
I miei scartano il loro regalo: mio padre riceve una bottiglia di vino datata 1950 mentre mia madre un profumo Chanel.
《Charlie, grazie! Ma questo è davvero troppo.》
《È un piacere!》
Scarto il mio di regalo e trovo due regali: una scatolina contiene orecchini, anello e collanina in argento con incastonati delle pietre preziose mentre l'altro è un profumo Armani che volevo da molto tempo.
《Charlie...》sussurro.
《Lo hai detto tu che ti piacciono i gioielli ed i profumi.》mi sorride dolcemente ed io lo abbraccio.
《Grazie.》gli regalo un ampio sorriso.
《Non c'è di che, Jessy.》
L'ultimo ad aprire i regali è proprio lui. Dai miei genitori riceve un set formato da una penna a sfera ed un'agenda un pelle.
《Grazie infinite! La penna è bellissima.》si rigira la penna metallica tra le mani. I miei sorridono.
Apre anche il mio regalo e quando vede l'orologio sorride.
《Jessica...》
《Lo hai detto tu che ti piacciono gli orologi.》ripeto le sue stesse parole e lui lascia un bacio sulla mia guancia.
《Grazie.》i nostri occhi si perdono gli uni negli altri, i miei genitori sembrano sparire e rimaniamo solo noi nel nostro mondo a guardarci con amore.

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