Isabel (22)

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"Dentro ad un abbraccio puoi fare di tutto: sorridere e piangere, rinascere e morire. Oppure fermarti a tremarci dentro, come se fosse l'ultimo"
Charles Bukowski

Qualche giorno dopo, insieme alla mandria di mucche, tornammo a Vancouver. E questo significava solo una cosa: assecondare lo strizzacervelli nel suo folle piano. Sapevo perfettamente che il tempo che avevo a disposizione per comunicargli la mia decisione era scaduto, che non avrei più avuto scampo.

Era giunta l'ora di affrontare le mie paure e di provare a cercare la luce nel tunnel che si era impossessato di me negli ultimi anni.
Volevo andare fino in fondo.
Mi affacciai alla finestra, ammirando il cielo stellato.

Regnava la notte, il mio momento preferito sin da bambina. Ho sempre trovato conforto in essa perché era il momento in cui le urla tacevano, dove c'ero solo io. Non dovevo fingere, l'enorme maschera che ero costretta a reggere crollava, ed io insieme a lei. In quelle poche ore, potevo essere me stessa.

Non mi era mai capitato di sentirmi in quel modo con qualcuno... O meglio, era ciò che ripetevo in continuazione prima di incontrare il sesso in persona, Logan Smith. Un ragazzo dalla corazza forte e dal cuore fragile, un ragazzo con cui potevi parlare tranquillamente di qualsiasi problematica. Era sempre lì, pronto ad aiutarti.

Nonostante lo facesse di professione, sentivo che con me c'era qualcosa di diverso. Con me lui aveva superato dei limiti che, per via del codice deontologico, con le sue pazienti non avrebbe mai potuto superare. Avrebbe rischiato sia di essere bandito dall'albo degli psicologi, sia una denuncia per essersi approfittato di una persona mentalmente instabile.

Volevo mettere un separatore bellissimo con la rosa, ma Wattpad a quanto pare non è d'accordo. Fate finta che ci sia e ignorate la mia intrusione. Vi amo lo sapete.

Il mattino seguente mi svegliai con uno strano odore nella stanza, stropicciai gli occhi con le dita e posai lo sguardo sul comodino. C'era un piccolo mazzetto di tulipani rossi e bianchi. Non persi tempo e, nonostante ci fosse il rischio di cadere di culo per terra, mi alzai. Li presi in mano e ne annusai il profumo, realizzando di aver avuto un perfetto risveglio mattutino.

Sporgendomi in avanti, trovai anche un bigliettino. Avvolta dalla curiosità, lo aprii, leggendo il suo contenuto.

Buongiorno principessa,
ti sto aspettando per fare colazione.

Sgranai gli occhi e un sorriso si insinuò fra le mie labbra, curvando i lineamenti del mio viso. Corsi in bagno e spazzolai i denti, pettinai i capelli arruffati, truccai gli occhi ed indossai le uniche cose che erano in grado di farmi sentire a mio agio: magliette a maniche lunghe e jeans neri. Avevo sentito dire che quel colore camuffasse il grasso, non sapevo se fosse vero, ma ormai erano diventati la mia principale fonte di sicurezza.

Successivamente mi diressi in cucina, convinta di trovarlo, ma niente. Non c'era nessuno. In quella stanza, c'era il silenzio più totale. La fame iniziava a farsi sentire, così mi alzai in punta di piedi e aprii il mobile che conteneva tutte le merendine. Inoltre, dovevo scegliere l'alimento meno sostanzioso perché avrei dovuto mangiarlo davanti allo strizzacervelli o ancora peggio, davanti a tutta la famiglia Smith. Anche se, a quest'ora dovevano essere tutti quanti a lavoro.

Tirai fuori un pacchetto di biscotti e lo girai, per controllare il suo apporto calorico.
Non c'era. L'etichetta era stata strappata.

Afferrai un altro pacco.
Stessa cosa. Erano state cancellate con un pennarello nero.

«Ma che» farfugliai confusa, non capendo che cazzo fosse successo. «Sei sempre così prevedibile, Cenerentola» la voce che riuscivo ad amare e odiare nello stesso momento, si fece strada in me, facendomi voltare verso il suo suono. Logan era dietro di me, con le spalle appoggiate al muro e le braccia conserte.

I need youWhere stories live. Discover now