Capitolo 3

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3. Party

Controllai per l'ennesima volta il messaggio di Cami, dove mi aveva scritto l'indirizzo della sua nuova casa

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Controllai per l'ennesima volta il messaggio di Cami, dove mi aveva scritto l'indirizzo della sua nuova casa.

Messaggio, casa difronte.
I miei occhi non facevano altro che vagare tra questi due.
Non poteva essere la casa della mia nuova amica perché io sapevo a chi apparteneva.
Ma il rumore assordante della musica che proveniva dall'interno e i ragazzi già ubriachi all'esterno, purtroppo, confermarono che ero nel posto giusto.

Inspirai ed espirai e finalmente mi decisi a bussare alla porta, sperando con tutte le mie forze che mi avesse aperto Camille e non il suo nuovo fratellastro.

Perché la casa apparteneva a quel ragazzo. Il ragazzo che mi aveva rovinato la reputazione, colui che odiavo più di qualsiasi altra persona.

Sperai e sperai ancora di più di non incontrarlo per tutta la serata.
E beh, come si dice, chi di speranza vive disperato muore? Mai detto più vero fu creato.

Feci finta di guardarmi intorno e provai ad ignorare i suoi sguardi di fuoco, ma fu alquanto inutile.

«Dovrei farti entrare, secondo te?» una figura possente mi stava fissando coi suoi scuri. «E poi, chi ti ha invitato?» mi derise.

Ero lì, immobile e non riuscivo ad articolare una frase di senso compiuto. Che avrei potuto dirgli?
Dopo ciò che gli avevo fatto non avevo scuse. Mi ero comportata male con lui, ne ero consapevole, ma lui non era stato da meno.

«Fa come ti pare, ma se non mi fai entrare ti perdi la mia meravigliosa presenza a quest'insulsa festa»
Comportarsi sempre la stronza. Questo bisognava fare quando si era a disagio, l'avevo imparato con gli anni.

«Beh, allora penso che ne farò a men...» non riuscì a finire la frase che la mia nuova amica mi salvò da quella situazione imbarazzante.

«Kat, sei arrivata» mi abbracciò «Alex, non fare il maleducato e falla passare» spinse via il ragazzo che, inaspettatamente, si spostò.

«L'hai invitata tu?» chiese alla bionda.
Non sembrava arrabbiato con lei, anche perché la sua rabbia era tutta indirizzata a me e lo si poteva capire dallo sguardo che mi stava rivolgendo in quel momento.

Io e Alexander Blake non avevamo mai avuto un bel rapporto, anzi non avevamo nessun tipo di rapporto dato che ci ignoravamo e basta.

«Hai detto tu che dovevo farmi degli amici» alzò le spalle e mi prese sottobraccio.

«Sì, ma buoni amici, non» fece una pausa, squadrandomi da capo a piedi «non lei!» mi indicò disgustato.

Volevo replicare con un insulto davvero pesante, ma Cami mi precedette e mi portò via da quell'odioso essere umano.

«Noi andiamo» e così andammo in cucina, dove immediatamente mi fiondai a versarmi della birra.

Avevo bisogno di alcool per sopravvivere.

«Ehi, vacci piano, tigre» mi derise Camille.

«Ne ho bisogno se voglio arrivare viva alla fine di questa serata» risi, nervosa.

Lei ovviamente non poteva capire, non poteva sapere, ma trovarmi lì era la cosa più difficile al mondo.

Avevo evitato Alex e gli Starboys, i suoi amici, per un anno intero e, in quel momento, mi ritrovavo a una delle loro feste. Fantastico!

La nostra scuola non era come tutte le altre dove ci sono solamente il gruppo dei giocatori di football, le cheerleaders e poi gli sfigati. No, ogni comitiva aveva un proprio nome e una propria collocazione nella "classe sociale" della scuola e, senza ombra di dubbio, gli Starboys erano posti al vertice di essa.

In realtà la loro non era proprio una comitiva, c'erano solo Matt, Alex e Jackson come "membri fissi".
Tutti volevano essere amici di quei tre, avrebbero pagato oro per avere un briciolo della loro attenzione.

Fortunatamente quell'anno sarebbe tutto finito e non avrei più sentito nominare quel ragazzo per il resto della mia vita, dato che era il suo ultimo anno.

«Ti posso fare una domanda?» chiese lei. Annuii. «Tu e Alex siete stati insieme?» chiese euforica.

Ma che? Come poteva passarle per la testa un'idea del genere? «No» per poco non urlai. «Assolutamente no» enfatizzai per esprimere il mio disgusto.

Io e Alexander Blake insieme? Mai e poi mai.

«E allora perché c'è tutta quella tensione fra di voi?» continuò il suo mini interrogatorio.

«È una lunga storia» mi limitai a rispondere «Un giorno te la racconterò, ma non stasera, dato che dobbiamo pensare solo a divertirci» mi affrettai ad aggiungere dopo aver visto la sua espressione delusa.

«Andiamo» la presi per mano e andammo in soggiorno, dove i ragazzi della nostra scuola ballavano a ritmo di musica.

Incontrammo anche Mia e appena seppe che Cami era la sorellastra di Alex, iniziò a farfugliare parole senza senso e a dire che da quel momento in poi loro due sarebbero state migliori amiche.

«Davvero essere imparentata con Alex ha tutta questa importanza?» chiese divertita.

Annuii esasperata. Tutta la scuola era ai suoi piedi, beh, tutti tranne me.

Di quella sera non ricordo granché.

Ricordo Cami che mi chiese di rimanere a dormire e di aver accettato. Ricordo Cami, Tania e Mia che conversavano e si divertivano.
Ricordo di aver ballato con qualcuno con dei bellissimi occhi scuri e dei capelli davvero morbidi. Ricordo di aver bevuto. Tanto.

Ma quello che successe dopo rimase un mistero per me e forse avrei preferito che fosse rimasto tale. Sarebbe stato meglio per tutti.

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