29. Rufus 🐺

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<<L'ho incontrato alla seconda escursione nel bosco>>, comincia a raccontare Streghetta senza smettere di guardare Rufus negli occhi, <<appena siamo usciti da quei fogli. Non conoscevo il posto e lui mi ha fatto da guida. Ci siamo legati da subito e immediatamente ho capito quanto fosse speciale.>>

<<In che senso... "speciale"?>> Domanda Fillina.

<<Mi è sembrato sin da subito che lui sapesse comprendermi. Mi ha accompagnato nelle mie escursioni, mi ha indicato dove trovare ciò che cercavo, e mi ha svelato tutti i segreti di quel meraviglioso angolo di paradiso.>> Strizza l'occhio a Rufus che ricambia leccandole il volto.

<<Oh, mamma! La lecca pure? Un po' mi fa senso sta cosa, eh!>>

<<Gufetto!>> Si volta inviperita Sorcia. <<C'è bisogno che ti dica io quanto gli animali siano di gran lunga migliori degli uomini?>>

<<N-no. È-è che...>>

<<Vedi mia Madre. Colei che m'ha partorito. Colei che avrebbe dovuto amarmi. Colei che avrebbe dovuto proteggermi e difendermi da ogni male.>>

<<S-si. Ma... ma io...>>

<<L'animale è fedele, non ti tradisce. Ti ama incondizionatamente, che siano cani, gatti, cavalli, criceti...>>

<<Quelli di Demoiselle, no. Non amano quelli, fidati>> risponde serio.

<<Io non ho criceti!>> La voce di Demoiselle arriva seccata.

<<In testa sì. L'ha detto lei>>, Gufetto indica Sorcia, <<e di lei... mi fido>> finisce la frase sussurrando.

Il volto di Demoiselle si chiude in un'espressione di stizza e palesemente manifesta tutto il suo disprezzo verso l'interlocutore.

<<Con me te la prendi? Lo dice lei... e te la prendi con me? C'hai paura, eh! Questa, oggi te scrive sulla lista, e domani te se magna.>>

Vedo Lauretta esplodere sotto la mano che ha portato davanti alla bocca ed esser seri resta complicato un po' a tutti.

<<Comunque>>, cerco di cambiar discorso e riprendere il precedente, <<non mi hai detto come mai questo nome. Perché Rufus?>>

<<Ma non gliel'ho dato io. È...>> Rufus la guarda stupito.

<<È stato qualcun altro? Dobbiamo sapere altro Sorcia?>>

<<No. Non c'è nessun altro Suzette. È che lui si chiama proprio così. Questo è il suo nome e...>>

<<E questo l'ho capito. Ma io vorrei sapere la natura di questo nome. Come...>>

<<Sorcia vuole dirvi che il nome Rufus non è stata una sua scelta. Credo me l'abbiano dato i miei genitori alla nascita. Fin dove la mia memoria possa spingersi nel passato, ricordo che sono sempre stato chiamato Rufus.>>

Il gelo e lo stupore scendono imponenti tra noi.
Bocche spalancate e incredule balbettano. Io mi lascio cadere sulla sedia alle mie spalle facendo rimbalzare sulle mie cosce Gufetto che ancor di più si avvinghia a me.

<<Ha parlato? Quel... coso... ha parlato?>>

Gufetto si immobilizza, mentre Fillina continua a sventolare la faccia di Draghetto abbandonatosi sul divano a mo' di bradipo incosciente.

<<Non è un... "coso"! Si chiama Rufus!>> Lo riprende Sorcia. <<E poi, sì. Lui parla la nostra lingua.>>

<<Sono nato così>>, riprende il quadrupede, <<e mi sono accorto di sapervi comprendere e di saper parlare come voi ascoltando dei cacciatori nel bosco. Credevo fossero tutte fantasie trascinate da quando eravamo cuccioli. I miei genitori sono morti subito dopo avermi messo al mondo e non so darvi spiegazione di questa mia dote. I pochi adulti del branco che sapessero i come e i perché di questa strana facoltà non hanno mai dato informazioni in merito, nonostante la curiosità e l'insistenza di noi cuccioli dotati. Tra i piccoli col tempo girò la leggenda che fosse stato un incantesimo di alcune Streghe. C'è chi dice lo abbiano fatto per proteggerci da un gruppo di uomini che offrivano carne di Lupo nei loro strani culti ai loro Dei, o forse Demoni. La speranza di quelle Streghe fu che donandoci questa facoltà avessimo potuto interpretarli e capirli e così anticiparli nelle intenzioni. Comunque, sono solo storie. L'unica cosa di cui son certo è che io ce l'ho, e dei miei tre figli solamente due l'hanno acquisita.>>

Il Laboratorio di Strega Sorcia Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora