Il mafioso Withman

80.6K 1.1K 715
                                    

Owen

Nella vita sono stato chiamato in tanti modi, mi hanno apostrofato con i peggiori aggettivi e soprannomi mai esistiti, mi hanno chiamato : l'assassino, il macellaio, il potente, mi hanno persino chiamato il falco.

In verità però queste persone non sanno neanche il motivo del perché vengo chiamato così. Sono cresciuto nei sobborghi di New Orleans, splendida città dicono, peccato che io tutta questa bellezza non l'avessi mai vista.
Camden era povera, puzzolente e piena di spazzatura ed é li che sono cresciuto.

La mia casa forse era 40 metri quadrati, piena di muffa e con le pareti strappate. Non avevamo i soldi per ritinteggiare o altro, già é tanto che ce li avessimo per sfamarci.
Mi ricordo che mia madre a quei tempi non era mai a casa, lei era una troia, nel vero senso della parola naturalmente.

Si era fatta tutti i vicini, non solo veniva pagata per essere scopata in casa nostra, ma se la facevano su ogni angolo della casa.
Una volta mi ricordo che mentre tornavo a casa, dopo aver lavorato in un minimarket vicino la metro, l'ho beccata a fare sesso sulla macchina parcheggiata fuori dal garage con un uomo di nome Bob, era la feccia della feccia lui, era sempre fatto di schifezze, ma lei si faceva toccare ugualmente e ci godeva pure.

Io in quel momento ero talmente abituato e schifato da lei che me ne sono andato dritto in casa, senza neanche calcolarli. Avevo solo 12 anni a quei tempi.

Ma già avevo capito come funzionava il mondo.

Crescendo, capì che per guadagnare davvero qualcosa e lasciare quel tugurio chiamato 'casa', avrei dovuto lavorare con i peggiori. I Morris.

Erano una delle famiglie più potenti a New Orleans, erano ricchi da far schifo. Offrivano soldi in cambio di lavori sporchi,
per sporchi intendo non solo spaccio, ma anche omicidi, gare truccate, torture. Peggio era ciò che sceglievi di fare, più i soldi e la paga sarebbero stati alti.

Non lo nego,ho fatto tutto quanto. Ho lavorato come sicario, come spacciatore, doppiogiochista, tutto per andarmene da quella città di merda. Non mi pento di nulla, forse é per questo che una volta morto so già che finirò all'inferno.

La mia adolescenza ed infanzia era stata caratterizzata da questo. Sono andato a scuola fino alla seconda media, dopodiché ho iniziato a lavorare in giro nei negozi. Non avevo amici, ero uno di quelli sempre incazzato con tutti, ero un attacca brighe, mi litigavo spesso e alzavo le mani perciò ero sempre solo.

Verso i 14 anni sono entrato nel giro dei Morris, ho iniziato con gli incarichi piccoli e meno brutti per poi finire con i peggiori. Ho imparato a sparare e ad essere furbo e sveglio.
Spesso mi facevano torturare i loro nemici negli scantinati, lo trovavo in qualche modo appagante picchiare la gente peccaminosa.

Divenni in fretta uno dei loro uomini migliori, ed é qui che iniziarono a chiamarmi falco.
Ero molto sveglio per essere così giovane, sapevo sempre quale mira prendere, quale fosse il punto preciso nel quale sparare per far morire una persona più in fretta.

Il figlio dei Morris Felix, era un gran bastardo, non solo perché cercava sempre di mettermi in cattiva luce ma anche perché più di una volta ha provato a farmi fuori. Credo che mi odiasse, gli ho rubato la scena infondo.

Un giorno però mentre camminavo per i corridoi di casa loro, vidi una scena scioccante.
Felix che impugnava un coltello pieno di sangue e suo padre a terra. Lo aveva ucciso a sangue freddo.

Non ci pensai due volte, aprì la porta e tirai fuori la mia pistola dalla tasca e con un colpo secco sparai dritto alla sua schiena, non lo feci per affetto, ma perché quella era la mia occasione per emergere.

Potevo finalmente avere i suoi soldi, il suo impero, tutto quello che mi meritavo e che la vita non mi aveva mai dato. Finalmente divenni 'Withman il mafioso.'

La moglie di Morris non seppe mai chi l'ho uccise, avevo rotto tutte le telecamere prima che arrivasse, gli scagnozzi di Morris erano in missione quindi avevo il via libera.

