Stare al proprio posto

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"Ma che fa? Entra? Non entra?, chiese infastidita una donna dal vestito cannella, su cui tintinnava una lunga collana di lapislazzuli."

"Dovremo mica uscire noi dal ristorante, per vederlo?, fece eco il marito. Eh? Dico io. Dovremo mica andargli incontro?"

Un terzo cercò di buttare acqua sul fuoco.

"Ma no, quante storie. Un po' di pazienza. Eccolo che viene. Del resto Giulia ci ha confermato..."

"Giulia, Giulia! Giulia è oro colato quando è nel suo. Ma qui non è di lei... Sì, ci capiamo..."

Nonostante le rassicurazioni l'ospite non si decideva ancora ad entrare. Dopo aver fatto sentire il rumore della macchina sportiva sotto le finestre del ristorante, niente. Non se ne era saputo più nulla.

"E invece ti dico che ha ragione lei, disse la donna col vestito cannella. Non lo senti che sta litigando?"

Per dare più peso alle proprie parole, le accompagnò con un solo battito delle mani, come se fosse un accento. Come a sancire il fatto di aver ragione.

"Ed eccoci qua: tre minuti? Cinque minuti? E siamo già ad alzare la voce. E con chi poi? Se penso che io..."

"Ma sì, ma sì. Un attimo. È così, è fatto così. Questo lo sapevamo tutti fin dall'inizio. Ho un'idea, ascoltate: senza stare troppo a pensarci su: mandiamoci il Mario. E stop."

Un altro intervenne, nel momento meno opportuno:

"Ma è vero che è mezzo zingaro? Per parte di madre, dico? Io l'ho sentito dire. Cosa che, tra l'altro, spiegherebbe molte cose..."

Qualcuno annuì, con silenziosa intelligenza. Altri si mostrarono irritati per l'interruzione, tanto che, trascurando l'intervento, sostennero decisi la proposta precedente:

"Io concordo: mandiamoci il Mario. Che non abbiamo tutta la sera per andar dietro a queste cose."

Una donna fece cenno al maître di avvicinarsi, in modo che suo marito potesse fargli una richiesta. Anche se, per finezza, la chiamò preghiera.

"Una preghiera, Mario..."

"Senz'altro."

"Se può indicare al signore qua fuori che lo staremmo aspettando... E che avremmo anche piacere di vederlo, al bel fine!"

Il maître aveva già sbirciato dalle finestre per capire le ragioni di tutto quel movimento così capì al volo a chi si stessero riferendo. Gli era bastata un'occhiata per riconoscere il rumoroso personaggio che, entro pochi minuti, avrebbe fatto irruzione nel locale col suo grossolano volume sonoro. Ma si era ritratto dalla finestra col pensiero che, dopotutto, la via era molto lunga, piena di locali... il calcolo delle probabilità... Non è che per forza...

Ora, tuttavia, le cose cambiavano. A partire dalla preghiera. Perché questo lo vincolava e rendeva la sua curiosità qualcosa di professionale. Come servire in tavola senza cacciare le punte delle dita nel brodo. Come ridere alle battute dei clienti senza prendere posizione sulla loro comicità.

Oltretutto la richiesta veniva dal tavolo dei clienti migliori, quelli con illimitato potere di ordinare agnolotti e farli portare indietro che se li aspettavano più asciutti. Sia bravo Mario, abbia pazienza. Quelli per cui anche il sabato a mezzogiorno si poteva aprire, facendo eccezione, perché non c'è un posto migliore, quando si è gli unici clienti, per discutere con calma di certe questioni.

Il Mario sfoggiò un lievissimo sorriso e rispose, impeccabile:

"Perfetto."

All'altro capo del tavolo i malumori serpeggiavano:

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