Capitolo 15

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Fu Noah il primo ad aprire gli occhi. Una leggera brezza fresca di mattina lo colse impreparato. La temperatura recentemente era abbastanza calda ma nonostante tutto la sera dovevi assolutamente coprirti, Noah fece l'errore di avere buona fede nel meteo.
Quando prese conoscenza vide che la sua testa era poggiata sul braccio di Gabriel mentre lui lo proteggeva con un abbraccio. Avevano dormito così per tutta la notte. Noah sorrise inconsciamente nel vedere quella scena. Era così bello mentre dormiva, di quelle bellezze che non aveva mai visto prima. Come poteva qualcuno essere così? Come poteva non avere una imperfezione agli occhi di Noah? Si guardò attorno confuso e notò la tranquillità mattutina del villaggio: gli era tanto mancata. Fece un profondo respiro e guardò la montagna con gli occhi socchiusi per la troppa luce.
Chinò il capo come per riscaldare i suoi muscoli. Con il sonno leggero che aveva non sarebbe più riuscito a prendere sonno in quelle condizioni. Tolse il braccio di Gabriel, lo guardò ancora per un po', sorrise e si mise a sedere sul bordo della struttura. Stava osservando la chiesetta, c'erano dei bicchieri di plastica e dei fazzoletti a terra, dovevano essere stati gli altri. Cosa gli era successo? Quando sono usciti dal bosco? Ma soprattutto perché Noah non li ha sentiti passare sotto le loro teste?
Passò una mezz'oretta e Noah era ancora lì a gustarsi la vista. Rifletté molto su quello che gli stava capitando. Era strano come stesse andando tutto bene. Aveva tanto desiderato Gabriel ma non era solito ricevere quello che amava. Spesso si accontentava o altre volte era costretto a sentirsi sempre i soliti rifiuti porti con le solite frasi come: sei un ragazzo fantastico ma, se soltanto fossi come te, credo tu abbia frainteso.
Quella volta no, non ebbe nemmeno il bisogno di dirglielo, la connessione tra di loro a quanto pare era realmente forte come Noah percepiva.
Sentì dei rumori dietro di sé e si voltò. Gabriel si stiracchiò, fece anche lui un respiro profondo e aprì gli occhi.

<<Buongiorno.>> Disse Noah sorridendogli.

<<Ehi.>> Gabriel gli sorrise. <<Da quanto sei sveglio?>>

<<Non molto.>> Noah si alzò e si pulì il pantalone.

<<Vieni qui.>> Gabriel fece cenno con le braccia.

<<Dovremmo andare a casa.>> Disse Noah una volta tra le braccia di Gabriel.

<<Hai freddo?>>

<<Un po'.>> Disse Noah con tutta la tenerezza che riservava per lui.

<<Allora andiamo.>> Gabriel baciò Noah sulla guancia e poi lo aiutò a salire.

Scesero insieme dalla struttura abbandonata, il villaggio si rivelò essere totalmente vuoto. Durante il ritorno per scherzare iniziarono a spintonarsi e a darsi fastidio. Era una complicità tutta nuova per Noah, non sapeva cos'era quel gusto che aveva nel cuore, sembrava felicità, ma non voleva esprimerla, voleva dimostrarla, voleva viversela.
Arrivarono davanti casa di Noah e il sole iniziò lentamente a battere sulle strade, il caldo non tardò ad arrivare.

<<Che cosa dirai agli altri? Siamo spariti dal nulla.>> Domandò Noah.

<<Non ci voglio pensare ora.>>

<<Potremmo dirgli che stavo male e mi hai accompagnato e poi te ne sei stato tutto solo nel primo distretto.>>

<<D'accordo.>> Gabriel non replicò e rimase fermo a fissare Noah.

<<È stato così semplice trovare una scusa?>> Domandò Noah ridendo.

Gabriel lo accarezzò e poi lo abbracciò. <<Ci vediamo domani.>>

Noah annuì con la testa e quando entrò in casa già gli mancava. Non poteva credere a quello che aveva appena vissuto. Voleva confidarsi con qualcuno ma non poteva fidarsi di nessuno e la cosa lo tormentava. Così tanta felicità e nessuno con cui condividerla, che cosa assurda.
Noah come già sapeva non riuscì a prendere sonno ma si mise ugualmente nel letto per riposarsi. Si alzò alle 11:20 impaziente di rivedere Gabriel. Sembrava esser tornato il bambino di tanti anni fa quando si svegliava il giorno di natale e, impaziente, si svegliava all'alba per avere un pretesto per aprirli. Noah era sempre stato molto impaziente, forse era uno dei suoi difetti peggiori, ma non poteva farci nulla, quando desiderava qualcosa la voleva a tutti i costi; conosceva il significato della parola "compromesso", ma prima avveniva, meglio stava. Si preparò al meglio che poté, si spruzzò due schizzi di profumo e raggiunse casa dei ragazzi nuovi. Quando arrivò un profondo silenzio lo accolse. Aprì lentamente il cancelletto e guardò se in giardino c'era qualcuno, ma nulla. Entrò in casa e notò che nell'unica stanza per dormire c'erano tutti, persino Anthony.
Noah sorrise al pensare a come potesse essere finito lì. Controllò la roulotte alla sua sinistra. Guardò attraverso la finestrella e non notò nessuno. Quando aprì lentamente la porta lo vide, era lì che dormiva sul letto più vicino all'ingresso. Stava russando lievemente, la gola gli dava ancora problemi nonostante la stesse curando.
Noah rimase lì, di nuovo, a guardargli ogni parte del suo volto. Si avvicinò a lui controllando prima la casa e si mise al suo fianco.

Come un tuono all'improvvisoМесто, где живут истории. Откройте их для себя