C19 - INSEGUIMENTO

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Sul pomello del cambio aveva un teschio e sul cruscotto tanti LED di colori diversi.

Metà della testa era rasata, ma, a differenza di Berry, aveva un tatuaggio con una serie di onde nere in quella zona.

"Si può sapere almeno dove siamo diretti?", le chiese.

Lo disse in un tono neutro, che non voleva essere né rabbioso né apprensivo, tentando di instaurare un minimo di dialogo.

"In un posto sicuro. Poi da lì, raggiungiamo il tuo amico Mjolnir, in Provenza."

"Cosa ti fa pensare che sia in Provenza?"

"Fammi il piacere. Ho anche la copia del contratto che ha stipulato per quella casa."

"Così sei anche tu un'hacker."

"È una domanda o un'affermazione, Sherlock?"

Rimase incollato al sedile, mentre lei di colpo dava gas.

"Ti pare il modo di guidare?"

"Guarda gli specchietti, ci hanno trovato!"

Schiacciò un bottone sul cruscotto.

Una piccola paratia in metallo si alzò coprendo il lunotto posteriore.

"Cosa stai facendo?"

"Piccola precauzione antiproiettile. Inutile avere una macchina blindata se poi dimentichi i dettagli."

"Questa macchina è blindata?"

"Questa macchina è la Batmobile, bello!"

"Cosa intendi?"

"Lo vedrai."

La Shelby GT500KR accelerò ancora.

Il motore doveva sicuramente essere stato modificato.

Il bagagliaio ridottissimo in cui aveva posato la borsa doveva contenere un serbatoio ausiliario e dal sedile usciva il condotto del NOX.

Un colpo rimbalzò sulla carrozzeria.

"Ora si balla."

Decelerò di colpo, poi con un colpo di freno a mano svoltò a sinistra, verso le colline.

Tommy guardò sullo specchietto.

Due auto nere.

Dal finestrino, una pistola.

Qualunque cosa stesse succedendo, per quanto assurda, era reale.

"Perché vai di qui? Dove siamo diretti?"

"Ora lo vedi. È solo un diversivo.

Quando te lo dico io premi quel bottone giallo.

Ora!"

Cino eseguì l'ordine senza fare domande.

Alle sue spalle, un rumoroso tintinnio metallico come di qualcosa che si rovesciava lo fece sobbalzare.

Dallo specchietto vide qualcosa di luminoso sulla strada; appena riuscì a mettere a fuoco vide una pioggia di cuscinetti a sfera che rotolava in strada.

La prima auto sbandò e usci di strada ribaltandosi.

"Fuori uno." Disse la sconosciuta, accelerando di nuovo, priva di espressione.

Doveva essere uno scherzo di Prodigy o Mjolnir per distrarlo, non poteva essere vero.

Decelerò nuovamente di colpo, su un lungo rettilineo in salita, sbalzandolo in avanti e facendo tendere la cintura di sicurezza.

"Avvicinati, bello, coraggio. Sette, sei, cinque, quattro..."

La seconda auto era a distanza di tiro, un uomo fuori dal finestrino già pronto a sparare.

"...tre, due, uno, boom."

Schiacciò un altro pulsante.

Dal bagagliaio si sentì il rumore di una grossa molla che scattava.

Vide una sorta di arpione infilarsi nel motore della seconda auto.

Dieci secondo dopo lo vide prendere fuoco.

"Fuori due."

Accelerò di nuovo, incollandolo al sedile.

Cominciava ad avere la nausea.

Osservava la strada mentre lei guidava in silenzio, senza curarsi di alcun limite.

Iniziò a studiare i pulsanti sul cruscotto.

Aveva parecchi optional.

Era un lavoro fatto con cura, che ben pochi tra quelli che conosceva sarebbero riusciti a fare.

I pulsanti erano integrati nel cruscotto.

Si fece un'idea vaga di cosa doveva esserci dietro.

Ci volevano competenze di elettronica, e la manualità del lavorante di un'officina.

Le osservò le mani.

Segnate e piene di graffi, senza smalto e con le unghie corte.

Probabilmente era stata lei a metterci le mani.

Le macchine dovevano piacergli parecchio visto come guidava.

E doveva essere anche lei un hacker o perlomeno qualcosa di simile.

Non avrebbe dovuto essere difficile capire chi era davvero mettendo insieme tutte queste sue peculiarità.

Per ora sapeva solo che era pericolosa.

Guidarono per un'altra ora, sempre correndo a velocità elevata.

Poi, in aperta campagna, sul limitare di un bosco, salirono sul rimorchio di un camion parcheggiato lungo la strada.

Il portellone si aprì automaticamente al loro arrivo, azionato dall'ennesimo pulsante.

Dentro, oltre al posto per l'auto, c'erano una postazione server, un piccolo angolo ristoro e una parete in legno con una porta che avrebbe potuto tranquillamente contenere una camera con bagno.

Dopo aver fissato l'auto, la ragazza tirò giù dalla parete una mensola di legno con un piccolo materasso.

"Poi dormire lì. Aspetta che finisca io poi puoi usare il bagno.

Io ho bisogno di una doccia e di dormire. Quando mi sveglio ci mettiamo in marcia verso Mjolnir e parliamo."

Poi si chiuse la porta alle spalle e sparì.

Stava impazzendo, stava sognando o magari, a sua insaputa, era la comparsa di un film.

Escluse l'idea di uno scherzo da parte dei suoi amici e accantonò provvisoriamente l'idea di avvisare Prodigy.

Probabilmente si era ficcato in qualcosa più grande e pericoloso anche di Killfluencer.

CIÒ CHE UCCIDE 2: FREE BERRY RIOTWhere stories live. Discover now