Sentirsi un mostro

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Owen

Scendo le scale e mi dirigo in cucina per bere qualcosa, arrivo e apro il frigo per prendere un pò di succo, dopo aver bevuto dal cartone sento dei passi avvicinarsi e alla soglia con una vestaglia rossa, appare Carlotta.
<Ti sei già vestito e io che credevo potessimo divertirci un pò.> si appoggia allo stipite e mi guarda lasciva. Ieri e l'altro ieri non me la sono portata a letto, quindi di conseguenza si sente messa da parte, le stanno rubando i riflettori e lei non lo apprezza.<No, devo uscire ho un impegno> sto per uscire dalla cucina quando però mi blocca dal gomito.<Dimmi un pò, perché non la butti via a quella, non ti serve,> si mette di fronte a me e poggia le mani sulla mia camicia.

La guardo impassibile e rispondo<ciò che faccio io non ti riguarda Carlotta> ride maligna, <si dici sempre così, però ritornando su quella sciaquetta, perché non la mandi via sul serio.> mi guarda in cerca di una risposta, <andrebbe dalla polizia se la lasciassi,> dentro di me sto mentendo, lo so, in fondo credo di essermi abituato a quella mocciosetta.<Allora uccidila, hai già ucciso persone in passato cosa cambia?!> inizia ad urlare ed io le tappo la bocca e la spingo contro il muro.<Non ho mai ucciso donne in vita mia, non lo farei mai, rapirle si, ucciderle no,
la tua pressione mi sta letteralmente dando su i nervi, ti comporti come una fidanzatina appiccicosa, ti do un avviso però, non lo sei> mi stacco seccato e con una rabbia accecante già di prima mattina e poi vado via, non curandomi di lei.

Durante il viaggio la mia rabbia si é affievolita per fortuna, ho un appuntamento con gli Hussein oggi e non mi posso permettere di arrabbiarmi, non si fanno così gli affari. Arrivo al Crimson Club, uno strip club che presto sarà mio e mi fermo al parcheggio, scendo e poi chiudo la macchina, percorro il tappeto rosso ed il buttafuori si sposta per farmi entrare. Una volta dentro le luci blu notte si espandono per il locale, tavolini e divanetti ovunque e il bancone a destra.

In fondo al locale c'è la passerella e i pali per la lap dance, mi avvicino al bancone e qui vedo William Hussein, in carne ed ossa che beve del Bourbon.
<Hussein, bevi già a quest'ora?> lui ridacchia e posso appurare che é ubriaco, menomale che é professionale.<Caro Owen> sbiascica il mio nome ed io faccio una smorfia,<sai, in questo locale ci sono delle belle donne, ci sono anche milf> ride ed io mi appoggio al bancone per chiedere uno shottino di vodka.

Quella mattina che ho visto Tonya credevo che Gli Hussein volessero uccidermi, invece non fu così, si sono rivelati essere dei veri ignoranti, non mi stupirei neanche se qualcuno li uccidesse.
<Perché mi volevi vedere?> domanda, gli indico il locale e lui sorride,<vuoi il Crimson Club?> annuisco serio e lui mi da una pacca sulla spalla ridendo,lo guardo male e lui ritorna serio.
<Se.. Vuoi il proprietario é un mio vecchio amico, vuole andare via di qui, voleva venderselo, potrei presentartelo.> dice con voce tremolante, bevo il mio shottino e dopo annuisco. Questa vodka non é male, brucia la gola ma é buona.

Mentre lui lo chiama io guardo le ragazze dentro il locale, ci sono more, castane, bionde, rosse, alcune con delle parrucche, sono tutte formose e alte, peccato siano rifatte. Il mio pensiero vola a qualcuno, una certa bionda che sta a casa mia, presuntuosa ma forte come poche, la piccola Tonya. La prima volta che l'ho vista in quella spiaggia non avrei mai detto che avesse questo carattere, sembrava così calma, però in realtà dentro é una tempesta bella travolgente.

Ripenso a stamattina e sento il cazzo che preme contro la patta dei jeans, mi mordo il labbro inferiore ed é come se sentissi ancora il suo profumo fruttato,
si era sciolta tra le mie carezze e quando le dissi che l'avrei sporcata di me, non mentivo.
La voglio fare mia, la sua purezza mi attira come le api al miele, il suo corpo poi... Dio é di una dea. Lei é una dea.

