Capitolo 17

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Noah e Gabriel giacevano sul letto dormendo. Erano abbracciati, nessuno dei due si rese conto che se qualcuno li avesse visti sarebbe finita, ma non se ne importarono, Gabriel non se ne importò. Era lì che stringeva la persona più importante per lui in quella notte ghiacciata di piena estate. Era oramai il suo terzo giorno lì e gli sembrava come se fosse passata un'eternità. Aprì gli occhi nel pieno della notte solo per assicurarsi che Noah fosse lì e, una volta avutane conferma, si riaddormentò. Noah non sentiva freddo, le braccia di Gabriel erano di un calore unico, mai provato. Il conforto che quella situazione gli dava gli fece fare uno dei suoi sogni più belli.
Era mattina, si svegliarono per dei lavori che i manutentori del villaggio stavano facendo. Stando all'esterno era normale che loro due fossero i primi a svegliarsi. Quando Noah aprì gli occhi e guardò quelli di Gabriel sorrise. Era felice.

<<Buongiorno.>> Sussurrò accoccolandosi tra le sue braccia.

<<Buongiorno.>> Rispose Gabriel baciandolo dolcemente sulle labbra. <<Dormito bene?>>

<<Molto.>>

<<Sicuramente meglio del tetto della palazzina abbandonata.>>

Noah rise. <<Già, però ormai è un posto speciale quello.>>

<<Hai ragione.>> Gabriel gli sorrise e lo strinse a sé. <<Vuoi qualcosa per colazione?>> Gli domandò poi.

<<Addirittura?>> Domandò Noah. <<Ma non hai la gamba che ti fa male?>>

<<Sì, ma un po' di colazione non farà male a nessuno.>>

<<Andiamo a prepararla a casa, almeno non svegliamo gli altri.>> Propose Noah.

<<D'accordo.>> Disse sorridendo Gabriel.

Insieme arrivarono a casa di Noah. Nel tragitto, data l'ora, scherzarono tenendosi per mano. Sapevano che nessuno li avrebbe visti, erano tutti al mare con quel caldo anche se dei tuoni erano udibili in lontananza.

<<Mi era mancata casa tua.>> Disse Gabriel non appena entrò.

<<Quanto è bella?>>

<<Tanto.>> Gabriel fissò Noah mentre si sedeva sul divano.

<<Cosa vuoi per colazione?>> Domandò Noah sedendosi lentamente sopra di lui.

<<Ma non dovevo prepararla io?>>

<<Tu riposa la gamba, poi me la preparerai.>> Disse ridendo. <<Io mi prendo una tazza di latte al cioccolato.>>

<<Ma che cucciolino.>> Disse Gabriel prendendo in giro Noah. <<Io un caffè grazie, ah, e una brioche se possibile, la ringrazio.>>

Noah diede uno schiaffo al braccio di Gabriel ridendo e, subito dopo, Gabriel tirò Noah per baciarlo e fargli del solletico alla pancia.
Mentre Noah preparava la colazione Gabriel era lì, come un cane da caccia, a seguirlo con lo sguardo. Non gli tolse gli occhi di dosso. Noah mise un po' di musica ed iniziò a preparare il tutto a ritmo, e quei gesti di pura innocenza non fecero altro che far scattare un sorriso in Gabriel. La sua anima si stava alleggerendo e forse era proprio grazie al ragazzo che era lì con lui.

<<Vai al mare oggi?>> Domandò Noah.

<<Non credo, voglio far riposare la gamba.>>

<<Ok, allora non ci vado nemmeno io.>>

<<Sei scemo? Fa caldissimo oggi, vacci, io dormirò.>>

Come un tuono all'improvvisoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora