Capitolo 35

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35. Are you happy?

«Pronta per la seconda tappa del viaggio nella vita del meraviglioso Alexander Blake?» Non sapevo se fossi pronta o meno

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«Pronta per la seconda tappa del viaggio nella vita del meraviglioso Alexander Blake?»
Non sapevo se fossi pronta o meno. L'ultimo giretto mi aveva a dir poco scombussolata. Presi coraggio e annui. Per lui potevo sopportare di tutto. Mi stava facendo scoprire un lato di lui che non tutti avevano il lusso di conoscere, proprio come avevo fatto io con lui. Alex non era scappato, aveva ascoltato il mio sfogo in silenzio, senza fare domande e senza infierire.

Accostò improvvisamente la macchina. «Che succede?» gli chiesi preoccupata.
Non ebbi tempo di realizzare nulla perché, inaspettatamente, premette le sue labbra sulle mie, cancellando tutti i timori. Le nostre lingue si cercarono e le nostre labbra si muovevano sinuose, come se fossero nate per sfiorarsi tra di loro.

Strinsi forte i suoi capelli tra le mie mani, nel tentativo di comunicargli tutti i sentimenti che provavo per lui. Doveva capire quanto per me fosse importante.

«E questo per cos'era?» chiesi col fiato corto.
«Ne avevo un bisogno tremendo» mi fissò intensamente e io non riuscii a resistergli ulteriormente.

Mi sedetti a cavalcioni su di lui e subito le sue mani scesero sui miei glutei, stringendoli con prepotenza. Il suo tocco era diventato così familiare, eppure il mio corpo reagiva sempre come se mi toccasse per la prima volta. Ancora una volta mi trovai a desiderare di più.

«Mi fai impazzire» mi morse il labbro inferiore ed io intrappolai le sue labbra tra le mie. Mossi leggermente i mei fianchi per sentire il desiderio che aveva di me e lo sentii sussultare.

«Fermati» poggiò la sua fronte alla mia e mi guardò intensamente, con quel suo sguardo che mi faceva battere il cuore ogni volta.

«Perché?» chiesi, quasi imbarazzata dal suo rifiuto.
«Non voglio che la nostra prima volta sia in uno squallido parcheggio» mi baciò la fronte e mi condusse nuovamente al sedile del passeggero.

Ero stata fortunata ad averlo incontrato, anche se all'inizio pensavo che il destino ci avesse messo sulla stessa strada per punirmi di non so quale peccato di una vita passata. Avevamo iniziato con il piede sbagliato, anzi sbagliatissimo. Nonostante ciò, mi ero follemente innamorata di lui.

«Dove mi porti ora?» chiesi schiarendomi la voce a causa del momento intenso che avevamo condiviso.

«Ti porto nella casa dove sono cresciuto» strinse la mia mano e con l'altra prese il volante che fece ruotare per fare marcia indietro e rimettersi in strada.

Katy, non fare pensieri impuri. Katy, sei una signorina, Katy...cazzo, ogni cosa di lui mi eccita.

«Dovresti guidare con due mani, sai? Non voglio che la mia macchina finisca distrutta» lo presi in giro. Non potevo certo dire "smettila di guidare così, altrimenti c'è il rischio che ti salti addosso"

«Piccola, potrei guidare anche con i piedi, se solo volessi» mi fece l'occhiolino.
«Esagerato» alzai gli occhi al cielo per il suo smisurato ego.
«Realista» alzò l'indice.
«Montato» gli diedi un buffetto sulla fronte.
«Casomai il contrario» mi guardò malizioso.

Lo guardai confusa perché inizialmente non riuscii a coglierne il significato. Quando capii, scene di noi due distesi su un letto mentre lui mi sovrastava iniziarono a popolare la mia mente. Avevo bisogno di una doccia fredda.

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