38. Un fantasma 👻

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<<Sono Enrico VIII il re.
Enrico VIII, chi più re di me.
Voglio impalmar una vedova sconsolata
che sette volte s'è già sposata.
Ogni marito è Enrico, Enrico.
Non vuole William, o Sam per Signor.
Son il suo ottavo Enrico.
Enrico VIII, chi più re di me
Enrico VIII, il re dei re...>>

<<Suzette... ho sonno...>>

<<...Terza strofa, tale e quale alla seconda...
Sono Enrico VIII il re.
Enrico VIII, chi più re di me...>>

<<Suzette!>>

A questo punto, il mio dolce Draghetto si leva seduto nel letto.
Ha gli occhi appiccicaticci e i capelli dritti come il filo spinato.

<<Hai visto il film "Ghost"?>> gli chiedo tamburellando le dita sulla mia gamba.

<<Sì. Cioè, no. Ma che ne so, Madame? Ho sonno!>>
Esausto si lascia ricadere sul materasso, sbuffando.

<<Bene. Te lo racconto...>>

<<No! No... me lo ricordo>> alza le mani arrendendosi.

<<Ottimo! E se ora non mi ascolti, farai la fine della povera Oda Mae Brown. Hai presente?>>

<<Aha...>> Il respiro si fa pesante e lui torna a dormire.

Sospiro profondamente. Draghetto non mi starà ad ascoltare se non uso le maniere forti. Come biasimarlo. In fondo la sveglia segna le tre di notte.

Mi avvicino invisibile al suo letto e, dopo aver tirato giù le coperte, comincio a pizzicargli le dita dei piedi. Una, due, tre volte, finché con un balzo cala dal letto trascinandosi via il lenzuolo.

<<Ah...! Ma non eri un sogno! Oh. Mio... Dio! S-Suzette? Sei tu?>>

Taccio, e mi gusto la scena ridendo sotto i baffi.

<<Suzette...?>>

Il volto di Draghetto è atterrito, mentre con la mano fremente tenta di arrivare all'interruttore della abat-jour.

<<Perché proprio a me!>> continua a imprecare, nel frattempo che la luce artificiale squarcia il buio.

<<Non lo so perché proprio te>> rispondo alzando le spalle. <<Ma fatto sta che è così, e dovrai sopportarmi.>>

Si volta in direzione della mia voce. È smarrito, e goccioline di sudore gli imperlano la fronte. Resta in silenzio muovendo solo le labbra, dalle quali parola non esce.

<<Sono rimasta scioccata anch'io quando ho appreso che tu potessi sentirmi. Hai paura?>>

<<Perché non posso vederti?>> chiede, e poi si porta al petto il mio pupazzo.

<<Non lo so. E spero di risolvere presto questa situazione.>>
Mi avvicino per poi carezzare il suo volto roseo e appagato. <<Puoi sentire la mia mano, però. Ti sto toccando la guancia destra, ora.>>

Inclina il capo sulla sua stessa spalla, mentre io concentro le energie sulla mia mano per far sì che possa percepire una qualsiasi cosa.

Il calore del tocco impercettibile lo fa sussultare: <<Suzette... mi sei mancata da impazzire. Io...>>

<<Shh... Non ora Draghetto. So di cosa vuoi parlare, ma non è il momento. Adesso...>>

<<Tu sai cosa voglio dire?>> ritrova la posizione corretta per poi avvampare nel volto. <<Come... come...>>

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