14. Streghetta e l'amara sfera 🔮

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Un'enorme lingua di fuoco sta percorrendo la totalità del mio corpo minuto e maledettamente ridotto.
Una sensazione di instabilità mi comprime il torace.

Tutte le mie sicurezze e le mie consapevolezze vacillano.
Sfogare le mie frustrazioni contro di lei è il mio desiderio più grande, ora.

Lei è la mia condanna, con cause e conseguenze annesse al suo nome e alla sua presenza.

Entro nella mia stanza sbattendomi la porta alle spalle.
Senza troppi preamboli sbarazzo con le mani tutto quello che in ordine maniacale spunta sulla mia scrivania.

<<Vieni fuori!>> L'urlo soffocato riempie il vuoto della stanza. <<Al diavolo le tue stronzate! La sfera, l'incenso, il rito... vieni fuori subito!>>

Il buio che mi circonda grava sul mio petto come un macigno. La luce pallida e sbiadita della luna accarezza quella poca pelle della mano che tagliata l'oscurità accende una candela rosa sul davanzale della finestra.

"Rosa candela
L'avversione brucia e gela
Forza di volontà
Aumenta la mia umana facoltà.
Promessa ai miei impegni.
Il libero arbitrio che regni."

In forte agitazione continuo a pronunciare le parole come una nenia dettata dall'anima, quell'anima che deve restare mia e che lei non avrà.

Il piccolo moccolo dallo stoppino infuocato espande luce fievole, ma viva speranza.

Tremante cerco con gli occhi il brucia essenze ma la semioscurità non mi aiuta.
<<Va' al diavolo!>> Impreco nervosa presa da ansia e fretta.

Afferro il mortaio in pietra e svuoto nel cestino la poltiglia vegetale lasciata a riposare all'interno.
Ci infilo con premura ortica e corteccia, e un'altra piccola vampata prende vita nel buio.

<<Sorcia!>> I pugni di Suzette sulla porta vibrano fra le tacite pareti. <<Sorcia, apri la porta!>>

<<Non ora Suzette. Vai via!>>

Ritorno al mio intento, noncurante delle sue grida che inaspettatamente sembrano smettere.

La piccola fiaccola nel mortaio secerne rivoli di fumo e sparge odore di legno umido in tutta la stanza.

"Corteccia di Pioppo dell'Est
Sprigiona fumante magia.
Donami conoscenza e sapienza
Grande è la tua potenza".

Chiudo gli occhi e ripetutamente le parole escono sussurrate dalla mia bocca.

D'improvviso il gelo scorre nelle mie vene e il brivido che trasporta mi fa accapponare la pelle.

È qui, sento la sua presenza e la paura di aprire gli occhi per constatare mi sta masticando voracemente.

Nel silenzio che circonda la mia nenia una risata sadica esplode travolgendo tutto quello che resta delle mie sensazioni.

<<Oh! Santa pace Sorcia! Apri questa porta! Perché ora? Perché? Interrompi tutto! Mandala via!>>

Suzette ha ripreso ad urlare dietro la porta.
Le risa sguaiate continuano a risuonare nei miei timpani e io resto ancora a occhi e denti stretti a ripetere i miei canti invocando la supremazia della natura.

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