3-Post-it gialli

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Risposi all'ultima domanda del test senza troppa difficoltà e ringraziai la mia patetica vita che mi permetteva di studiare senza interruzione. Avrei preso sicuramente un'altra A e i miei avrebbero mantenuto la loro promessa.
Se la mia salute fosse stata a posto per più di otto mesi e se avessi preso buoni voti, mi avrebbero permesso di venire a scuola senza Greg. Non che ci tenessi a farmi degli amici, ma essere libera è una cosa che ho sempre desiderato.

Ricontrollai tutte le risposte ma mi fermai quando vidi una pallina di carta raggiungere il mio banco nel silenzio più assoluto. La aprii, cercando di non farmi notare dalla professoressa.

Ehi Murphy, continuo a pensare che io e te dovremmo uscire insieme.
J❤️

Alzai gli occhi al cielo e mi voltai verso il banco affianco a me, dove Jacob Garrett mi sorrideva sghembo.
Presi la penna e scrissi nello spazio libero del foglietto.

Io continuo a pensare che tu dovresti lasciarmi in pace.

Gli lanciai la pallina e lui sorrise leggendone il contenuto. Lo vidi prendere un altro post-it giallo e scriverci sopra.

Potrei considerare questa ipotesi se tu mi facessi dare una sbirciatina al tuo compito. La terza domanda è  A o B?
J❤️

È C, direi che sei messo bene.
Ps:smettila di lanciarmi palline.

Stai facendo dell'ironia? Comunque dovresti firmarti.
J❤️

D'accordo.
Elizabeth Grace Murphy

Non me lo mandi un cuoricino?
J❤️

Non te lo consiglio il mio cuore.
Elizabeth Grace Murphy
Pps: smettila, Jacob.

Secondo me non è così male, devo solo impegnarmi a rompere la pietra che lo circonda. Sai consigliarmi un buon ferramenta?
J❤️

Ho il banco pieno di post-it gialli, dovresti smetterla.
Elizabeth Grace Murphy

Preferisci quelli verdi?
J❤️

Sorrisi leggendo quel biglietto, mentre il suono della campanella interruppe il silenzio della classe.
Mi alzai ed iniziai a sistemare le mie cose, per poi consegnare il test alla professoressa. Uscii dalla classe assieme a tutta la folla e raggiunsi Greg che, come al solito, mi aspettava fuori dalla porta.

"È andata bene?". Chiese, prendendomi la borsa dalle mani e caricandosela in spalla.
Feci per rispondergli quando mi sentii picchiettare una spalla.
Strinsi gli occhi, sapendo già chi fosse, ed implorai Greg con lo sguardo di fare qualcosa per salvarmi.

Mi voltai, trovandomi davanti un Jacob tutto sorridente. Lo guardai dal basso, vista la differenza di altezza, e lo vidi mentre, imbarazzato, si grattava la nuca.

"Senti, ti andrebbe di venire a pranzo? Intendo in mensa, non da soli...". Se non lo avessi avuto tanto vicino non avrei mai pensato che uno come lui potesse balbettare davanti ad una ragazza.

"Non amo la confusione...". Dissi, per poi tirare una gomitata a Greg, chiedendogli aiuto.

"Possiamo prendere qualcosa e mangiare fuori, che dici?". Propose ancora.

"Dice che è perfetto". Strabuzzai gli occhi al sentire la voce di Greg. Lo guardai a bocca aperta mentre mi sorrideva innocentemente.

"Vai pure con lui, Lizzie, io farò due chiacchiere con l'infermiera rossa laggiù". Disse, indicando con lo sguardo l'infermeria. 

"No, io...non...Greg!". Alzai la voce, quando lo vidi allontanarsi e salutarmi con un cenno.

Tornai a guardare Jacob, che sorrideva soddisfatto.

"Pranzerò con te". Alzai le spalle, forzando un sorriso.

Inutile dire che, quando ci videro camminare insieme lungo il corridoio, gli occhi di tutti i presenti furono puntati su di noi, e molti iniziarono a parlottare tra di loro. Abbassai il capo, guardando la punta delle mie converse e la gonna che oscillava in base ai miei passi.

"Ehi Bro!". Riconobbi immediatamente la voce di Oliver Carson e lo vidi avvicinarsi a noi e dare una pacca a Jacob e poi fecero uno strano saluto di rito. Poi i suoi occhi verdi scattarono nella mia direzione.

"Wow, allora sei reale!". Commentò, per poi porgermi la mano. "Oliver, lieto di conoscerla mi lady". Mi diede un bacio sul dorso ed io gli sorrisi.

"Liz". Dissi semplicemente.

"Jake, hai una nuova amica?". Un inconfondibile profumo si diffuse nell'aria quando Debby Williams ci raggiunse assieme al suo fidanzato Cody.

"Ciao, carina la gonna". Mi sorrise la bionda ed io la ringraziai, per poi guardare Jacob piuttosto a disagio.
Lui lo notò ed avvolse un braccio attorno alle mie spalle.

"Scusate ragazzi, ma io e Liz dobbiamo andare a pranzo". Si congedò, e poi ci allontanammo dai suoi amici.
"Scusali, sono molto invadenti".

"Mi piacciono, Oliver è simpatico". Alzai le spalle, e solo a quel punto lui spostò il suo braccio. "Siete amici da tanto, vero?".

"È dalle elementari che mi porto dietro quel bastardo". Disse ironicamente.

Dopo aver preso lui un panino ed io un frullato alla fragola uscimmo dalla mensa e camminammo fino al cortile.

"Dove stiamo andando?". Chiesi.

"Sul campo di football, non c'è nessuno a quest'ora". Disse.

Giusto, lui era il quarterback e non c'era posto migliore del campo per metterlo a suo agio. Involontariamente mi ritrovai a fissare le sue spalle larghe e poi i miei occhi scesero sul suo sedere.
Contegno, Elizabeth. Non è carino guardare il culo ad un ragazzo.

"Va bene qui". Disse, e poi si sedette sull'erba fresca, seguito da me.
"Ho sviluppato una mia teoria su di te".
Sentenziò ad un tratto, interrompendo il silenzio creatosi.

"Sono tutta orecchie". Sorrisi, aspettando che parlasse.

"Allora, tu sei in questa città da quando sei nata ed abitiamo anche nello stesso quartiere, ma non ti ho mai vista parlare con nessuno". Disse. "Sei figlia di un mafioso ma siete entrati nel programma protezione testimoni, quindi sei costretta ad andare in giro con una guardia del corpo perché i nemici di tuo padre potrebbero ucciderti, fine". Concluse, con un tono particolarmente soddisfatto.

Lo guardai in silenzio per qualche secondo, per poi scoppiare in una fragorosa risata.

"Ho sentito di tutto sul mio conto, davvero. Gente che pensa che io sia di sangue reale, o un fantasma addirittura". Dissi tra le risate. "Ma mai, e dico mai, qualcuno ha pensato che fossi nel programma protezione testimoni".

"Ho una mente particolare, è una delle mie tante doti". Si vantò.

Quando riuscii a fermare le risate, lo trovai intento a fissarmi con uno strano sguardo.

"Che c'è?". Chiesi, portando indietro una ciocca di capelli.

"Tu mi piaci, Murphy". Ammise, senza l'accenno di un sorriso. Era serio questa volta, non lo diceva per scherzare e questo spiazzò anche me.

"Anche tu sei a posto, Garrett".

Finché il cuore batteWhere stories live. Discover now