C25 - RE LEONE

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"Sì, ho visto il cartone."

"Non parlo di quello."

"Io ho sentito una vecchia storia. Era un hacker. Il primo hacker, dicono.

Ma non si sa nemmeno se esista."

"Non era. È. Esiste."

La fissarono incuriositi.

"Con l'avvento dei computer, non appena le nazioni si resero conto di ciò che potevano significare, un governo, non si sa nemmeno se americano o russo, creò un programma di addestramento top secret, chiamato "Tana dei leoni".

Bambini orfani dimenticati da Dio venivano addestrati a diventare una sorta di uomini macchina.

Venivano fatti dormire nelle sale server per impararne i rumori, o deprivati del sonno, o bombardati di codici.

Vennero presi bambini disturbati, scappati di casa.

Vennero testati su di loro farmaci e ormoni."

"C'era da uscirne pazzi."

"Infatti fu così.

Si dice che solo uno sopravvisse.

Entrò nel sistema di sicurezza e fece saltare tutto.

Si dice che abbia tradito e sia passato ai governi nemici, truffandoli e scambiando segreti in cambio di segreti.

Si dice che possa hackerare qualunque macchina e che conosca ogni linguaggio.

Non si conosce il suo viso, il suo nome o la sua identità.

E non si sa se lavori per la cellula o se la cellula lavori per lui.

Si dice che abbia fatto scoppiare guerre e anche epidemie facendo saltare le sedi di produzione delle armi batteriologiche.

Si dice che potrebbe mettere il mondo il ginocchio e ricostruirlo da solo.

Si dice che sia un dio.

Il dio degli hacker."

Un fragoroso rutto interruppe il racconto.

"Con rispetto parlando, eh." Disse Mjolnir.

"Ma quando si parla di divinità del mondo hacker mi sento chiamato in causa.

E le scritture dicono LionKing non è nemmeno degno di menarmelo."

"Mjolnir, ti prego."

"Le scritture sono scritture.

Non farti fuorviare dalla tua mancanza di empatia."

"Altri preziosi contributi sull'argomento?" disse Aroleia guardandolo stizzita.

Rispose con un rutto bitonale, crescente, calante e poi ancora crescente.

"No, con questo direi che è tutto.

Ora schiacciatina e poi ci mettiamo al lavoro, che per star bene devo essere concentrato.

Non con te, Poppea, non ti eccitare.

Se vuoi un colpetto chiedi a Cino.

Anche se lui sta in fissa con la secca."

"Non voglio niente." disse sbattendo la porta, per uscire, salire in macchina e partire sgommando.

"Vai, vai, a lustrare il pomello del cambio."

"Invidia?" gli disse Cino.

"Quella ha trovato il manico sbagliato che l'ha fatta diventare lesbica, credi a me.

È troppo incazzata con gli uomini."

"Sei stato un po' stronzo, lo sai?"

"Fidati del nonno. È lei acida perché non prende manico."

"Amore, vuoi fare inacidire anche me?" disse MorningStar affacciandosi seminuda dalla porta.

"Scusa Cino. Ci conosci ormai. Lavoriamo meglio da scopati."

"Lo so, vai tranquillo."

Non sapendo che fare, uscì fuori e si distese un attimo al sole.

Chiuse gli occhi e si addormentò.

CIÒ CHE UCCIDE 2: FREE BERRY RIOTWhere stories live. Discover now