Capitolo 16

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Gabriel non riuscì a prendere sonno, aveva dormito a sufficienza. Noah giaceva sul letto, tra le braccia di Gabriel, in uno dei suoi sonni più profondi. Catturato dalla situazione, Gabriel rimase immobile a fissarlo e ad accarezzargli i lineamenti del viso. Respirava profondamente così da far sentire il suo battito a quello del ragazzo che era lì con lui. Erano attaccati, nonostante il caldo erano appiccicati, e il che non gli dava alcun fastidio. Gabriel si alzò lentamente dal letto e si mise le mani sulla testa.

<<Che cosa sto facendo.>> Sussurrò.

Era in una profonda crisi, si vedeva palesemente. Non sapeva dov'era, non sapeva cosa doveva fare e non sapeva quando l'avrebbe fatta. Era una montagna russa di emozioni ultimamente, un secondo stava bene ma il secondo dopo no. Noah era l'unico a tenerlo con i piedi per terra e persino lì, nella stessa roulotte, mentre dormiva, Gabriel vacillava, non sapeva cosa era giusto e cosa era sbagliato, voleva solo essere felice.
Sentì dalla casa il cigolio di un letto. Scese velocemente ma senza far rumore dalla roulotte e lasciò dormire Noah. Era inutile allontanarlo se in quella casa poteva dormirci l'intera comitiva. Gabriel si accese una sigaretta, aprì la porta, mise i piedi sul tavolo e fissò la strada.
Rimase lì a fissarla per minuti, nonostante l'orario, c'era una tranquillità mai vista prima.

<<Sei già sveglio?>> Domandò Anthony uscendo dalla porta.

<<Ho dormito abbastanza.>> Rispose Gabriel rimanendo fisso a fissare la strada.

<<Che fine hai fatto ieri?>> Anthony si mise difronte a lui ma non notò che Noah stava dormendo nella roulotte.

<<Avete iniziato a correre verso il bosco ubriachi e non mi sembrava la cosa giusta da fare. Siete stati dei pazzi.>>

<<Vuoi raccontarmi la verità o dobbiamo andare avanti così?>>

Anthony e Gabriel si conoscevano da anni. Andarono insieme alle superiori per i primi due anni ma, quando Anthony fu bocciato, cambiò scuola. I due rimasero in contatto e assieme, lentamente, crearono il gruppo che erano soliti frequentare d'inverno.

Gabriel si limitò a sorridere.

<<Tu sei il primo a fare queste idiozie, lo sai. Perché non sei venuto?>>

<<Non mi andava Anthony, volevo stare un po' da solo.>>

<<Gabriel se inizi a fare come l'ultima volta non va bene, sappilo.>>

<<E perché?>>

<<Siamo in vacanza, dobbiamo divertirci! Queste cretinate si fanno e vanno fatte alla nostra età. Quando sarai padre le farai? Pensaci. Divertiti, non ne vale la pena.>>

<<Avete lasciato Noah indietro ieri.>> Gabriel fissò negli occhi Anthony come per rimprovero.

<<Lo sai che lui non è come noi.>>

<<E quindi? È una giustifica per lasciarlo solo nel bel mezzo della serata? Se sta con noi, deve stare bene, come tutti!>>

<<Ascolta, io sono il primo ad aver voluto Noah con noi, e non me ne pento. So che è diverso da noi, ma non possiamo nemmeno snaturarci per una persona. Lui si è adattato alla grande, non capisco di cosa parli. Non è mai rimasto solo da quando è qui, nonostante facciamo cose idiote lui alle volte ci sta anche. Ieri sera eravamo tutti spaccati dall'alcol, è vero. Appena lo vedrò mi scuserò per averlo lasciato indietro, ma non venirmi a dire che lo stiamo trattando di merda, perché non è così.>>

<<Voi avete il brutto vizio di non avvisare le persone di quello che state per fare, tutto qua. Non potete spingervi così oltre, un ragazzo come lui non potrà mai andare di notte nel bosco con gente ubriaca.>>

Come un tuono all'improvvisoTahanan ng mga kuwento. Tumuklas ngayon