Capitolo 16

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16. Promise?

«No, Cami, non passerò il Natale con la tua famiglia» Le diedi le spalle per poter prendere gli altri vestiti dall'armadio

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«No, Cami, non passerò il Natale con la tua famiglia»
Le diedi le spalle per poter prendere gli altri vestiti dall'armadio.

Quel giorno, come ogni anno, stavo ripulendo l'armadio e tutti i vestiti che non usavo più o che non avevo mai messo sarebbero andati ai bambini dell'orfanotrofio.
Avere 17 anni e vestire come una quindicenne aveva i suoi lati positivi: ogni volta che quelle ragazze mi vedevano i loro occhi si illuminavano e correvano ad abbracciarmi. Era una sensazione bellissima.

«Ma perché no?» sbuffò «Ho già parlato con mia mamma e lei è super d'accordo»

«Lei sì, ma io no» ribattei ancora.
Stava cercando di convincermi a passare il Natale a casa sua, mi aveva persino fatto telefonare da sua madre.

«Okay» rispose semplicemente.
Mi girai e notai che aveva messo il broncio e non mi guardava, proprio come una bambina.

«Okay?» la guardai accigliata «Stai urlando come una pazza da mezz'ora e poi dici solo okay?»

«Sì, se non ci sono riuscita io allora vuol dire che sarà Alex a convincerti»
Aprì un occhio per sbirciare la mia reazione che potei immaginare senza alcuno sforzo: ero sconcerta dal suo comportamento.

«Non oseresti» assottigliai lo sguardo.

«A dire il vero io ero il piano A» si indicò «Il piano A è sempre quello meno drastico»
In effetti direi di no a lei era più facile che dire di no ad Alex perché sicuramente mi avrebbe caricato sulle spalle come un sacco di patate.
«Il piano B, beh...» fece una pausa «...è quello più efficace» mi guardò con aria di sfida.

«Non puoi essere seria» mi toccai la fronte esasperata.

«Sono serissima»
Cercò di assumere un'espressione autoritaria ma fallì miseramente nel suo intento perché nemmeno dieci secondo dopo scoppiò a ridere, coinvolgendo anche me in quella risata senza senso.

«E va bene» mi arresi «Il 25 aspettami a casa tua»

«E il 24?» provò lei.

«Ceno con quelli dell'orfanotrofio» mentii.
Non volevo creare altro disturbo a lei e alla sua famiglia e sapevo che se avessi messo in mezzo la storia dell'orfanotrofio lei non avrebbe potuto controbattere.

«Non puoi proprio disdire?» sporse il labbro inferiore.

«Vuoi privare dei bambini senza genitori della mia bellissima presenza?» ironizzai.

«Ah, non oserei mai» alzò le mani e io le lanciai una vecchia maglietta che ormai era veramente da buttare «Il tuo armadio è enorme rispetto al mio»

«Veramente ne ho un altro anche in camera di mio padre»
Non era colpa mia, avevo la mania di comprare, comprare e comprare ancora, anche se alla fine mettevo sempre i soliti vestiti. Per questo ogni anno donavo qualcosa, almeno non erano soldi sprecati.

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