Logan (6)

2.3K 147 259
                                    

"Dura è la lotta contro il desiderio, che ciò che vuole lo compra a prezzo dell'anima"                                                                                             Eraclito

Durante la notte mi svegliai molte volte a causa di quella ragazzina. Pensavo a ciò che mi aveva raccontato e a tutte le emozioni che, seppur involontariamente, aveva condiviso con me. Ogni volta che qualcuno mi donava una parte di sé, stavo molto attento ai comportamenti che avevo nei suoi confronti. 

In generale, parlare dei propri problemi non è mai semplice e per me il passo più grande che si possa fare, è proprio quello di riconoscere di avere un qualsiasi tipo di disagio. Solo così lo si può affrontare.

Il suo in particolare, era molto complicato da trattare. L'autolesionismo è un disturbo della sfera psicologica che consiste nel provocare volontariamente danni al proprio corpo. Di casi come questi ne avevo ricevuti molti e avevo imparato che bisogna fare molta attenzione. Può succedere che nei casi più delicati, il paziente mentalmente instabile, minaccia di togliersi la vita.

Ricordo ancora le parole che disse il mio professore riguardo questo argomento. Ci spiegò con estrema delicatezza che quando si trattano questo tipo di problematiche, la situazione non va mai sottovalutata. Ciò perché probabilmente il paziente non arriverà mai a compiere un gesto del genere, ma nel caso in cui dovesse farlo, la nostra vita cambierà per sempre e potremo dire di aver fallito come terapeuti.

Avrebbe lasciato un segno indelebile dentro di noi e avremmo impiegato molto tempo per riprenderci dalla situazione.

Ma adesso, torniamo a noi. Il comportamento autolesionistico ha il compito di spostare il dolore emotivo a quello fisico perché, secondo i pazienti affetti, è molto più tollerabile e soprattutto semplice da gestire. 

Oppure, ci può essere un altro motivo per il quale la persona arriva a compiere tale gesto: la necessità di uscire da un profondo stato di vuoto interiore. Il suo scopo è quello di riuscire, in qualche modo, a riconnettersi alla realtà.

Ciò perché l'infliggersi dolore in un primo momento allenta la tensione, garantendo un breve attimo di sollievo. Il paziente affetto però, notando questo stato di apparente relax e sperimentando la sua efficacia, tenderà a rifarlo, dando così il via a dei circoli viziosi che manterranno il problema nel tempo.

Altri ancora invece, compiono questo gesto come una forma di auto-punizione. È molto frequente nella fascia adolescenziale, in quanto il ragazzo o la ragazza in questione, vede il proprio corpo cambiare da un giorno all'altro con una velocità incontrollabile.

La percezione dello schema corporeo viene contaminata da una radice strettamente emotiva, dove il paziente non si ritiene all'altezza delle sue aspettative. 

In più, questa è una fascia d'età molto delicata perché l'adolescente è abbastanza severo con sé stesso e ciò lo porta a giudicare con intransigenza anche il più piccolo difetto fisico.

E la maggior parte delle volte tende a non accettare per alcun motivo l'aiuto da parte di altre persone, lo vedono come un segno di debolezza al quale non doversi concedere.

Infine, l'autolesionismo può anche presentarsi come una disperata ricerca di attenzioni. Un gesto estremo utilizzato per far capire al mondo intero la sofferenza che gli affligge. Questo perché, lì dove le parole non arrivano, partono i gesti.

Arrivate le sette, la sveglia iniziò a squillare come un disco rotto, costringendomi così ad alzarmi per poterla spegnere. Stiracchiai i muscoli che durante la notte si erano leggermente intorpiditi e mi recai nel bagno che possedeva la stanza. Non era molto grande, ma non mancava nulla. Sciacquai la faccia con acqua fredda e sistemai i miei amati capelli che, come sempre, dovevano essere impeccabili.

I need youWhere stories live. Discover now