Capitolo 2

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La primavera passò più velocemente del previsto grazie ad Anthony e al suo gruppo. Noah si sentiva finalmente parte di qualcosa, un qualcosa che gli donava spensieratezza e divertimento, emozioni che non aveva mai provato prima d'allora.
Le sere iniziarono ad essere sempre più calde e il gruppo iniziava a tornare a casa sempre più tardi. L'estate era alle porte e Noah non poteva che esserne felice.
Il gruppo si spostò al parco della città, dove tutti i ragazzi si riunivano sulle colline per ascoltare musica, giocare a palla e scherzare. Non aveva mai visto così tante persone lì. Era fortunato, abitava a pochi passi da lì, aveva tutto a portata di mano, e il che rendeva il tutto ancora più meraviglioso.
Una sera, mentre gli altri fumavano, Alexia, Julienne e Noah si isolarono per parlare dell'estate che avrebbero vissuto a distanza di giorni.

<<Voi quando partite?>> Domandò Alexia.

<<Io arrivo il 2 luglio.>> Rispose Julienne. <<E tu?>>

<<Io parto domenica.>> Alexia rivolse uno sguardo a Noah. <<E tu quando parti?>> Domandò sorridendo.

<<Dopodomani.>> Noah guardò in profondità, senza un vero obbiettivo, e sorrise.

<<Non vedi l'ora, vero?>> Domandò Julienne sorridendo.

<<Sì... e ho un po' paura.>>

<<Di cosa?>> Chiese Alexia incuriosita.

<<Tom...>>

<<Ah già.>> Julienne rivolse uno sguardo ad Alexia, uno di quelli che si scambiavano quando volevano dirsi qualcosa ma non potevano.

<<Sai quando arriva?>> Domandò Alexia.

<<Dopodomani.>> Noah sorrise per il nervosismo.

<<Io arrivo tra tre giorni, resisti, d'accordo?>> Disse Alexia abbracciandolo e, subito dopo, si unì anche Julienne.

<<Non puoi rimandare la partenza di qualche giorno così parti con me?>>

<<Devo vedere un po', i miei hanno già comprato tutto e poi stare lì credo che mi farà bene. Sono in questo gruppo da circa un mese ma ancora non mi integro tranne per Daniel, perciò rimanere per stare sempre con voi due, non che non mi piaccia sia chiaro... beh, è un po' inutile non trovate?>>

<<Comunque è assurdo come Daniel si sia preso a cuore Noah, non trovi Julienne?>> Domandò Alexia guardando Daniel mentre infastidiva gli altri.

<<E la cosa bella è che ha capito solo con il tempo che Noah è tutto ciò che lui credeva di odiare.>> Julienne rise.

<<Ragazze!>> Noah rivolse uno sguardo tenero alle amiche per poi scoppiare in una risata accompagnata da un abbraccio.

Quel mese fu particolare per Noah. Iniziò ad impiegare il suo tempo per migliorare se stesso, a partire dall'attitudine, per finire alle abitudini. Si svegliava presto, andava a correre al parco per poi fare colazione con un bicchiere di succo di frutta e una merendina. Durante il pomeriggio studiava il coreano mentre la sera usciva con il gruppo. Ogni giorno provava approcci diversi che però si rivelarono nulli. Soltanto Daniel seppe cogliere il potenziale di Noah. Lentamente i due iniziarono a parlare e a ridere, come se fossero amici da una vita. Passarono dalle conversazioni più disparate, alle prese in giro verso le ragazze del gruppo. Per Noah, Daniel era una delle scoperte più belle che potesse fare. Era tutto fumo e niente arrosto: si professava cattivo, omofobo, razzista, ma la verità era che tutto era, tranne che ciò che pensava di sé.
Era buono, altruista, protettivo e leale.
Fu proprio Daniel ad introdurlo ai "piani alti" del gruppo una volta arrivati al parco e sempre Daniel era colui che gli teneva compagnia quando le ragazze andavano per fatti loro.
Durante tutte quelle sere Noah ci aveva fatto l'abitudine ad essere ignorato da tutti. Arrivavano ragazzi da ogni dove ma nessuno di loro si presentava o lo calcolava. Gli passavano davanti come se fosse invisibile, come se non ci fosse minimamente e, al lungo andare, Noah non ebbe nemmeno più le forze di prendersi veleno per cose che non meritavano nemmeno la sua attenzione.
Fra tutti quello che lo ignorava maggiormente era Gabriel. Con l'altro gruppo Noah notò che Gabriel scherzava e si azzuffava senza alcun tipo di problema ma, quando toccava al gruppo del villaggio, si ammutoliva e stava per fatti suoi.
Forse non si trovava bene, forse preferiva stare con altri quando poteva, le domande erano tante e le risposte erano davvero poche, ma Noah aveva smesso di fare scienze investigative a casi umani, voleva solo divertirsi, aspettarsi niente, e godere delle piccole sorprese della vita, come Daniel.
La serata passò velocemente, più del normale. I gruppi si divisero e Noah notò che una piccola parte del parco fu allestita per un compleanno. C'era un tavolo al centro di una rotonda con una infinità di alcol. Alcune persone si radunarono e il gruppo del villaggio si avvicinò.
Noah rimase indietro domandandosi se fosse opportuno che lui andasse o meno ad uno stappo alla quale non era stato invitato o desiderato.

