15-Olly ci ha preso

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ATTENZIONE!
Dopo questo capitolo tenterete probabilmente il suicidio o veneficio nella mia persona.

Avevo deciso che ne avrei parlato con Jacob. Volevo dirgli la verità, anche se sapevo che lo avrei perso.
Rinunciare alla mia felicità per garantire a lui la felicità era decisamente un atto d'amore, ed io ero pronta a compierlo.
Questo non è il mio lieto fine, e neanche mi aspettavo di averlo, però non stavo male. Sapevo a cosa stessi andando incontro ma ne ero sicura, gli avrei detto la verità e lo avrei lasciato andare.
Non avevo paura, non ero agitata, almeno finché non arrivai su quel campo da football. Sapevo di trovarlo agli allenamenti e ne ebbi la conferma quando, in mezzo a un sacco di ragazzi in uniforme, vidi la sua maglietta con il numero 11. Dovevo sembrare un'idiota perché mi ero fermata in mezzo al campo nel bel mezzo di un allenamento e l'attenzione di tutti ora era su di me.
Quando anche il diretto interessato prese a guardarmi, mi feci coraggio.

"Possiamo parlare?". Chiesi, alzando la voce per la distanza che ci separava.
Si tolse il casco, scuotendo la testa per aggiustare i capelli, e poi annuì, venendomi incontro.

Camminai con lui alle spalle fino ad arrivare in un punto più isolato.
Quando lo guardai negli occhi, tutte le mie certezze svanirono.

"Non ho molto tempo, devo tornare ad allenarmi". Disse, incitandomi ad iniziare.
Presi un respiro profondo, annuendo per convincere me stessa.

"Volevo scusarmi per il mio comportamento di ieri e dirti che non è stata colpa tua. Ogni tuo gesto nei miei confronti è sempre stato fantastico, tu sei fantastico e meriti una persona che possa darti lo stesso". Dissi.

"Ehi, non è la fine del mondo". Scosse la testa. "Insomma, ci sono rimasto male perché credevo di averti dimostrato che puoi fidarti di me, ma ti capisco se hai avuto paura che io..".

"No, J, io volevo che tu mi toccassi, lo volevo davvero. Mi fido ciecamente di te". Lo interruppi. "Non sei tu il problema".

"È tutto okay, Murphy, la prossima volta mi assicurerò che tu sia pronta, andrà meglio". Si avvicinò di un passo, allungando una mano sul mio viso.

La bloccai, facendo scattare i suoi occhi nei miei, preoccupati.

"Non ci sarà una prossima volta, J".

Trattenne il fiato, guardandomi interrogativamente.
"Ma hai detto che..".

"Lo so quello che ho detto, ed è la verità". Annuii. "Volevo che tu mi toccassi, ma ti ho fermato perché non volevo che vedessi...".

"Perché devi fare così? Non ha senso continuare a mentirmi, Liz, vuoi lasciarmi? Va bene, ma almeno dimmi la verità". Si allontanò.

"Se solo mi lasciassi spiegare, Jacob...".

"Che cosa? Cosa vuoi spiegarmi? Che non sono abbastanza educato per te? Non sono un bravo ragazzo, Elizabeth, adesso lo sai, ma ho cercato di esserlo, per te. Ho studiato per te, per poterti piacere, perché sei così...Sono solo un cretino, tu non centri niente, ho sbagliato ad innamorarmi di te". Scosse la testa, voltandomi le spalle per iniziare ad allontanarsi.

"Jacob!". Urlai. "Jacob aspetta, ti prego!"
Il fiato cominciò a mancarmi mentre correvo per raggiungerlo.
La mia vista era annebbiata e tutto sembrava girarmi intorno.
Non adesso.
Pregai il mio cuore.
Aspetta solo un attimo, dammi la possibilità di dirgli che lo amo.
Batteva, batteva forte e poi sempre più piano. Il petto pungeva e il fiato mi si fermò in gola, bloccando anche i miei piedi.

Finché il cuore batteWhere stories live. Discover now