Capitolo 14

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Riwan si era spaventato a morte quando aveva sentito la porta aprirsi di scatto. E la sua paura si era ampliata quando aveva visto che quello che era entrato senza bussare non era altri che suo marito e che aveva uno strano luccichio negli occhi che non prometteva nulla di buono.

Nella testa di Riwan si erano andati a creare i peggiori scenari possibili ed immaginabili nonostante sapesse di non aver fatto niente. In quei due mesi aveva fatto tutto quello che gli avevano detto di fare: rimanere nella sua camera senza dare fastidio.

Aveva letto tantissimo e sinceramente parlando non si era minimamente aspettato tutta quella vastità di libri di fantasia all'interno della biblioteca di Aleppo ma ne era stato davvero felice. Gli avevano fatto passare quei due tremendi mesi in pochissimo tempo. Sarebbero anche stati tranquilli se solo non avesse scoperto una cosa che gli aveva fatto crollare completamente il mondo addosso, o meglio la restante parte del suo mondo: era incinta del principe Garen.

Era strano come la sua vita facesse di tutto per rovinargli l'esistenza. Aveva fato sesso con il principe una sola volta ed era rimasto subito incinta. L'unica cosa buona, più o meno, di tutta quella storia era che mancavano solo sette mesi e poi sarebbe finito finalmente tutto insieme alla sua vita. Aveva solamente paura di lasciare la vita che aveva in grembi vivere la sua stessa vita. Ma per quello aveva tempo di fare qualcosa.

Quando Garen era entrato in camera non si sentiva nemmeno tanto bene e aveva solamente voglia di rimanere sdraiato sul divano e lasciar fare il suo corso a quello strano senso di nausea che provava. Aveva avuto davvero paura che il marito potesse iniziare a pretendere qualcosa da lui così a caso ma non era stato quello il caso.

L'unico problema era che Riwan non capiva se quello che stava succedendo era meglio oppure no.

Infatti aveva le labbra del marito sulle sue e soprattutto la mani di Garen erano ovunque sul suo corpo mentre lo spogliava con una velocità impensabile.

La mente di Riwan aveva smesso di funzionare mentre il marito gli faceva tutto quello che voleva. Riwan non pensò nemmeno al fatto che dalla prima volta che aveva fatto sesso erano passati ben due mesi e che avrebbe fatto male.

Fu anche per questo che il moro lasciò uscire un gemito di dolore quando il marito lo penetrò senza averlo preparato prima. Garen coprì subito il suo gemito con un altro bacio e continuava a muoversi dentro il moro che dopo un bel po' si era lasciato andare completamente iniziando a provare anche piacere per quell'amplesso.

Però così velocemente com'era iniziato finì e la mente di Riwan ricominciò a ragionare e anche per quello il ragazzo tenne i suoi occhi verdi rigorosamente chiusi. Non voleva vedere il marito anche perché sapeva se ne sarebbe andato di li a pochi secondi. Non era rimasto il giorno del loro matrimonio figurarsi se sarebbe rimasto in quel momento.

Garen aveva ancora il respiro affannato e si stava chiedendo quanto disperato poteva essere stato per aver tradito in quel modo Fanchou. E la cosa che faceva più male al biondo era che non gli era minimamente dispiaciuto fare sesso con Riwan, anzi gli era addirittura piaciuto più del previsto.

Il biondo lanciò un'occhiata al marito e vide che aveva ancora gli occhi chiusi anche se stava respirando affannosamente anche lui. Osservandolo meglio notò anche che il suo pallore non derivava dalla troppa luce ma sembrava essere un pallore naturale che preoccupò un po' Garen. Cos'aveva?

-quello che è appena successo rimarrà tra noi. Non farne parola con nessuno- disse Garen osservando il moro aspettando che aprisse quei bellissimi pozzi verdi. Cosa che il moro non fece.

-non vi preoccupate sarò muto come una tomba- sussurrò Riwan. Doveva dare una risposta al marito.

-bene- Garen disse quelle parole solo perché non aveva la minima idea di come sarebbe stato giusto rispondere a quella frase. Il biondo si alzò e vedendo che Riwan aveva ancora gli occhi chiusi si rivestì velocemente utilizzando la magia. Sapeva che era molto rischioso anche perché era stato lui stesso ad insistere che nonostante il moro fosse diventato suo marito non doveva essere minimamente a conoscenza della magia di Alepp, ma era davvero molto più veloce vestirsi utilizzando la magia che non farlo normalmente.

Garen lanciò un ultimo sguardo al marito: la camicia bianca era l'unico indumento che ancora aveva addosso ed era abbastanza lunga da coprirgli una parte delle cosce, i capelli neri erano sparsi per tutto il divano per quanto erano lunghi e Garen sperò di non averglieli tirati troppo. Il biondo voleva vedere quei bellissimi occhi verdi che quel giorno aveva visto per la prima volta brillare, ma il ragazzo sembrava non intenzionato ad aprirli e quindi si disse che non poteva stare ancora li per molto tempo.

-ci vediamo a cena- e con queste parole Garen uscì dalla porta e per sicurezza si teletrasportò in un'ala poco trafficata del castello. Nessuno avrebbe detto a Fanchou quello che era successo e soprattutto Garen non l'avrebbe più fatto al costo di restare rinchiuso ad allenarsi fino a quando suo figlio non fosse nato. Non l'avrebbe rifatto perché in quel momento sentiva una strana e irrefrenabile voglia di saltare nuovamente addosso al marito e non poteva, non se voleva rimanere fedele a Fanchou.

Riwan invece rimase qualche altro minuto steso sul divano cercando di metabolizzare quello che era appena successo. E sarebbe rimasto anche molto tempo in più se solo la nausea non si fosse imposta prepotentemente costringendolo ad alzarsi e correre, per quanto le poche forze che aveva in corpo gli permettevano, in bagno a vomitare tutto quello che aveva mangiato quella mattina.

E in quel momento maledisse Fanchou, Fanchou che nonostante fosse incinta proprio come lui non sembrava avere nausee e nemmeno un improvviso schifo per tutto quello che c'era nel suo piatto. Perché anche lui non poteva avere una gravidanza semplice? No, doveva subirsi tutto altrimenti la vita con lui non era minimamente contenta.

IbridoWhere stories live. Discover now