Presi tutti i suoi soldi e poi scappai via da quella città, me ne fregai di tutto e tutti, mia madre era morta per overdose, mio padre non l'avevo mai visto, quindi questo era il momento per rifarmi una vita.

Si può dire che ho girovagato quasi tutta l'America, sono stato a Cuba, in Brasile, Canada, Hawaii, me la sono goduta la mia ricchezza, ho conosciuto gente nuova, ho investito in aziende, porti, ristoranti. Sono diventato ricco da far schifo, ho persino dei locali e dei strip club sparsi in diverse città.

L'ultima mia tappa é la California,non ci sono mai stato li.<Gabriel, tra quanto atteriamo?"chiedo al mio uomo fidato, guardando fuori dal finestrino.<tra 20 minuti capo>appoggio la testa sul sedile e cerco di rilassarmi un pò.

Ho diversi affari da concludere con una famiglia della California,
Gli Hussein. Da quel che so non sono male, il loro capo é un ragazzo di 30 anni, potrei offrirgli un lavoro da me, oppure potrei aiutarlo io, dipende dal mio umore.

<Owen... Tesoro> mi volto verso la voce di Carlotta e le chiedo cosa vuole.<quando arriviamo in hotel, che ne dici se ci divertiamo un pò?> si siede sulle mie gambe e porta i suoi capelli neri tinti dietro la schiena, per poi toccarmi il petto in modo seducente. <Forse, chi lo sa..> a quelle mie parole ridacchia languida e poi inizia a leccarmi l'orecchio.

Gabriel, Paul e gli altri ci guardano ed io le sussurro di alzarsi. < vai in bagno, aspettami li> mi sorride per poi alzarsi e sculettare sui tacchi diretta in bagno.

Carlotta non é la mia ragazza, ma a volte si sente tale solo perché me la scopo, non conta nulla per me, come il resto delle donne d'altronde. Ho già provato a dirle di smetterla ma non cede lo stesso, lavora in uno dei miei strip club e la prima volta che mi ha visto dopo 20 minuti eravamo già in bagno, ovviamente non per lavarci le mani.

Mi alzo per andare in bagno e seguirla, però poi la voce metallica del jet dice che stiamo per arrivare. Si volta sbuffando verso di me ed io le dico<la prossima volta> mi fa gli occhi dolci ma non funziona, scuoto la testa e poi vado dai miei uomini per parlare dei miei piani.

Una volta atterrati scendiamo tutti quanti, eravamo almeno 7 li dentro e gli altri devono ancora arrivare. <Paul, la casa sarà completata entro domani vero?> annuisce ed io prendo il mio bagaglio. Paul é uno dei miei uomini più obbedienti, é sempre zitto ed é per questo che mi piace.

Paul si mette alla guida di una Range Rover e fa salire le ragazze con lui, mentre Gabriel ed io prendiamo un'altra macchina.<il nome del ristorante é Blu Paradise, portami li Gabriel.> guardo fuori dal finestrino e vedo il mio riflesso nello specchietto.

24 anni portati alla grande, capelli scuri sparati in alto e rasati leggermente ai lati, occhi quasi neri e fisico imponente. Ecco perché piaccio alle donne, solo per questo.

<Cosa hai intenzione di fare Owen? Il figlio degli Hussein non credo voglia lavorare per te.> Ci penso su un attimo e poi rispondo. <Non lo posso mica obbligare, io offro il mio supporto se non lo vuole può andare a farsela inculo.> scoppia ridere ed io guardo impassibile il panorama fuori.

<sei un mito, Owen un mito> confermo con la testa e lui guida verso il ristorante.

É un bravo ragazzo lui, non so che diavolo ci faccia con me, forse mi porta lealtà solo perché gli ho salvato la vita. Chissà si dice che gli spagnoli hanno un buon cuore infondo.

Credo sia il suo caso.

Finalmente arriviamo al Blue paradise, il traffico era immenso.
Parcheggia fuori ed io scendo dalla macchina. Mi guardo intorno e devo dire che il locale non é niente male. Finestre in vetro grandi, giardino, credo che sia di due piani, affaccia pure sulla spiaggia.

<entriamo> dico superandolo a passo sicuro. Spero di ottenere quello che voglio da questa chiacchierata.

Angolo autrice.

Stasera però sul tardi cercherò di pubblicare il secondo capitolo ragazze.

Non perdetevelo.❤

Pagina Instagram: Car_mine01


































La bellezza di uno sguardoWhere stories live. Discover now