Io Holden. Tu Kathleen.

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COME (NON) INNAMORARSI DI HOLDEN MORRIS

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Io Holden. Tu Kathleen.

Miss Swanson, non capisco il quarto problema. Veramente, non capisco bene neanche gli altri tre... In realtà, non capisco affatto la matematica. Parliamoci chiaro... non capisco nemmeno la scuola!

(Peanuts- Charles M. Shultz)

Ogni qual volta Mr. Clarke porta i risultati dei test di matematica, vivo tutto a rallentatore.

Dal momento in cui apre la sua borsa di pelle, sprigionando un odore di caffè e di tabacco nella classe, a quando si alza in piedi e si avvicina ai banchi per consegnare i compiti.

Ogni suo passo, ogni ticchettio delle sue scarpe sul pavimento, mi rimbomba nella testa.

Anche quando parla è come se tutto rallentasse. Vedo la sua bocca muoversi lentamente, quasi distorcendosi, mentre i suoi occhi si allargano o si stringono a secondo dei commenti che qualche studente può avere il coraggio di esplicitare.

Tutto di lui non mi piace.

La testa pelata su cui si riflette la luce artificiale che si ostina ad accendere anche quando il sole inonda l'ambiente, in puro spirito ecologista e pro salvezza del mondo(ironia, portami via!), e i denti a cavallo con cui si tira il labbro inferiore quando qualche studente fa la barbarie di non mettere il segno uguale in corrispondenza della linea di frazione.

Quando è vicino al mio banco, abbasso di scatto lo sguardo.

Che ansia!

Odio le materie che insegna e odio Mr. Clarke. Ogni giorno che passa sono sempre più sicura che abbia una calcolatrice al posto del cuore.

-Arriverà mai il giorno in cui mi darai qualche soddisfazione, Foster?

Sbatte rudemente sul mio banco il foglio del test. La sua mano, dalle dita tozze e grossolane con una peluria scura a ricoprirle, impressa con forza sulla carta.

Una "F" scritta in rosso troneggia sopra il mio nome e il mio cognome.

La sua rudezza mi fa sussultare.

La maggior parte degli esercizi è sbarrata da delle grandi 'x' rosse che sembrano essere state calcate con forza.

Stringo le labbra e mi impongo, sbattendo ripetutamente le palpebre, di non mettermi a piangere davanti a tutti.

Dovrei esserci abituata, dato che ho delle lacune in matematica da sempre, però ci rimango sempre male. Studio, ma a quanto pare non serve a molto.

Mi spiace anche di essere una delusione per la mamma. Mi dice sempre che devo studiare per me stessa e che i voti sono una cosa che riguardano solo me, però ad un genitore non fa di certo piacere quando il proprio figlio ha dei voti così bassi.

Per fortuna quell'antipatico si allontana dal mio banco dopo poco. A volte infierisce maggiormente, continuando con frasi acide e cattive che mi fanno sentire una stupida. Oggi, chissà perché, mi ha risparmiata. Forse ha semplicemente gettato la spugna; ha capito che non sarò mai brava e si è arreso.

Controllo gli errori che ho fatto. Come temevo ho sbagliato un problema di trigonometria e uno studio di funzione.

Porca vacca.

-Su bellezza, non fare quel muso lungo. La prossima volta andrà sicuramente meglio!

Pam mi stringe la mano, sorridendomi.

Come (non) innamorarsi di Holden MorrisWhere stories live. Discover now