Isabel (24)

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"Quando il cielo si fa blu, penso solo a te. Chissà come stai lassù ogni notte."
Blanco

«Perché mi hai fatto questo, Isabel?» sussurrò mio nonno, posizionato di fronte a me. Era ricoperto da un'abbagliante luce, con lo stesso aspetto con cui l'avevo visto l'ultima volta. «Nonno... ma tu...» mormorai confusa, convinta che fosse morto.

«Sono morto. E tu non ti sei neanche degnata di venirmi a trovare» esclamò, facendo scorrere delle lacrime sul mio intero viso. «Nonno, posso spiegare» tentai di dire, prima che il pianto si impossessasse di me. Per tutti questi anni, ero stata rimproverata dai miei parenti per non esser mai andata a portargli un fiore al cimitero.

Pensavano che non mi importasse niente di lui, che non gli volessi realmente bene. Ma nessuno aveva mai preso in considerazione che forse, stavo male ogni momento della giornata per non aver avuto l'opportunità di dargli un ultimo saluto. Non riuscivo ad andare vicino la sua lapide perché mi ricordava che lui non era più fra di noi, mi ricordava il giorno più brutto della mia intera vita. Quindi sì, potrò sembrare una cattiva persona, ma Dio solo sa cos'ho passato.

«Sono così deluso» sussurrò, scuotendo la testa. «No nonno, no» sussurrai a mia volta, piegandomi sulle ginocchia per via di quelle parole così dolorose. «Vienimi a trovare, mi manchi» disse, prima di sparire nuovamente fra le nuvole.

«Nonno» gridai, prima di aprire gli occhi e realizzare che l'avevo appena sognato. L'avevo visto, dopo un'eternità. «Sembrava così reale...» affermai, asciugando il mascara colato con le dita. A quel punto, mi alzai dal letto e sedetti sul pavimento per poter prendere la scatola con la nostra foto.

«Scusami nonno, scusami tanto» commentai, baciando l'immagine del suo volto. «Non volevo deludere anche te...» e fra i mille singhiozzi, realizzai che ormai non avevo alcun tipo di speranza. Avevo deluso mia madre per via dell'autolesionismo, avevo perso Allison, avevo fatto sì che tutti mi odiassero per via del mio carattere di merda e adesso anche questo.

Dovevo fare qualcosa per rimediare.
Volevo tornare a brillare.
Così, presi la decisione più affrettata della mia vita.

Afferrai la fotografia e la poggiai sul letto, successivamente senza far troppo rumore, presi l'ascensore per dirigermi all'uscita della villa. E per fortuna non trovai nessuno, sarebbe stato davvero complicato spiegarli che cosa ci facessi sveglia a quell'ora e soprattutto, per quale motivo stessi uscendo fuori in pigiama, senza scarpe e giubbotto.

Non appena spalancai la porta d'uscita, il freddo mi pervase. Si gelava. Tuttavia, questo non avrebbe cambiato il mio piano. Il cancello, non si sapeva per quale motivo, era aperto. Senza farmi troppe domande, mi diressi nel parcheggio dove c'erano tutti i veicoli dei fratelli Smith.

La mia attenzione venne catturata da una moto che, a giudicare dal modello, sembrava proprio essere dello strizzacervelli. Mi posizionai sopra di essa, consapevole che non sarei mai più potuta tornata indietro. E d'altronde, il mio obbiettivo era proprio questo.

«Sto arrivando, nonno» dissi, infilando la chiave all'interno e con la mano sinistra tirai la leva della frizione, spingendo sull'acceleratore. Sfrecciai a tutta velocità, come una pazza. Non avevo mai guidato nulla in vita mia per paura che potesse succedere qualcosa. Ma quando ti rendi conto di non avere più nulla da perdere, abbandoni ogni paura e getti ogni tuo sacrificio.

Il mio intento era quello di mettere fine alla mia vita, una volta per tutte. Mentre guidavo, pregavo di cadere in qualche buca o schiantarmi contro qualche struttura. Non ne potevo più, avevo bisogno di rinascere in una nuova vita. Continuai a correre fin quando una foglia mi cadde sugli occhi, intralciando la mia visuale. E un fortissimo rumore urtò i miei timpani seguito da un dolore atroce alla testa. Sentivo il sangue scorrere su tutto il mio corpo, le labbra tremare come non avevano mai fatto prima d'ora e gli occhi chiudersi piano piano, fino a ritrovarmi nel buio più totale.

I need youDove le storie prendono vita. Scoprilo ora