<<Vieni?>> Domandò Anthony prendendolo per il braccio.

<<Non so se è una buona idea. Di chi è il compleanno?>> Domandò Noah tenendo sotto controllo la situazione.

<<Gabriel, dai vieni!>>

Noah respirò profondamente e si avvicinò.
Mentre tutti iniziarono a cantare "Tanti auguri a te", Noah si limitò ad applaudire alla fine della canzone e a sorridere per il baccano che stavano facendo.
Il festeggiato iniziò a versare da bere in tutti i bicchieri vuoti che erano sul tavolo e, uno ad uno, li portò ai suoi invitati.
Arrivò al gruppetto del villaggio e, velocemente, diede i bicchieri ad Anthony e Alexia, mentre Joseph e Julienne ridevano mentre si davano fastidio a vicenda.
Noah osservò la situazione ed iniziò a sentirsi davvero di troppo. Gabriel barcollò lievemente verso Noah per poi passargli di fianco con dei bicchieri in mano, in direzione degli altri due rimanenti.
Brindarono tutti alla salute e, subito dopo, non si capì nulla. Iniziarono a volare piatti di plastica, bicchieri, alcol. Era uno degli stappi più pazzi e divertenti alla quale Noah avesse partecipato, se non forse proprio l'unico.
Da astemio non era un problema per lui non bere, ma il gesto di Gabriel lo segnò comunque.

<<Visto che pazzi?>> Domandò Anthony con un bicchiere in mano.

<<Già.>>

<<Che succede?>>

<<Nulla.>>

<<Che succede?>>

<<Nulla, davvero.>>

<<Quante volte dovrò chiedertelo prima che mi dirai la verità?>>

<<Sei sicuro che sono il benvenuto?>>

<<Noah, basta farti seghe mentali, divertiti, d'accordo?>> Anthony buttò giù un bicchiere intero di prosecco. <<Guarda, il festeggiato sta arrivando tutto barcollante.>> Disse ridendo. <<Sarà ubriaco marcio.>>

Quando Gabriel arrivò, abbracciò Anthony e si mise a ridere senza motivo per poi guardare Noah.

<<Ho saputo che è il tuo compleanno, auguri.>> Disse Noah sorridendo.

<<Grazie.>> Gabriel si avvicinò e lo abbracciò. <<Foto di gruppo?>> Urlò.

<<Vai, chiama gli altri.>> Disse Anthony.

<<No, solo noi, solo quelli del villaggio.>>

A scattare la foto fu il fratello di Gabriel. Lui si mise al centro, Anthony al suo fianco e Noah subito dopo.
Quando Noah vide la foto scattata, sorrise. Era vero che l'alcol rendeva le persone più simpatiche, Noah se ne rese conto quella sera, e questo gli faceva venire voglia di ubriacarsi per la prima volta.
Come sarebbe stato? Cosa si provava? Sapeva solo che se l'alcol lo aiutava a fare amicizia, allora avrebbe iniziato a bere.
Era un pensiero stupido, molto stupido. Ma come si ripeteva, nel 2019 il mondo gira al contrario, o ti adatti, o rimani solo.
Il vecchio Noah sarebbe molto deluso del comportamento che stava avendo ultimamente, ma quando ci ripensò, scrollò la testa e continuò a godersi la serata.
Quando tornò a casa Anthony gli inviò la foto che avevano scattato e, proprio mentre era a letto, sorrise ingenuamente all'idea che forse c'era ancora speranza con il ragazzo che credeva che lo odiasse, che forse di odio non si trattava ma che effettivamente era semplicemente strano proprio come Alexia disse.
Spense il telefono e cercò di dormire, aveva bisogno di più forze possibili. La partenza era ormai imminente e il pensiero che Daniel e Gabriel si unissero al gruppo quell'estate non fece altro che alimentare impazienza nell'anima di Noah.
Sapeva che c'era qualcosa che non andava, ma non voleva nemmeno illudersi per l'ennesima volta.

<<Sarà un'estate interessante.>> Disse prima di chiudere gli occhi e addormentarsi.


Come un tuono all'improvvisoWhere stories live. Discover now