Capitolo 10

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10. Snow White

«Non passerai il Natale con me?» Stavo urlando, ne ero consapevole, ma non me ne importava niente «Ti rendi conto?» chiesi, passandomi una mano tra i capelli, disperata

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«Non passerai il Natale con me?» Stavo urlando, ne ero consapevole, ma non me ne importava niente «Ti rendi conto?» chiesi, passandomi una mano tra i capelli, disperata.

Avevo già passato il ringraziamento da sola e dover passare anche il natale mi sembrava esagerato.

«Katy...» cercò di parlarmi mio padre, ma io lo bloccai perché già sapevo cosa voleva dirmi.

Avrebbe cominciato il discorso sui suoi doveri da comandante, sul suo giuramento di proteggere le persone, manco fosse Gesù Cristo.

Non avevamo mai avuto questi problemi gli altri anni, ma c'era il problema del terrorismo.
Questi terroristi non potevano farsi i cazzi loro e mangiarsi il pandoro a Natale?

«Mi dispiace» sospirò
Sapevo che gli dispiacesse, per davvero, perché nemmeno a lui piaceva quella situazione e sapevo che non poteva farci niente.

«Okay» dissi semplicemente, scuotendo il capo.

«Adesso mi vieni a dare un abbraccio?»
Aprì le braccia e io mi gettai letteralmente addosso a lui che era seduto sul divano.

«Non sei più così piccola» si sforzò di parlare, travolto dal mio peso.

«Vuoi dire che sono grassa?» mi finsi offesa, ma sia io che lui sapevamo che non facevo sul serio.

Non ero mai stata quel tipo di ragazza fissata col peso e mai lo sarei stata. Era tristissimo vedere quelle ragazze che controllavano le calorie prima di mangiare o si riempivano di insalate e barrette dietetiche. Di certo non mangiavo come un maiale, ma di sicuro ai dolci non rinunciavo, specialmente alla Nutella.

«Vieni, ti devo far vedere una cosa»
Mi prese in braccio come quando ero piccola e io subito mi aggrappai a lui come una scimmia.

Mio padre era il miglior uomo al mondo.

Mi portò fuori ed estrasse qualcosa dalle sue tasche dicendomi di girarmi verso la strada.

Ci misi un po' a realizzare, ma alla fine capii cosa stava indicando.

«Oh mio Dio» urlai «Oddio, davvero?» saltellai felice come una bambina.

«Sì» annuì felice della mia reazione.

«Ti adoro» mi gettai di nuovo addosso a lui facendolo barcollare «Ti adoro, ti adoro, ti adoro» ripetei mentre gli davo ripetuti baci sulla guancia destra.

«Cami, muoviti, sono fuori casa tua» dissi euforica.

«Sei venuta qui a piedi?» chiese con tono confuso.

«Ma che, esci e vedrai» dissi semplicemente, senza togliermi il sorriso dalle labbra.

«Un attimo che prendo cappotto e zaino» attaccò e io misi le mani sul volante della mia nuova auto.

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