B24 -PRIGIONIA

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Era incappucciata, dolorante e infreddolita.

Tremava, probabilmente aveva la febbre, a causa dei lividi e delle botte prese

Non aveva la forza di muoversi, parlare o piangere.

Si abbracciò le ginocchia e stette lì, immobile.

Pensava a Cino, a come li avesse coinvolti in una cosa più grande di loro, per quel suo codice morale assurdo.

Non sarebbe lì se non lo avesse mai conosciuto.

Non sarebbe lì se non lo avesse aiutato a fermare Killfluencer.

E ora magari lui era al suo funerale, a fingere di piangere di fronte ad una bara vuota, per poi ricominciare la sua crociata.

Iniziò ad odiarlo, con tutta se stessa.

Se mai questa storia fosse finita, se non fosse morta in quel buco divorata dai topi, avrebbe chiuso tutti i ponti con Cino.

Non era quella la vita che voleva avere.

Non era quello di cui aveva bisogno.

La sua vita prima di Cino forse non era perfetta, ma perlomeno era passabile.

E quei ragazzi che aveva sempre considerato solo dei grandissimi stronzi, non erano poi così male in confronto.

Stare male per la fine di una storia non era nulla in confronto ad un nano psicopatico che si eccita uccidendo la gente.

Mentre pensava di morire, con il dolore che la consumava dentro e le lacrime che le colavano dentro il cappuccio, con quella flebile speranza che un giorno tutto sarebbe finito, giurò a se stessa di non vedere più Cino.

CIÒ CHE UCCIDE 2: FREE BERRY RIOTOù les histoires vivent. Découvrez maintenant