5-Fuori dall'aula

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Quella mattina mi ero resa conto di essere nei casini. Avevo detto a Jacob Garrett che sarei uscita con lui sabato, quel giorno era sabato ed io non ero ancora stata capace di dire qualcosa ai miei genitori.
Come avrei fatto ad uscire? Serviva un miracolo. Spostai lo sguardo dalla strada e lo puntai su Greg, intento a guidare.

"Greg?".

"Mh?".

"Io...cioè...io...".

"Che c'è, ti senti male?". Si allarmò, voltandosi verso di me.

"No, sto benissimo". Dissi.
Avanti Elizabeth, hai subito tre interventi a cuore aperto, cosa c'è di peggio?
"Stasera devo uscire con una persona". Sputai fuori.

"Cosa? Tu esci con qualcuno?".

"Beh, no. Per il momento no, ma mi ha invitata ed io potrei aver agito d'istinto ed aver accettato". Mordicchiai l'unghia del pollice sotto il suo sguardo attento.

"D'istinto? Seriamente, Lizzie? È l'ultima cosa che dovresti fare nelle tue condizioni".

"Lo so, Greg, e mi dispiace ma...". Sospirai. "Volevo sapere cosa si provasse ad avere un appuntamento, almeno una volta nella vita". Abbassai la testa e restammo in silenzio finché non arrivammo davanti scuola.

Sganciai la cintura di sicurezza e feci per scendere dalla macchina, ma venni interrotta dalla voce di Greg.

"Dirò ai tuoi genitori che stasera ti porto a fare un eco cardiogramma per accertarci che tu stia bene, per l'orario li chiamerò e fingerò che a causa di un danno alle macchine faremo tardi". Disse.

Sorrisi a trentadue denti, per poi avvinghiarmi a lui come un koala. Ricambiò l'abbraccio, accarezzandomi la schiena delicatamente.

"Grazie grazie grazie". Gli sorrisi.

"Te la meriti anche tu qualcosa".

Scendemmo dall'auto e lui, come al solito, mi accompagnò fino alla porta
della mia classe, dove lo salutai ed entrai.
La professoressa non era ancora arrivata quindi raggiunsi il mio banco in silenzio.
La mia attenzione venne catturata da un post-it giallo, e non ci misi molto a capire a chi appartenesse.

8pm al parco.
Ps: sei molto carina con le trecce.
J❤️

Mi voltai verso il suo banco, scorgendolo intento a guardarmi. Mi toccai una delle due trecce e mi domandai dove mi avesse vista quella mattina.
Mi sorrise, per poi salutarmi con un occhiolino.

Mi decisi a sedermi solo quando mi accorsi che sembravo una stupida mentre lo guardavo, noncurante del fatto che mezza classe mi stesse fissando.
Poi entro la bestia, ovvero la professoressa Ray, una vecchia zitella che doveva possedere almeno ventiquattro gatti. Lei era l'unica che nella sua classe esigeva che i banchi fossero singoli ma me la cavavo con la sua materia.

"Vi ho portato le verifiche e mi rincresce dover leggere ancora tali orrori". Disse subito dopo aver preso posto.
Tirò fuori dalla borsa una pila di fogli e li sbattè violentemente sulla cattedra.

"Carson, andiamo sempre peggio". Disse, facendo sobbalzare Olly che non si aspettava di sentire il suo nome.
"Alla domanda: 'quale imperatore romano nominò il suo cavallo senatore?' ha risposto 'Equinio il Superbo'. Bene, mi spieghi chi era questo tale!". Alzò la voce.

Io come tutti scoppiai a ridere per quella risposta, mentre Oliver rimaneva tranquillo e rivolgeva un sorriso innocente alla professoressa.

"Ero indeciso tra Equinio Prisco ed Equinio il Superbo, li confondo sempre". Rispose lui, facendoci ridere ancor di più.

"È Tarquinio, TARQUINIO, e non era neanche un imperatore, ma un re!". Sbraitò, alzandosi di scatto.
"Perché noi sappiamo che il primo ad utilizzare il titolo di imperatore fu..?".

"Giulio Cesare?". Rispose. "O Gaio Cesare, confondo sempre anche loro". Rise.

"Adesso basta, fuori dall'aula!". Urlò.

"D'accordo, le prendo un caffè visto che sono fuori?". Chiese, venendo subito fulminato con lo sguardo.
"Meglio una camomilla?".

"FUORI!". Olly si chiuse la porta alle spalle e la professoressa Ray puntò le sue iridi azzurre su di noi.

"E voi, branco di incapaci, avete raggiunto a stento la sufficienza". Disse. "A parte la signorina Murphy, lei ha preso una A".
Mi rivolse un sorriso, facendo un cambio nettamente bipolare.

"Ci credo che prende sempre A, non esce mai di casa...". Il commento di Tanya Stewart non fu abbastanza alto da arrivare alla professoressa, ma sicuramente era arrivato a me, così come le risatine delle sue amiche vestite della divisa da cheerleader.

"Tanya, fottiti". Spalancai gli occhi nel sentire la voce di Jacob e mi voltai nella sua direzione. Questo, però, la professoressa lo aveva sentito.

"Questo è troppo! Garrett, raggiunga il suo amico in corridoio!". Urlò la vecchia gattara. Sapevo che intervenendo mi sarei messa al centro dell'attenzione ma fu più forte di me.

"Professoressa?". Alzai la mano.
Jacob si fermò al centro della classe.
"Gli ho detto io di dirlo".

"No, non è vero". Rispose lui.

"Si, Jacob, smettila di coprirmi". Recitai, sentendomi addosso gli occhi di tutti, compresi quelli infuocati di Tanya.

"Basta, basta con queste chiacchiere! Fuori, entrambi!".

A quel punto mi alzai e raggiunsi Jacob, ed insieme uscimmo dall'aula.

"Perché lo hai fatto? Me la stavo cavando benissimo!". Mi rimproverò.

"Facendoti cacciare fuori?". Incrociai le braccia, guardandolo con sfida.
"L'unico problema è che credo che ora Tanya mi odi".

"Tanya ti odiava anche prima". Scosse la testa.

"No, mi ha sempre ignorata prima che...".

"Prima che lei ti vedesse con me". Concluse. "Stavamo insieme al primo anno ed è ancora convinta che io sia di sua proprietà".

"E lei per te non è più niente?". Chiesi, abbassando il tono della voce.

"Che rimanga tra me e te..". Disse, poggiandosi contro un armadietto.
"Al momento ho occhi solo per una certa bionda".

Pensai subito a tutte le bionde della scuola e poi mi diedi della stupida quando vidi che mi fissava con un sorrisetto.
Ero io quella bionda.

"Okay okay. Non sono per nulla sorpreso di vedere fuori Jake, ma tu, Elizabeth Murphy...sei per caso posseduta da un demonio?". Olly ci raggiunse con in mano una bibita super gassata che vendevano alle macchinette. Forse era quella roba che lo rendeva tanto iperattivo.

"Olly, vacci piano con lei". Jacob intervenne, mettendo una mano avanti.

"Ho capito che è roba tua, non serve che tu le pisci addosso per marcare il territorio". Commentò ironicamente.

"Io non sono roba di nessuno". Risposi a tono.

"Si, sei decisamente posseduta da un demonio".

SPAZIO AUTRICE
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Finché il cuore batteWhere stories live. Discover now