Capitolo 11

2K 122 30
                                    

Era l'undici di luglio, erano passati alcuni giorni dalla dipartita del gruppo.
Noah seppe affrontare il distacco improvviso in modo esemplare, tanto esemplare che sorprese sé stesso. Non fu facile, lo ammise, ma ce la fece senza alcun tipo di problema. La situazione era delicata, molto, dopo quella settimana ancora non sapeva cosa Gabriel fosse, come se ci fosse il bisogno di etichettarlo come un "qualcosa". Noah odiava farlo ma voleva risposte, voleva sapere se ne valeva la pena restare o se era tutta stata un'illusione dettata dai suoi sentimenti.
In quei giorni non fece nulla di eclatante, rimase con il gruppo di Tom che, velocemente, prese numero. Fecero nottate attorno a falò e mini esplorazioni nei boschi. Dalla mattina al pomeriggio inoltrato, se poteva, passava le giornate al mare, anche da solo. Amava il ritorno della sua privacy; in quella settimana pensò soltanto a Gabriel e il che lo fece per un attimo sbandare dal suo pensiero primario: se stesso.
Come aveva giurato a se stesso avrebbe pensato esclusivamente a lui o, per lo meno, avrebbe messo lui al primo posto, ma come poteva mettere qualcuno al primo posto se c'era Gabriel che lo guardava con quegli occhi?
Quella sera Noah fu invitato ad uno stappo vicino alla chiesetta, Zoe compiva vent'anni.
Zoe e Noah erano amici da tutta una vita, una amicizia nata puramente per caso, come tutte d'altronde.
Quando Alexia e Julienne, al parco, dissero a Noah che era il ragazzo più amato e popolare del villaggio era vero, tutti conoscevano Noah, chi per le sue movenze, chi per il suo coming out e chi invece per il suo essere sempre presente per tutti, se mettevi piede lì, dovevi essere amico di Noah.

<<Siamo pronti?>> Domandò Zoe urlando.

<<Tanti auguri Zola!>> Disse Noah chiamandola con il suo nomignolo preferito.

<<Ehi.>> Tom gli si avvicinò.

<<Ehi.>> Noah lo guardò e gli sorrise buttando giù un po' di coca cola.

<<Come stai? Mi mancava averti con noi.>>

<<Bene ehm... mancava anche a me. Come sempre cerco di dare tempo a chiunque ma quest'anno sto trovando difficoltà.>>

<<Come mai?>>

<<È il nuovo gruppo.>> Disse Noah. <<Mi toglie un sacco di tempo, ma almeno sono felice.>>

<<Sono contento che tu abbia trovato un gruppo con cui starti.>>

<<E tu? Come te la stai spassando?>>

<<Io? Beh ho rimorchiato tre ragazzine.>> Disse Tom ridendo.

<<Ma non eri fidanzato?>>

<<Lo sono.>>

<<Tom...>> Disse Noah con una nota di delusione.

<<Cosa c'è? Quello che succede qui, rimane qui, no?>> A quella sua battuta rise.

<<Poveretta.>>

<<Dai Noah... sono cose che capitano.>>

<<È possibile che ogni anno non riesci mai a tenere quella linguaccia al suo posto? Devi sempre fare disastri.>>

<<Tralasciando che è la mia ragazza perciò sono problemi miei, di che ti arrabbi? Perché questa scenata ora?>>

<<Nessuna scenata Tom. Ogni anno dici di essere cresciuto, che non sei più il solito bamboccio che tutti quanti credono che tu sia ma, ogni anno, te ne esci con qualche particolarità. Due anni fa eri un finto bisessuale, l'anno scorso lo eri per davvero ed ora? Limoni le ragazzine per cosa? Per quale soddisfazione? Perché non sei capace di amare qualcuno e basta?>>

<<Perché hai ricacciato quell'argomento?>> Disse con un tono di voce furente.

<<Top secret? Non vuoi che gli altri scoprano chi sei davvero? Tranquillo Tom, se avessi voluto farti del male lo avrei fatto tanto tempo fa, stai parlando con me, con Noah, ricordi? Il tuo "fratellone" d'infanzia.>>

Come un tuono all'improvvisoWhere stories live. Discover now