... lontano dal cuore

6.5K 403 659
                                    

24

... lontano dal cuore

È ora di finirla con quello che deve finire!

(Peanuts- Charles M. Shulz)

Se i mesi fossero persone, novembre sarebbe senz'altro un vecchio signore ossuto e rachitico, grigio e spento, in grado di succhiare la felicità di una persona con una sola occhiata. Ci sono giornate in cui sento questo vecchio signore farsi strada dentro di me e prendere possesso di ogni centimetro del mio corpo. A volte temo che anche dall'esterno le persone possano accorgersi della sua presenza al mio interno; come se da un momento all'altro la pelle potesse diventarmi grigia o potessero farlo i miei capelli.

Sul serio, novembre mi fa schifo. È grigio, freddo, bagnato. Piove praticamente ogni giorno, o quasi.

Non so nemmeno io se ci sia nata con questo odio. So solo che novembre è il mese in cui i miei genitori divorziarono.

Avevo quattordici anni quando mamma scoprì di papà. La tradiva con una donna, una sua collega di lavoro. Che classico! Ricordo che ai tempi non ne rimasi neanche più di tanto delusa. Era così papà! Sfuggente, distante, distaccato. Ero invisibile ai suoi occhi. Un mucchietto di ossa, pelle, e qualche organo qua e là, partorito dalla donna che aveva sposato per chissà quale ragione. Mi ero trovata spesso a chiedermi se sapesse che, oltre alla forma del mento e al colore dei capelli che ci teneva a ribadire fossero uguali ai suoi, quasi a voler scongiurare, - per chissà quale ironia della sorte.- eventuali tradimenti da parte di mia madre.- che avevo anch'io un cuore pulsante nel petto. Un cuore che si spezzava sempre di più, ogni volta che ignorava i miei disegni; ogni volta che mandava la mamma a raccontarmi la favola della buonanotte perché lui era troppo stanco; ogni volta che vedevo le mie letterine impilarsi una sull'altra, sigillate, mai aperte; ogni volta che dargli un bacio sembrava seccarlo.

Non ha mai alzato un dito sulla mamma, eppure le ha fatto tanto male. Glielo ha fatto tradendola ogni giorno e ogni notte, con i suoi sorrisi assenti, con le sue occhiate disinteressate, con la sua freddezza, piantandole ogni giorno schegge taglienti nel petto. Quando ero solo una bambina non mi accorgevo neanche di come ogni istante in cui papà la trascurava, o le diceva di preparare la cena per poi non tornare più a casa, o di quando indossava un nuovo vestitino per attrarre la sua attenzione e lui non la guardava nemmeno, sempre troppo impegnato a tenere gli occhi incollati sul suo stupido cellulare costoso, la sua anima appassiva. Credo che per la mamma, papà sia stato la sua anima gemella, o almeno un'illusione che lo fosse. Dico 'credo' perché non ne abbiamo mai parlato, a dir la verità. Deve esserlo stato, però. La sua anima doveva essersi per forza sentita legata alla sua per uscirne sofferente come ha fatto.

Non credo che lo perdonerò mai.

Perdonare. Che razza di presuntuosa arrogante che sono! Affermo, tutta convinta, che non lo perdonerò mai, quando non so neanche se lui sappia quanto dolore mi abbia provocato con la sua assenza e se quindi sentirà mai l'esigenza di chiedermi perdono. Non credo si sia mai posto il problema, a dirla tutta. Dopo tutto, dopo il divorzio, fece le valigie e tanti saluti!

Che poi, credo che non me ne freghi neanche niente del suo perdono. Le sue scuse sarebbero parole vuote, bolle di sapone pronte a scoppiare al minimo soffio di vento. Involucri vuoti, senza anima. Tuttavia, vorrei che chiedesse scusa almeno alla mamma. Ogni tanto mi trovo a pensare a cosa gli direi se lo avessi davanti. Ne sono certa, gli urlerei contro: "Chiedi scusa alla mamma, razza di idiota!". Lei sì che se le merita. È una persona forte, sul serio. Mi ha fatto da mamma e da papà, praticamente. È sempre stata lei, solo lei, a prendersi cura di me. A darmi da mangiare, a vestirmi, a venirmi a dare la buonanotte, a darmi i bacetti sulle ferite quando mi facevo male, ad asciugare le mie lacrime quando ero triste. Chissà se quello che faccio io per lei è abbastanza. A volte mi dico di no. Mi dico che nel periodo in cui scoprì tutto e prese la decisione di divorziare da papà, avrei dovuto fare di più, invece di rimanere nella mia camera con le cuffie nelle orecchie, o di svignarmela a casa di nonna.

Come (non) innamorarsi di Holden MorrisWhere stories live. Discover now