Capitolo 41

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Yuri non credeva ai suoi occhi. Era andato di corsa verso la sala del trono perché aveva saputo dalle guardi che era entrato un uomo di Aleppo che voleva parlargli e sapeva che Elise avrebbe combinato un disastro se lasciata da sola. Aveva immaginato tutto tranne che trovarsi difronte Elar.

Aveva pensato si potesse trattare di notizie da parte di Riwan, del quale non sapeva niente da quasi un anno per sua sfortuna, ma sembrava non fosse così in realtà. Cosa voleva Elar.

-mi cercavate?- chiese Yuri cercando di non far trasparire tutta la sua sorpresa dalla voce.

-certo vostra maestà- e Yuri colse facilmente il tono adirato nelle ultime parole di Elar. Era incazzato perché gli aveva mentito anche su quello e Yuri non poteva farci niente in quel momento.

-cosa succede? Siete di Aleppo no?- continuò Yuri davvero curioso della cosa.

-sono venuto qui per informarvi che vostro figlio è morto un mesetto fa, sono partito il prima possibile per avvisarvi. Era incinta, cosa che ci ha resi davvero sconvolti visto che non credevamo possibile una cosa del genere. Il parto lo ha ovviamente ucciso e ha ucciso anche la creatura che teneva in grembo- Elar sapeva di star sbagliando a dire quelle cose ma era incazzato con quell'uomo e voleva farlo soffrire. E il rosso la vide chiaramente la sofferenza negli occhi di Yuri come vide la felicità in quelli di Elise. -ma ovviamente non sono qui solo per questo. Essendo morto il principe Riwan e anche il suo erede ci tiriamo fuori da questa assurda alleanza che ci avete imposto con la forza. E se solo proverete ad attaccarci noi, cosa che non dovreste fare ma non si sa mai, noi reagiremo distruggendo il vostro regno- nella sala cadde il silenzio e Elar sorrise.

-con permesso- disse poi voltandosi ed uscendo dalla sala senza salutare e senza voltarsi indietro.

Camminò per i corridoi sotto lo sguardo attento di tutti fino a quando non lasciò il castello.

-era un rischio che conoscevamo- disse Elise sorridendo.

-no, era tutto un tuo fottuto piano perché non lo hai mai sopportato- ringhiò Yuri. Suo figlio era morto e lui non era riuscito a fare niente.

-ma cosa dici?-

-la verità! Li hai praticamente ricattati per sbarazzarti di Riwan! Complimenti hai tolto davanti l'unica persona che ti impediva di avere il controllo su tutto. Ora scusami ma ho bisogno di pace- e così dicendo Yuri uscì dalla sala del trono lasciando completamente sola Elise che scoppiò a ridere, felice di quello che aveva fatto.

Yuri camminò per il giardino che Riwan tanto amava cercando di rivivere quei momento insieme al figlio. La cosa che gli faceva più male dopo la morte stessa del figlio era stato il fatto che Elar mentre parlava della morte di Riwan non sembrava minimamente scosso dalla cosa. Yuri era più che sicuro che Elar avesse capito chi era in realtà Riwan. Perché allora era sembrato come se non gli importasse minimamente della cosa.

Doveva parlare assolutamente con Elar anche perché quella era davvero la sua unica possibilità per poter nuovamente parlare con l'uomo che amava. Non ci pensò oltre e andò a riprendere i vestiti che aveva da tempo nascosto e con i quali riusciva a confondersi con la gente di Mussasur. Prima di uscire si tolse ovviamente la corona.

Conosceva solo un posto nel quale Elar poteva essere andato, sempre se non era già partito per Aleppo. Il re cercò di tenere la testa bassa mentre camminava, anche se era senza i suoi soliti vestiti e senza la corona qualcuno poteva anche riconoscerlo.

Non ci mise molto ad arrivare al lago poco fuori dalle mura nord della città e sorrise quando si accorse che il suo bel rosso era proprio li.

-Elar- lo chiamò e l'uomo si girò a guardarlo quasi indifferente per poi riposare lo sguardo in direzione del lago. Erano solo loro due li in quel momento soprattutto perché era davvero poca la gente che si avventurava in quella direzione.

Yuri si avvicinò ancora di più al rosso e si sedette al suo fianco mentre Elar continuava a tenere lo sguardo fisso sul lago.

-sai chi era Riwan in realtà?- chiese Yuri torturandosi le mani che teneva in grembo. Era davvero strano parlare con Elar dopo tanto tempo.

-lo so da quanto ho visto che uno stronzo bastardo non ha fatto altro che mentirmi per tutto il tempo- rispose Elar.

-non potevo dirti di essere il re.

-certo che potevi!- gridò Elar -avrei capito molto di più alcune tue scelte strane- Elar si era finalmente voltato verso di lui e lo stava incenerendo con i suoi due smeraldi.

-tu non ti saresti più avvicinando a me! E poi quando ho cercato di spiegarti perché ero sposato tu non mi hai dato la possibilità di dire una parola. Credimi se ti avessi conosciuto prima non mi sarei mai sposato quella stronza!-

-e la discendenza? Sai che quell'incidente non sarebbe mai avvenuto se tu mi avessi detto di essere il re?-

-avrei partorito io- disse sicuro Yuri sostenendo lo sguardo dell'altro.

Elar sospirò chiudendo gli occhi cercando un po' di coraggio per parlare con l'uomo cha amava ancora.

-lo sai che ti amo ancora vero?- sussurrò Elar mentre Yuri si apriva in su sorriso triste.

-anch'io ti amo Elar, sei stato il mio unico vero amore- rispose Yuri che non sapeva se poteva toccare il rosso. -come stava Riwan? Si trovava bene li?- chiese poi.

-è vivo- disse Elar -nella sala del trono ti ho mentito, Riwan è ancora vivo-

-cosa? Perché hai fatto una cosa del genere?- chiese Yuri completamente sconvolto dalla cosa e anche arrabbiato con il rosso.

-perché quella stronza di Elise era li e di certo non volevo spiattellare quello che era successo. E poi era anche un modo per impedirle di continuare a tenerci sotto scacco- rivelò Elar sospirando. -e poi credo che Ruwan ad un certo punto sia realmente morto- il figlio di sicuro era morto per via del parto ma il fatto che lui gli avesse bloccato i poteri aveva contributo a farlo rinascere. I suoi poteri si erano sprigionati subito dopo e avevano riattivato il suo cuore. Senza volerlo aveva salvato suo figlio con quell'incantesimo.

-cosa mi stai nascondendo?- chiese Yuri assottigliando gli occhi.

-basta che tu sappia che nostro figlio è ancora vivo. Il resto non conta- e così dicendo il rosso baciò il re di Mussasur sulle labbra.

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