Capitolo 7

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7. you look gorgeous

Dopo quello spettacolino ridicolo, io e Cami ci spostammo a casa mia

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Dopo quello spettacolino ridicolo, io e Cami ci spostammo a casa mia. Ero disgustata, ma non stupita.

Lui era pur sempre un coglione e lei aveva scelto di comportarsi come una poco di buono.
Non ero la tipa che dava della troia ad un'altra ragazza, ma in certe occasioni il pensiero scattava in automatico.

«Ma vivi da sola?» Cami si guardava intorno incantata, eppure casa mia era anche più piccola della sua.

«No, mio padre è un soldato, quindi viene qui di rado» spiegai in poche parole.

Ci sedemmo sul divano, una difronte all'altra.

«Ti manca?» mi sorrise
dolcemente.

«Troppo» sospirai «Sai, lui è una di quelle persone a cui è impossibile non volere bene» sorrisi pensando al mio meraviglioso papà.

«Non vedo l'ora di conoscerlo» sembrava sincera.

«E io non vedo l'ora di presentartelo» ed era vero.

Dopo Caroline mio padre aveva sempre sperato che trovassi un'altra amica, sincera stavolta, e Cami era sicuramente l'amica giusta.

Passammo il resto del pomeriggio a ridere, a scherzare e a raccontarci un po' di cose della nostra infanzia, proprio come se ci conoscessimo chissà da quanto tempo.

Quando si fecero le 17.00, ci incamminammo insieme verso il centro commerciale, dove già trovammo le altre due ad aspettarci.

«Ce ne avete messo di tempo, eh» ci rimproverò Mia.

«Colpa sua che non riusciva a scegliere una maglia da mettere» indicai la bionda alla mia destra.

«Colpa tua che hai tutte maglie bellissime» alzò le spalle, come a giustificarsi «Per la cronaca, sai che questa non la rivedrai mai più, lo sai vero?» indicò il capo d'abbigliamento.

Poteva anche tenersela, me l'aveva regalata Matt quando "stavamo insieme", ma non ero mai riuscita a buttarla via.

«Fa pure» scrollai le spalle.

«Okay, adesso andiamo che devo scegliere un vestito»Tania prese me e Cami sottobraccio, lasciando una Mia esasperata indietro.

Quelle due erano esilaranti. Sembrava che si odiassero, ma stavano sempre insieme, sarebbero diventate sicuramente grandi amiche.

«Tania, ti decidi o no?» chiesi esasperata dopo due ore ad aspettare Tania, Mia e Cami che si cambiavano mille e mille vestiti.

Io avevo deciso di non comprare niente, avevo quasi più vestiti di quel negozio, quindi avrei preso uno di quelli.

Alla fine Mia aveva preso un vestito lungo e nero con un spacco sulla coscia destra e con una scollatura vertiginosa. Addosso a chiunque altro sarebbe sembrato volgare, ma Mia, con la sua eleganza, poteva permettersi di tutto.

Cami aveva preso un vestito blu con le maniche di pizzo. Il blu si abbinava perfettamente al colore dei suoi occhi e sembrava una di quelle principesse che si vedono in tv.

L'unica che dava problemi era Tania, indecisa tra un vestito di colore tiffany e un altro di colore rosso.
Io preferivo di gran lunga quello rosso, ma dopo averle detto che Mason adorava il tiffany era indecisa se ascoltare noi o se fare di tutto per conquistare il mio migliore amico.

«Okay, facciamo così» si illuminò improvvisamente, come se avesse avuto un'idea geniale.

Tutte la guardammo spaventate perché le idee di Tania non erano geniali, come ad esempio decidere di formare un gruppo di teatro per poi abbandonare il progetto, portando quattro ragazze tutte diverse tra loro, senza niente che le accomuna, ad essere amiche e a riunirsi per scegliere un vestito per uno stupido ballo scolastico.
Beh, forse il risultato non era stato tanto male.

«Questo lo prendo io» si strinse il vestito Tiffany «al petto - e questo lo provi tu» mi porse quello rosso.

«Ah, non esiste» mi rifiutai categoricamente.
Il vestito era bello, ma addosso agli altri, non a me. Aveva le maniche in pizzo, come quello di Cami, ma questo arrivava a metà coscia e il lato di sopra era super attillato, inoltre, come se non bastasse, la scollatura in pizzo lasciava poco all'immaginazione. Mi sarei sentita un pesce fuor d'acqua con indosso una cosa del genere.

«Andiamo, provalo solo» mi supplicò Mia «Se no questa pazza ci farà stare tutta la serata chiuse in questo centro commerciale»

Guardai Cami che mi mimò un forza con le labbra. Sospirai e presi il vestito dalle mani di Tania e mi chiusi nel camerino, non prima di aver lanciato degli sguardi assassini alle mie amiche.

Tolsi i vestiti e indossai quell'orribile indumento. Mi guardai allo specchio e, dopo aver tirato un lungo sospiro, finalmente mi decisi ad uscire.

«Sembro una puttana» mi guardai da capo a piedi.

«Invece stai benissimo»
Non poteva essere quella voce, non così troppe volte in un'unica giornata. Era davvero ovunque quel ragazzo.

Guardai le altre confusa, ma tutte sembravano scioccate quasi quanto me. Perfetto, Alex il coglione mi aveva visto con quel vestito addosso.

Veramente ti ha visto con molto meno addosso.
Stupida coscienza.

«Bene, ora so che non lo comprerò» gli sorrisi acida. Lui non accusò il colpo, anzi rise e si passò la lingua sulle labbra, continuando a fissarmi spudoratamente da capo a piedi.

Tornai nel camerino, furiosa, per cambiarmi e non potei fare a meno di pensare a tutto ciò che era successo in questi giorni e soprattutto alle labbra di Alex.

Cavolo, quanto è bello.
Scossi il capo come per tornare alla realtà e quando uscii dal camerino lo sentii parlare con Cami a proposito delle chiavi di casa, a quanto pare le aveva perse.

«Hai controllato bene nella bocca di Caroline Bane?» chiesi con fare altezzoso.

La sua faccia sorpresa fu la visione più bella della mia vita, ma quell'espressione non durò a lungo.

«No, ma mi piacerebbe cercare meglio nella tua» controbatté immediatamente.

Finsi un conato di vomito e lo guardai disgustata.
Vuoi dire stupita.
Disgustata.
Stupita.
Disgustata.
Stupita e anche eccitata.

Quella lotta con me stessa era veramente ridicola e tutto quello per uno stupido ragazzo.
Dio, quanto poteva essere insopportabile un essere umano?

«Certo, vuoi andare nel bagno delle ragazze?» gli sorrisi.
I sorrisi più falsi della mia vita li avevo sempre dedicati a lui e così sarebbe stato per chissà quanto tempo.

Mi guardò divertito per qualche istante prima di rivolgere la sua attenzione a Camille «Vuoi un passaggio?» chiese alla bionda.
Finalmente aveva abbandonato quella stupida guerra fatta di botta e risposta.

«No, grazie, torno da sola» rispose la ragazza guardando me, come ipnotizzata.

In effetti, tutte e tre le ragazze mi stavano fissando, probabilmente aspettando una spiegazione da parte mia.

«Okay» scrollò le spalle e uscì dal negozio.

«Cosa cazzo è appena successo?» Mia fece la domanda che probabilmente tutte si stavano ponendo.

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