Isabel (13)

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"Ci sono persone indimenticabili e nessuna cura"  
                                       Charles Bukowski

Era la prima volta dopo un bel po' di tempo che dormivo senza lo strizzacervelli. Date le circostanze, avevamo deciso di rimanere ognuno della sua camera.

Sarebbe stato troppo rischioso.

E devo ammettere che facemmo una scelta molto saggia perché al mio risveglio trovai mamma, seduta accanto a me.

In quella posizione, era decisamente inquietante. Aveva le mani nei miei capelli, ed era impegnata ad accarezzargli con dolcezza.

Un dolce sorriso spuntò sul mio volto.

Mentivo. Doveva solo allontanarsi da me, o sarei stata costretta a commettere un omicidio mattutino.

Mi staccai dalla sua presa e la prima cosa che feci fu guardare l'orologio per vedere se, come sempre, fossi già in ritardo. Dopotutto, rimanevo una ragazza e in quanto tale, avevo bisogno dei miei tempi per prepararmi. 

Il mio corpo si rilassò completamente notando che erano soltanto le sei e mezza del mattino, di conseguenza avrei avuto circa un'ora per vestirmi e truccarmi.

La villa distava più o meno dieci minuti dall'aeroporto, quindi non avremmo avuto problemi a raggiungerlo.

«Buongiorno, amore» il suono della sua voce mi rimbombò nelle orecchie. «Buongiorno» sussurrai, mentre i miei occhi imploravano di chiudersi per poter riposare un altro po'.

Ero così emozionata all'idea di dover partire e di poter prendere l'aereo per la prima volta, che dormii a malapena. 

Dopo essersi assicurata che fossi sveglia, posò un bacio sulla mia fronte e tornò al piano di sotto per controllare che tutto procedesse per il verso giusto.

Rimasi qualche minuto a fissare il vuoto, immersa nei miei pensieri per poi alzarmi e sentire il rumore dello scricchiolio delle ossa. 

Come prima cosa mi fiondai in bagno per sciacquare la faccia con dell'acqua gelida. L'intento era quello di riprendermi il prima possibile. Anche se, l'unica sostanza realmente in grado di compiere miracoli la mattina era la mia amata caffeina: un'altra delle mie tante dipendenze.

Senza di essa, non riuscivo ad affrontare la giornata. Era letteralmente impossibile.

Osservai la mia immagine riflessa allo specchio, capelli arruffati, pelle secca e trucco colato.

Mamma mia che faccia.

Sì, trucco colato perché quella sera come se non bastasse dimenticai anche di struccarmi. A passo svelto tornai nella mia stanza, avevo paura che qualcun altro potesse vedermi in quelle condizioni. 

Presi posto alla sedia della scrivania e applicai un'eccessiva quantità di acqua micellare sul dischetto che in seguito avrei passato sul volto.

Dopo essermi tolta tutta quella schifezza, spalmai la crema idratante. Attaccai la spina della piastra alla presa e afferrai la spazzola, iniziando a sciogliere tutti i nodi dai capelli. Ne avevo davvero tantissimi. 

E non per dire, ma Logan ieri me li aveva scompigliati di meno.

A proposito, rimanendo in tema... Ripensavo ai nostri momenti ogni sera, ed erano stati l'uno più magico dell'altro. Sentivo di essere una bambina impacciata, alle prese con un nuovo mondo da scoprire.

Ero follemente attratta da tutto ciò che mi stava accadendo, anche se in realtà non avevo ancora ben capito se gli piacessi davvero o se la sua fosse tutta una scusa per portarmi a letto.

I need youWhere stories live. Discover now