2. Il posto di una vita 🏡

275 32 462
                                    

"Il mattino ha l'oro in bocca", mi ripeteva mio nonno... e probabilmente avrà avuto pur ragione, nonnetto mio, ma io il mattino inoltrato lo odio a dismisura.

Molto meglio le tenebre, dove saltuariamente è Sorcia a farmi compagnia.
A volte chiacchieriamo, a volte resto a osservarla intenta nel suo lavoro, a volte sono impegnata io con il mio lavoro.
Il silenzio e la tranquillità della parte scura del giorno mi portano un flusso di energia quasi inspiegabile.

Occasionalmente invece è Streghetta a svegliarmi, magari appena ho preso sonno, in cerca di questo o quello.
"Ho bisogno di un paio di ampolle. Me le procuri?", in quel caso posso solo arrendermi e dire addio al mio riposo.

Sa essere veramente persuasiva Sorcia, o forse dovrei dire petulante.
Quando vuole qualcosa, o necessita di qualcosa, non c'è modo di farla attendere.

"Ho del lavoro da sbrigare... io."
"Ma cosa! Streghetta domani dai!"
"Tz, tz, tz. Chi ha tempo non aspetti tempo, cara Suzette. Siamo noi al servizio della natura non viceversa."

E così, detto e fatto, presto mi arrendo per soddisfarla.

Ma nelle ore diurne no.
Tutta la mia vitalità si dissolve nel nulla, lasciando il posto alla scansafatiche che è in me. Perdo di vivacità.
Sarò una strega anch'io... o forse sono solo le notti in bianco che trascorro.

Sorrido, e con il caffè ancora in mano mi trascino nel grande patio sul lato est della mia casa.

Il fitto bosco che la circonda mi infonde serenità.

L'alba, passata ormai da qualche ora, è restituita al tempo lasciando rivoli di fuoco nel cielo.
Fra i rami degli alberi eretti come soldati impavidi, scaglie di luce trafiggono il suolo ricoperto di foglie e resti di natura morta.

Quiete tutt'intorno mi delizia.

Sorseggio il caffè mentre scorro le pagine del mio libro.
Dedicarmi alla lettura è ciò che amo fare, prima che i miei coinquilini disturbino la mia solitudine.

I miei coinquilini... già.

Fortuna che questa casa è abbastanza grande per accoglierli tutti.
Fa parte dell'eredità che mi ha lasciato mio nonno, e luogo nel quale sono vissuta e cresciuta.

Ho sempre avvertito un'aria magica e misteriosa in questo posto, o forse era mio nonno a infondergliela.

Oh, niente di speciale... non pensate avesse chissà quale potere strano.

Mio nonno era un ciabattino.
Per una vita intera ha fabbricato e riparato scarpe per i ricchi Signori di questo e dei paesi limitrofi.
Ma non solo, a volte erano disposti a viaggiare un'intera giornata per avere ai piedi cuoio e pelle tirati a lucido da nonno Giuseppe.

Guadagnava molto a quei tempi, almeno finché le fabbriche non rovinarono in parte il suo lavoro.
In parte perché comunque la maggioranza dei Signori non lasciò il suo operato.

Ricordo ancora donne signorili scendere dalle vecchie auto brontolando e imprecando come Perpetue contro l'autista e il sentiero impervio percorso per arrivare fino a casa nostra.

Sorridevo innocente canzonandole, portandomi la mano davanti alla bocca di modo che non mi vedessero.
Avrei passato guai seri!
Mio nonno mi sgridava sempre dicendo "Quando ci sono i Signori, ritirati a giocare in camera tua, non ti voglio fra i piedi a far danni, d'accordo Suzette?"... ma le sue raccomandazioni le ascoltavo solo per metà.

Ero fortemente attratta da questi Signori in ghingheri e non appena udivo il rumore di macchina su per il viale scendevo dabbasso di corsa per le scale e mi sedevo fingendomi intenta a disegnare sul patio.

Restavo incantata a guardare gli enormi cappelli delle Signore, le vesti pregiate e le scarpette che immancabilmente non uscivano illese dalla polvere e dalla terra del viale.

Ah, che ridere!
Le loro imprecazioni soffocate erano meglio di una novelletta comica per le mie orecchie.
Io ci camminavo a piedi scalzi su quel suolo!

Restavo a guardare di sottecchi i Signori tutti d'un pezzo in abiti scuri, a volte gessati, avvicinarsi a me e darmi un pizzicotto sulla guancia. "Buongiorno Suzette", le loro voci profonde mi mettevano in soggezione e in un lampo divenivo rossa più dei miei pastelli.

A volte lasciavano sul tavolo per me caramelle o tavolette di cioccolato, a volte invece i doni erano cospicui.
Come quella volta che ricevetti un album da disegno e un intero set di pastelli a matita con ventiquattro tonalità diverse.
Ah, che meraviglia!
Rosso, verde, blu, giallo, persino il bianco per le sfumature!
Mi sembrò di poter toccare il cielo con un dito. Proprio quel cielo al quale potevo dare mille sfumature con tutti quei colori.

Mio nonno si limitava a ringraziare e riverire i Signori.
Lodava la magnanimità di quelli che spesso facevano beneficenza lasciandoci offerte in denaro. Accettava di buon cuore e abbassava il capo come il più umile fra gli uomini di fronte a tanta magnificenza.

Fu così che poté permettersi di costruire e comprare sempre più attrezzature per il suo laboratorio.
Adibì una stanzona al piano terra per la sua attività cosicché gli ospiti non dovessero scomodarsi a fare scale per raggiungerlo.

Al piano di sopra c'erano e ci sono ancora le stanze da letto. Al piano seminterrato, stanze dove teneva tutto il suo materiale e un'enorme cantina.

Quand'ero bambina mi sembrava così grande! Ora la sento così accogliente invece, non potrei pensarmi altrove.

So cosa state pensando... e sì!
Il vecchio laboratorio di mio nonno è stato adibito per la mia Streghetta e al piano di sotto, nelle vecchie stanze, ho fatto alloggiare tutta la truppa.

Il casale, in parte arredato dai vecchi mobili lasciati da nonno Giuseppe e in parte occupato da mobilia acquistata a buon prezzo al mercatino dell'usato... si è popolato in un baleno, e ho potuto dire addio alla mia tranquillità.

Viviamo qui come una grande famiglia. La mia casa è divenuta la loro e io credo di amarli nemmeno fossero miei figli.
Andiamo avanti senza troppe pretese.
Fortunatamente il nonno non mi ha lasciato in povertà e io riesco a mantenere tutto dignitosamente grazie alla mia dote artistica.

Sapete, mio nonno diceva sempre "Questo posto è speciale e tu farai grandi cose piccola mia".

Non credevo così grandi nonno!

Ti voglio bene, ovunque tu sia...

★★★

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.

★★★

→_→

Che c'è?
Vi aspettavate finalmente di vederli in scena?
Non siete contenti eh! Avete ragione...

Ma era doveroso che io vi raccontassi dove viviamo no?
Non ve ne fraga nulla...

Vabbè okay, diciamo che allora sono troppo dolciosa e che ho voluto portare alta la memoria di mio nonno \(*-*)/

Dal prossimo capitolo si entra nel vivo, ve lo prometto (-‿◦)

A presto miei adorati!

←_←

Il Laboratorio di Strega Sorcia Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora