Mi sei mancata figliola.

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Tonya

É sfiancante dover andare via da un posto che iniziavi a reputare 'casa', specialmente quando lì c'erano le persone più importanti  che hai incontrato nella tua vita, come Il mio ragazzo, o meglio ex ragazzo ora. Non avevamo fatto neanche un mese e già ha chiuso, per cosa? Per la non fiducia nei miei confronti ed io che gli ho donato tutta me stessa. Sono stata un' idiota.

Owen mi ha ridato il cellulare e il mio portafoglio, dentro ci sono ancora i soldi. Sospiro e poi lo metto in tasca,<ti ho scritto il mio numero di telefono dentro, se hai bisogno chiama> ha la faccia stanca mentre parla. Stanotte io ho dormito sul divano e lui da solo, inutile dirvi che ho pianto tutta la notte.<ok... Allora io vado> prendo un altro respiro profondo e poi vado a salutare i ragazzi che mi aspettano davanti alla porta, sono arrabbiati con Owen e bè sono dispiaciuti per me.

<ci dispiace, non ci aspettavamo questo> Gabriel mi abbraccia sconfortato e io lo stringo forte,
<va bene così tranquillo> mi stacco e poi mi volto verso Armand che sorride per confortarmi.<mi dispiace> mi abbraccia pure lui e ricambio, mi volto verso Rita che piange e sorrido,<Rita... Rita.. Non fare così>mi stringe forte,<fatti sentire piccolina> ridacchio e poi mi stacco pure da lei.<certo>

Vado alla porta e mi giro un' ultima volta per guardarli, sorrido a tutti e i loro volti sono dispiaciuti, persino quello di colui che mi manda via, li saluto con la mano e poi mi giro lentamente ed esco, richiudendo la porta dietro di me.

Dopo aver chiamato un taxi e avergli dato l'indirizzo del Los Angeles Central Hospital, finalmente dopo 2 ore arrivo e scendo dal taxi, lo pago e poi una volta che se n'è andato percorro il piccolo pavimento e poi entro dentro, é gremito di gente oggi, le infermiere vanno sia a destra che a sinistra, bambini che piangono altre persone in fila. É assurdo, sono solo le 8:30 della mattina.
Mi avvicino al bancone e chiedo alla signora con il camice blu.<Salve, sono la figlia di Bron bay, posso vedere mio padre?> la signora sembra essere molto amorevole, infatti mi sorride<certo oggi si é alzato presto é uscito un pò fuori, per prendere una boccata d'aria, é in giardino.> la ringrazio e poi mi dirigo verso la porta che dà al giardino,sulla destra del corridoio.

Apro la porta e poi ammiro il prato verde immacolato davanti a me, guardo la panchina verde in fondo e sorrido, mio padre é seduto  sulla panchina, indossa la tuta e sulla mano destra ha il bastone. Mi avvio verso di lui felice di vederlo e lo chiamo<papà> alza il capo stanco e pieno di rughe e poi sorride.<figliola, oh Dio sei proprio tu?> annuisco e lui si alza, lo abbraccio di slancio e lui ridacchia.<mi sei mancata tanto tesoro, dove sei stata?> lo stringo forte e poi mi stacco per fargli una carezza in viso. Il mio adorato papà, gli assomiglio parecchio, l'unica differenza é che lui ha gli occhi più grigi rispetto ai miei.

<sono... Stata impegnata con il lavoro, però ti giuro che non c'era giorno in cui non pensassi a te> mi lascia un bacio sulla fronte e poi ci sediamo sulla panchina.<lavori sempre troppo> faccio una risata cercando di essere convincente e stringo la sua mano<già... Tu piuttosto come stai?> fa spallucce<me la passo bene, sto meglio> mi avvicina a sé e io appoggio la testa sulla sua spalla. Mi era mancato così tanto, pregavo che lui stesse bene e che non gli succedesse nulla di grave, forse hanno funzionato le mie preghiere.

<sai, mentre tu non eri qui,c'era  un ragazzo che qualche volta veniva a trovarmi> aggrotto la fronte e lo guardo stranita.<era moro con occhi scuri, indossava un completo di una marca famosa, ma non so quale non me lo chiedere> non può essere. <come si chiamava lo sapevi?> domando.<ehm.. Non ha detto il nome, però so il cognome, Withman mi pare> strabuzzo gli occhi e il mio cuore fa una capriola, lui.. Veniva a vedere mio padre?<cosa ti diceva?>

Si gratta la barbetta bianca,<nulla di che, diceva che era qui per vedere un parente, ogni tanto passava per vedermi e basta, sembrava un tipo per bene, ricco ma per bene> ridacchia e io sorrido. Quel ragazzo non smetterà mai di stupirmi, nonostante siamo stati insieme poco lui per me conta tantissimo. Poteva essere amore, però forse doveva andare così.


<andiamo dentro? Così ti siedi un pò?> annuisce e poi lo aiuto ad alzarsi, gli offro il braccio e dopo entriamo dentro, arriviamo nella stanza di fronte e io apro la porta, lo faccio sedere nel letto e poi lo rimbocco, <ah tesoro sei un angelo> sorrido e poi gli lascio un bacio sulla guancia,<riposa ora, vado a prendere un caffè vuoi qualcosa?> nega con la testa e poi si rilassa,<torno subito> esco dalla camera e vado in fondo al corridoio, vedo la macchinetta e poi mi fermo.

Metto gli spiccioli nella macchinetta e clicco il caffè, circa 2 minuti dopo é pronto, lo mescolo, dopo ci soffio sopra e mi avvio verso la camera di mio padre. Una volta arrivata mi siedo sulla poltrona davanti al letto.<tesoro sei sicura che va tutto bene? Ti vedo strana> annuisco cercando di sembrare sicura ma non credo di riuscirci.
<io.. Sto bene, sono solo un pò stanca>mi prende la mano e la stringe,<dormi con me se ti va> restare qui stanotte mi sembra una buona idea, ho bisogno di lui adesso.

<si, resterò a dormire qui, poi tornerò domani a casa nostra> sorrido e lui mi fa spazio sul letto, mi caccio le scarpe e mi sdraio accanto a lui, appoggio la testa sul suo petto e lui mi accarezza i capelli,<ti voglio tanto bene Tonya> il primo amore della mia vita resterà sempre mio padre, nessuno lo batte. <pure io papà, ti voglio bene> mi continua ad accarezzare e qualche minuto più tardi mi addormento rilassata.



Angolo autrice

Domani doppio capitolo e ci sarà il pensiero di Owen. ❤

La bellezza di uno sguardoWhere stories live. Discover now