Capitolo 28

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10 Agosto 2019

Mentre Gabriel era sul traghetto per la Grecia era assorto nei suoi pensieri. Guardava l'orizzonte pensando soltanto ad una persona: Noah.
Si guardò intorno e capì che, nonostante si ritrovasse nel suo mondo, si sentiva un po' spaesato, come se il villaggio gli avesse dato una nuova idea di "casa".
La musica ad alto volume non aiutò la sua testa a ragionare e, quando i suoi amici arrivarono per farlo svagare un po', lui subito non diede nell'occhio e si buttò nella mischia.
Iniziò a ballare con tutto l'alcol che c'era su quella barca. Un sacco di ragazze iniziarono a strusciarsi vicino a lui e alla sua comitiva.
Tra una birra e l'altra Gabriel iniziò a perdere la considerazione del tempo. Era ancora abbastanza lucido da dirigersi alla prua dell'imbarcazione.
La musica era finalmente lontana e guardò ciò che aveva davanti: il mare.
Il tramonto era stupendo e portò la mente ai giorni precedenti. Prese il telefono in mano, lo guardò e sorrise.

<<Non ho nemmeno il suo numero...>> Sussurrò Gabriel.

Portò lo sguardo all'orizzonte, immaginandosi che forse anche Noah stava guardando quel tramonto e che, forse, non erano così tanto lontani.
Il calore del sole seppe rincuorare Gabriel. Non sapeva perché, non era nella sua indole abbattersi, ma si sentiva qualcosa dentro, come un senso di colpa che però doveva ancora sfociare.
Si lasciò trasportare dalla brezza marina e, lentamente, riuscì ad intravedere la Grecia.
Da dietro qualcuno lo toccò: era una ragazza. Bionda, magra e con delle labbra da sogno.

<<Ehi.>> Disse lei.

<<Ciao.>> Rispose Gabriel.

<<Come mai tutto solo?>>

<<Non mi sento tanto bene, sarà il mal di mare.>>

<<Ti ho notato nella pista, sai?>>

<<Ah sì?>> Domandò Gabriel ridendo.

<<Tu e i tuoi amici volete unirvi alla nostra comitiva?>> Domandò la ragazza indicando un gruppo di ragazze altrettanto belle.

Gabriel guardò inizialmente il gruppo, sorrise ma, subito dopo portò lo sguardo sulla ragazza. <<Lo vedi quel ragazzo lì?>> Gabriel indicò il suo compagno di avventure, Maurice. <<Vai da lui e chiediglielo, io non sono dell'umore giusto.>>

La ragazza si avvicinò a Gabriel e gli diede un bacio sulla guancia per poi avvicinarsi alle labbra.

<<Comunque io sono Alida, piacere di conoscerti.>>

<<Gabriel.>>

<<Ci vediamo a terra allora, Gabriel.>>

Quando la ragazza se ne andò Gabriel iniziò a sudare freddo. Si affacciò nuovamente al mare e fece un profondo respiro.
Arrivato a terra lui e Maurice iniziarono a disporre i bagagli e a raggiungere le più belle discoteche della Grecia.
Tra un luogo e l'altro Gabriel spesso prendeva il telefono per sentirsi con alcuni ragazzi del villaggio. Riuscì a parlare con Alexia, Joseph e Anthony.
Tra un messaggio e l'altro Gabriel cercò di domandare di Noah ma soltanto Anthony seppe dargli delle effettive risposte e Gabriel sapeva anche il perché.
Era notte fonda, Gabriel stava tornando in albergo, aveva totalmente perso Maurice. L'ultima volta che lo vide era con una ragazza in pista da ballo, era proprio Alida.
Quando Gabriel vide il tutto si mise a ridere.
Andò al porto per riflettere. Stava forse sprecando la sua vacanza?
Guardò il mare di notte, era così affascinante. Così oscuro ma, allo stesso tempo, così puro. Gabriel fissò nuovamente l'orizzonte cercando risposte ma, la verità era che, non sapeva nemmeno cosa si stesse domandando.
Un mix di emozioni attraversavano il suo corpo. Gli mancava Noah, era una dato di fatto, ma era opportuno rinunciare ad una vacanza per un ragazzo?
Qualcuno lo toccò da dietro.
Ci risiamo, si disse in testa.

<<Scusami.>> Una voce femminile e gentile colse l'attenzione di Gabriel.

<<Dimmi.>> Quando Gabriel si girò vide che la ragazza che gli stava parlando, alta, occhi verdi, capelli a caschetto marroncini, aveva l'aria di chi in realtà aveva sbagliato destinazione per le vacanze.

<<Ti dispiace se mi unisco?>>

<<Affatto.>> Gabriel fece spazio.

La ragazza aveva un vestito a fiori lungo e dei sandali e, a differenza di Alida, sembrava innocua.

<<Anche tu qui a riflettere?>> Domandò lei.

<<Già, anche io qui a riflettere...>> Ripeté Gabriel.

<<Sono Cassandra, piacere.>>

<<Piacere mio, sono Gabriel.>>

<<Le mie amiche amano l'alcol e i ragazzi. Mi avevano promesso un viaggio di maturità diverso dagli altri... ho sbagliato a fidarmi.>>

<<Hai proprio l'aria di chi non vorrebbe essere qui.>> Disse Gabriel.

<<Anche tu, sai?>> Rispose Cassandra ridendo.

<<Hai ragione, ho provato a negare a me stesso l'evidenza...>>

<<Posso sapere cosa ti affligge?>>

Gabriel la guardò dubbioso.

<<Non mi vedrai mai più nella tua vita, conviene condividere i segreti con gli estranei. Gli amici spesso ti fregano.>>

Gabriel ci pensò su. <<Mi manca qualcuno.>> Disse lui.

<<E questo qualcuno è speciale per te, no?>>

<<Tanto...>>

<<E dov'è?>>

<<A chilometri da me.>>

<<Perché non torni prima?>>

<<Non posso, darei nell'occhio.>>

<<È la tua ragazza?>>

Gabriel sorrise. <<Vorrei tanto che lo fosse.>>

<<Diglielo.>>

<<Devo prima capire cosa voglio, soltanto dopo potrò dirlo.>>

<<E tu cosa vuoi?>>

<<Non essere qui, e tu?>>

<<Non essere qui.>>

I due si ritrovarono a ridere.
Andarono ad un bar vicino, si presero un piccolo aperitivo e scambiarono quattro chiacchiere. Cassandra capì soltanto quando l'alcol fece effetto su Gabriel che il ragazzo stava parlando in realtà di un maschio e non di una femmina.
Cassandra accompagnò Gabriel all'hotel, si reggeva a malapena.

<<Credo tu sia arrivato.>> Disse Cassandra ridendo.

<<Grazie per la serata.>> Gabriel si buttò in avanti come se volesse baciarla, ma si fermò.

<<Buonanotte Gabriel, pensa a ciò che vuoi veramente, la vita è la tua, ricordalo.>>

Poi la ragazza svanì come se tutto quello fosse stato un miraggio.
Gabriel inviò un messaggio ma, questa volta, a Julienne.
Sorprendentemente il telefono di Julienne prendeva e rimasero svegli tutti la notte a parlare del più e del meno.
Tra una chiacchiera e l'altra Gabriel notò che, contro ogni volontà, quella ragazza riservava davvero molte sfaccettature che gli erano sfuggite al villaggio forse per via di Noah.
Si addormentò sul letto privo di conoscenza con la puzza di alcol sotto al naso.

Come un tuono all'improvvisoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora