Isabel (4)

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"Chi ha l'anima intensa sente tutto con più forza; la passione, la paura, il  piacere."                                                                  Charles Bukowski                           

Senza neanche guardarlo in faccia, mi affrettai a scendere le scale fino ad arrivare alla cucina dove uno squisito profumo di lasagne inondò le mie narici. Tutti avevano già occupato il loro posto e visto che la fortuna era sempre dalla mia parte, realizzai che gli unici due posti rimasti erano uno a fianco all'altro. 

Io e Logan saremmo stati vicini.             
Che felicità.

Ci misero davvero poco ad accorgersi della mia presenza e venni subito travolta da una serie di paranoie che dovevo assolutamente cercare di nascondere. Provai a mantenere un atteggiamento sicuro e con attenzione, presi posto.

Bravissima Isabel, non sei caduta e non hai fatto alcun tipo di figuraccia.

Poggiai le spalle al confortevole schienale e il mio sguardo cadde proprio su Noah. Egli ricambiò il mio sguardo facendomi sprofondare in un enorme vortice di tristezza. Per me era davvero strano e soprattutto molto difficile accettare la presenza di un altro uomo accanto a mia madre. Era seduto al nostro stesso tavolo.

Era un uomo con una sua famiglia alle spalle, un uomo che avrebbe dovuto prendere il posto di James. La paura che l'avvocato Smith e i suoi figli potessero rivelarsi dei mostri esattamente come lui mi avvolse, schiacciandomi pian piano, come una cartaccia. Il solo pensiero era in grado di farmi soffocare, bloccandomi l'aria in gola.

Giustamente, ai miei pensieri doveva aggiungersi anche l'istinto che mi sussurrava all'orecchio di correre lontano, di sfuggire da quella spiacevole situazione. Ma ahimè, non ne ebbi il tempo;  pochi secondi dopo lo strizzacervelli fece il suo ingresso nella stanza, cogliendo l'attenzione di tutti i presenti. La prima cosa che fece fu complimentarsi per il piacevole odore che era arrivato fin su, al piano di sopra. Inoltre, ammise anche che non vedeva l'ora di poterle assaporare. 

Come previsto, si posizionò al mio fianco. In quel momento, notai che con noi c'era anche mamma. Era davvero incredibile che non mi fossi nemmeno accorta della sua presenza, ciò perché ero troppo concentrata su quello che stava accadendo all'interno della mia testa. 

Incrociai per un breve lasso di tempo il mio sguardo con il suo, era terribilmente in silenzio, un silenzio che era stato in grado di trasmettermi i brividi. 

Sembrava che non volesse, per alcun motivo, rivolgermi la parola.

Nonostante le emozioni mi stessero divorando viva, sentii la necessità di concentrarmi su ciò che avevo all'interno del piatto. 

In realtà non avevo fame, non l'avevo quasi mai. 

O forse, la mia era solo una scusa per nascondere il fatto che non volessi assumere troppe calorie, ero certa che avrebbero contribuito a farmi ingrassare.

Tutti mi avrebbero giudicata.
No, no, no.
Non di nuovo.

Mi preparai al livello psicologico, dovevo necessariamente mangiare per non dare nell'occhio. Avevo notato che mia madre nell'ultimo periodo aveva iniziato a dubitare della mia sincerità nei suoi confronti e questo non andava per niente bene. 

Se avesse scoperto delle mie paranoie sull'alimentazione, sarei stata fottuta

Non ci sarebbe stata alcuna via di scampo.

Il mio sguardo in quel momento vagò per la stanza e la ispezionò angolo per angolo, come se non l'avesse mai vista prima d'ora. Volevo evitare di stare ad ascoltare il vuoto che avvertivo dentro, mi sentivo inadatta e specialmente fuori luogo. E ciò era abbastanza ridicolo perché ero in casa mia.

I need youWhere stories live. Discover now