31. Dove sono le chiavi? 🔑

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<<Madame? Ti preparo qualcosa?>>
Il mio compagno s'affaccia sul patio dove io sono tornata seduta subito dopo che il Marchese è andato via, e averli visti tutti accomodati a fare colazione.

<<No Draghetto. Sistema loro, io non ho fame.>>

<<Oh, ma loro stanno mangiando... e dovresti farlo anche tu.>> Senza accorgermi, Draghetto è già davanti alle mie gambe a tirarmi via per le mani.

<<Ok, Ok! Non tirare. E forse hai ragione, un caffè non guasta.>>

Si sofferma a guardare le mie mani, poi di colpo ritira le sue: <<Bene! Vada per il caffè allora!>>

Si volta per precedermi, ma ancora una volta qualcosa nella mia testa non torna.

<<Fermo-fermo. Aspetta un attimo.>>

Incurante del mio richiamo è ormai quasi davanti l'ingresso della cucina.

<<Draghetto! Puoi fermarti per favore, o devi continuare a evitarmi?>>

Le sue gambe si immobilizzano a un passo dallo stipite e il suo volto abbassato acuisce le mie preoccupazioni.

<<Oh... no. No! Ma che dici Suzette?>> Si volta di nuovo verso di me. <<Io-io ti evito? Ah, no. Hai capito male. Ti stai sbagliando. Non potrei mai. Io...>>

<<E puoi dirmi allora che diavolo ti prende?>> Interrompo la sua raffica di parole.

<<Ma niente! Suzette... niente, davvero! Te l'avrei detto se ci fosse stato qualcosa no?>>

<<Stai mentendo.>>

<<Oh... no, no!>>

<<Sì invece. Smettila di dirmi bugie>>, mi avvicino senza distogliere lo sguardo dal sul volto condensato d'emozioni, <<e riportami il mio Draghetto>> sussurro a pochi centimetri dai suoi occhi.

 Smettila di dirmi bugie>>, mi avvicino senza distogliere lo sguardo dal sul volto condensato d'emozioni, <<e riportami il mio Draghetto>> sussurro a pochi centimetri dai suoi occhi

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Quelle pietre scure vibrano, luccicando ai riflessi prepotenti incastonati tra i solchi della trepidazione, del turbamento.

<<Potessi vederti ora>>, pronuncio seria, <<proprio da qui, da dove sono io. Dubito che avresti ancora il coraggio di negare.>>

Tace, non risponde; freme nel vano tentativo - fallito- di trovar parole che possano avere efficacia e credibilità.

Dopo aver abbassato i miei occhi davanti alla sua ostinazione, scelgo di lasciare tutto nelle sue mani.
Non insisto. Non persevero. Non gli impartisco costrizione alcuna.
Lascio la sua anima, la sua testa, le sue parole, senza vincoli.
Suzette non pone vincoli tracciati; le essenze fluttuano libere nella mia, nutrendosi generosamente e senza impedimenti.

<<D'accordo>>, solo gli sfioro i capelli, <<fa quel che ti senti. Io resterò sempre e lo stesso al tuo fianco. Ma non avere paura mai di parlare con me Draghetto, solo questo. Non avere timore se davanti hai Suzette. Sentiti libero di dire e di non dire, ma... senza... paure.>>

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