Capitolo 22

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22. Are you on your period, true?

Quei giorni di vacanza passarono in un batter d'occhio

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Quei giorni di vacanza passarono in un batter d'occhio.

Quando suonò la sveglia quella mattina mi sembrò quasi un sogno, come se fosse qualcosa di surreale e invece, ahimè, era la pura e triste realtà.
Non ero pronta a ricominciare quella routine straziante fatta di compiti, interrogazioni e discorsi inutili dei professori.

Soprattutto non ero pronta a rivedere lui.

Dalla notte di Capodanno non ci eravamo nemmeno guardati per sbaglio, nonostante fossi andata diverse volte a casa sua.
Inoltre, quel giorno era arrivato anche il mio amico in rosso accompagnato, come sempre, da forti crampi allo stomaco e dolori vari, giusto per non venire mai a mani vuote.

Se qualcuno quel giorno avesse osato dirmi qualcosa di sbagliato, si sarebbe trovato senza testa.

Sentii il telefono squillare, ma decisi di ignorarlo perché già stavo ritardando e non volevo sentire le urla del professore già il primo giorno di scuola dopo le vacanze di Natale, sarebbe stato il colmo.

Quando finii di prepararmi ed uscii di casa per entrare in macchina, chiamai la persona che mi aveva mandato 10 messaggi in 5 minuti.

«Amica» cercai di addolcirla, perché sapevo che ora mi avrebbe urlato contro.

«Amica il cazzo» ecco «Hai un fottuto iPhone 12 plus, sai che può rispondere anche alle chiamate?» Risi alle sue parole.
Mia riusciva a farti ridere anche nelle situazioni in cui avresti tanto voluto buttarti giù da un palazzo.

«Dai, se la smetti di fare Brontolo ti passo a prendere» dissi tra una risata e l'altra.

«Ti amo, amica» urlò e mise immediatamente giù.

Misi in moto la macchina scuotendo la testa. Certo che le amiche più psicopatiche solo io le sapevo scegliere.

«Sì, e poi boom» Jackson chiuse e aprì i palmi della mano come a simulare un'esplosione «Ci siamo baciati»
Stava raccontando di come era riuscito a portarsi a letto una ragazza di 25 anni e di come, parole sue non mie, quest'esperienza gli avesse cambiato la vita. Noi ragazze fingevamo di ascoltarlo, mentre Matt lo fissava come se avesse appena detto di aver inventato la cura per il cancro.

«Oh, amico, grandioso» Matt gli batté il cinque entusiasta, facendo alzare gli occhi al cielo a Mia.

«Sì, ma sono sicura che lei non pensa la stessa cosa di te» lo presi in giro io.

«Questo perché non sei mai salita sulla mia giostra, baby» mi fece l'occhiolino.

Finsi un conato di vomito e Mia mi resse il gioco, tenendomi i capelli e mettendomi una mano sulla fronte.

«Poverina, dopo questo vomiterà per settimane» Mia si portò una mano al cuore come se fosse davvero in pena per me.

«E dai, ragazze, sto cercando di mangiare» Tania posò il suo sandwich sul suo vassoio e lo guardò con disgusto.

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