<oh eccolo qui> guarda dietro di me e io mi giro, vedo arrivare un uomo con la barbetta grigia ed un completo, lui mi pone la mano e io la stringo,< salve, mi chiamo Ben, sono il proprietario del locale, William mi ha detto che vuoi comprarlo> confermo con la testa e dopo iniziamo a parlare delle pratiche e del prezzo. Dopo 20 minuti ho già fatto il mio acquisto.

<la ringrazio Ben, il suo locale sarà in buone mani vedrà.> mi sorride grato ed io gli stringo la mano,<la ringrazio Signor Withman.> gli do il mio numero e lui poi ci saluta, dicendo che ha un impegno. Resto nel locale altri cinque minuti e poi saluto William, esco da lì e monto in macchina per tornare a casa.

Una volta a casa richiudo la porta e sento degli schiamazzi in salotto, mi avvicino e vedo una scena che mi da parecchio fastidio, molto. Gabriel sta facendo il solletico a Tonya sul divano ed é cavalcioni su di lei che ride e si lamenta.
Stringo i pugni infastidito e dico in tono seccato<la smettete di fare i bambini? Mocciosi tutt'e due> Gabriel si blocca e si gira verso di me imbarazzato, lei invece alza gli occhi al cielo e sbuffa.<stavamo scherzando che c'è di male Owen?> mi guarda e si aspetta una risposta, mentre io mi innervosisco.

<sta zitta e torna a divertirti con Gabriel, vi trovo molto in sintonia pure> mi stacco dallo stipite e poi scuotendo la testa nervoso vado sopra. Sono molto carini insieme, l'uno per l'altra come la Cenerentola ed il principe.  Ma Che andassero a fanculo entrambi.

Entro in camera e sbatto la porta, inizio a sbottonarmi la camicia e poi sento la porta aprirsi,<Owen...> Non mi deve rompere in questo momento,<Vai da Gabriel vai> mi slaccio l'ultimo bottone e poi mi levo la camicia, la metto nella cabina e lei sbuffa perché non le presto attenzione.<perché sei arrabbiato ora? Che ho fatto?>
faccio finta di niente e dico<nulla sto apposto così>

Vado al bagno e sto per aprire la porta quando sento che si avvicina di scatto e mi abbraccia da dietro, mi blocco al contatto con la sua pelle calda e alzo la testa verso il soffitto chiudendo gli occhi, detesto il suo effetto su di me, quando c'è l'ho vicino non capisco più nulla.<Ti ha dato fastidio vedermi con Gabriel> chiede sulla mia pelle, nego con la testa ma in realtà so di mentire, mi ha dato parecchio fastidio, non deve toccarla, non esiste.

<sicuro?> mi lascia dei bacetti sulla schiena ed il mio cuore perde un battito, questa ragazza mi fa un effetto allucinante,
<sono sicuro si> dico deciso cercando di non mostrarmi debole.<Va bene, allora non ti dispiace se scendo sotto da lui no?> mi giro di scatto e impulsivamente rispondo<non ti azzardare, non fare cazzate> la guardo serio e lei dopo due secondi scoppia a ridere.

La sua risata é una di quelle che metterebbe di buon umore chiunque, persino me.<Sei geloso, Owen>nego con la testa e poi mi rigiro dandogli le spalle. Non scherziamo io non sono geloso.<Si invece e secondo te allora perché mi hai risposto così?> ghigno sfacciato e mi volto verso di lei<perché magari voglio essere il primo a scoparti?> strabuzza gli occhi e mi guarda delusa. Che si aspettava? Scusa? Che le confessassi il mio amore? Non diciamo cazzate.

Abbassa lo sguardo ed io aspetto che si arrabbi da un momento all'altro come sempre,però quando non avviene e lei si volta per andare via, inizio a sentirmi come un peso sul petto. Sto per raggiungerla però lei sbatte la porta ed esce fuori. Non mi aspettavo questa reazione, di solito é sempre battagliera e vederla così non mi piace.

Mi tiro i capelli e frustrato e dò un pugno alla porta del bagno,
<fanculo> mi guardo allo specchio e per la prima volta penso di essere per davvero un mostro.

Angolo autrice.

Ragazze domani non credo di riuscire a postare due capitoli, ne farò solo uno e arriverà la sera. Purtroppo la mattina ho delle video conferenze da fare.. Perciò a domani sera. ❤

La bellezza di uno sguardoWhere stories live. Discover now