Isabel (12)

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"Se vuoi provarci, fallo fino in fondo. Altrimenti non iniziare"
Bukowski

Tre fottuti mesi, era questo il tempo che era passato dalla morte di Allison. In realtà, una parte di me era volata insieme a lei, quella più bella, piena di luce e di speranza. Sentivo di essere caduta in un enorme vortice nero, dal quale purtroppo non c'era via di uscita.

Nonostante fosse il mio compleanno, non riuscii a godermi totalmente la giornata. Come sempre, le affermazioni negative invadevano i miei pensieri. L'unica cosa che riuscì a rendermi felice, fu il regalo di Logan: un piccolo labrador bianco. 

Aveva bisogno di una casa e di tanto affetto. E quello strano ed imprevedibile strizzacervelli, pensava che ne fossi in grado. Nutriva speranza in me. 

E dopo avergli attribuito il nome che a parer mio sarebbe stato perfetto per lui, lo mostrai a mia madre. Lei sapeva già tutto e rimasi particolarmente sorpresa dal suo silenzio, di solito ogni qual volta che decideva di farmi una sorpresa, finiva sempre per rivelarmela prima della data prevista.

Con il tempo, eravamo riuscite a riallacciare il nostro rapporto, rendendolo ancora più forte di prima. Compresi che non potevo darle colpe solo perché aveva scelto di intraprendere una strada che l'avrebbe portata ad un traguardo diverso dal mio, aveva scelto la felicità.

Era ciò che si meritava e se Noah fosse stato realmente in grado di farlo, pian piano sarei uscita ad accettarlo. Parlando, mi rassicurò, dicendomi che nessuno dei due mi avrebbe messo fretta. Il rapporto si sarebbe dovuto instaurare da solo.  

Non potevo concedergli la mia fiducia da un momento all'altro, per ottenerla ci sarebbe voluto molto, ma molto, tempo. Ed io sentivo di non essere ancora pronta per compiere un tale passo.

Con Logan invece, le cose erano diventate leggermente più complesse.

Non sapevo spiegare il motivo, ma era l'unico membro della famiglia a non incutermi terrore. L'unica cosa che sapevo per certo era che mi stavo aprendo fin troppo con quel ragazzo, sotto ogni possibile ed immaginabile punto di vista. Con lui, avevo sperimentato una cosa abbastanza strana e soprattutto insolita per me: il confidarsi.

Tutte le volte in cui gli avevo raccontato qualcosa di me, per non farmi sentire in colpa o tantomeno un peso, mi parlava dei suoi obbiettivi lavorativi.

Ed il fatto che conservasse ancora dei sogni, mi fece sorridere. Non ero una ragazza che amava fantasticare, mi concentravo maggiormente sulle cose reali. Insomma, che senso aveva illudermi di qualcosa che probabilmente non sarei mai riuscita a realizzare?

Era un'assurda perdita di tempo. Dovevo utilizzare i brevi momenti a disposizione che avevo per inviare il mio libro alle case editrici. Ci sarei riuscita. Quella storia, era destinata a finire sugli scaffali. Ciò perché avevo un obbiettivo ben preciso, far capire all'intero mondo che non si può salvare un'anima persa.

Purtroppo però, la facoltà che avevo scelto richiedeva parecchie ore di studio. E più andavo avanti con le lezioni, più mi rendevo conto che studiare lettere non mi piaceva, non faceva per me.

Amavo scrivere, ma trovavo una perdita di tempo memorizzare la vita delle persone che erano riuscire a creare qualcosa prima di me. Mi ero resa conto di non voler più proseguire con quella strada.

Ma tornando a noi, con Logan feci una cosa che non mi sarei mai immaginata di fare, quello che le classiche adolescenti chiamano chinotto

Stavo subendo un radicale cambiamento, ero passata dal non rivolgergli la parola all'avere un contatto fisico e a desiderarne sempre di più. La cosa iniziava a spaventarmi sempre di più.

I need youWhere stories live. Discover now