27. Questa casa è enorme

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La festa si conclude presto e quando io e Tyler decidiamo di scendere dagli altri non troviamo nessuno oltre ad Enea, Agnes e un'anziana signora.

«Dove sono tutti?» chiedo ad Enea guardandomi intorno. Quando torno a guardare il gemello davanti a me lui mi fa un sorrisetto facendo su e giù con le sopracciglia.

«E voi dove siete stati?», guarda suo fratello e torna immediatamente serio.

Il bipolarismo allora è qualcosa di normalmente comune in questa famiglia.
Buon per loro anche se questi cambiamenti d'umore improvvisi mi fanno girare la testa.

I due si guardano con talmente tanta insistenza che comincio a pensare che stiano comunicando telepaticamente.

«Tyler tu lo sai cosa dovresti fare» dice Enea digrignando i denti.

Ho paura adesso.
Cosa dovrebbe fare?
Gloria dove sei?
Serve un po' di allegria qua.

«Sta' zitto Enea, non succederà niente stavolta», vedo Tyler tenere fisso lo sguardo su suo fratello e decido di intervenire prima che questi due si facciano a pezzi.

«Okay..forse è meglio che vada..» dico ma Enea mi ferma guardandomi dolcemente.

«Puoi restare a dormire qui, è tardissimo, e poi noi abbiamo tante di quelle stanze che non sappiamo che farcene», guardo l'ora sul mio telefono e vedo che segna le due e mezza di notte.

«Glenda puoi preparare una stanza a Scarlett?», la signora anziana si avvicina a me ed Enea e annuisce sorridente a quest'ultimo.

«Certo signor. Moore» dice e va di sopra quasi di corsa.

Ma tu guarda un po', pure la domestica hanno.
E io ho sgobbato due estati intere per guadagnarmi una borsa di studio a Princeton.

«Tyler andiamo in cucina, devo parlarti» dice Enea serrando la mascella e stringendo i pugni lungo i fianchi.

Mi lasciano nell'enorme casa da sola e decido di cercare da sola la mia camera dato che nessuno si è degnato a spiegarmi dove andare.

Fanculo.
Il mio senso dell'orientamento mi aiuterà.
Scherzo, cazzo sono fottuta.

Salgo le scale e giro per un paio di corridoi guardandomi attorno.

Questa casa è enorme, «Glenda?» dico alzando di poco il tono di voce.

Così non mi ha sentito nemmeno il gatto che ho davanti.
Un momento.
E QUESTO GATTO DA DOVE SPUNTA?

Lo vedo avvicinarsi a me e quando è vicino la mia gamba ci fissiamo fino a quando non mi graffia la gamba.

«Via!» dico e quella palla di pelo se ne va. Quando abbasso lo sguardo sulla mia gamba vedo che dai graffi che mi ha inciso sulla pelle esce del sangue.

Maledizione.
Glenda dove sei?
Aiuto.

«Signorina Scarlett, mio Dio, tutto bene?», vedo Glenda venire di corsa verso di me e quando vede la mia gamba sanguinare mi accompagna in cucina per metterci un po' di acqua e disinfettarla.

Prima di entrare sento le urla in spagnolo dei gemelli dal corridoio.

Ma che avranno da sbraitare così io non lo so, veramente.

Shooting StarsDär berättelser lever. Upptäck nu