Capitolo 23

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Un sorriso si andò ad allargare sulle labbra di Riwan quando vide sua figlia in braccio al principe Garen. Quando Charlez aveva detto a Shen, senza che quest'ultimo vedesse Riwan vivo e vegeto, il moro si era chiesto come mai non avesse specificato che il principe dovesse raggiungerlo con la figlia. Ma in quel momento aveva capito il perché non l'aveva fatto e si diede dello stupido da solo. Era più che ovvio che il principe si portasse appresso la bambina. Eppure Charlez glielo aveva chiaramente detto che in quei due giorni Garen non si era minimamente staccato da Rell.

-sei vivo- ruppe il silenzio Garen guardando incredulo Riwan. Era troppo bello per essere vero e troppo strano allo stesso tempo. Non esisteva nessun incantesimo che permettesse a un morto di ritornare in vita.

-posso avere Rell?- chiese invece Riwan che non vedeva l'ora di poter abbracciare la sua bambina. Garen rimase un momento spaesato ma comunque si avvicinò al moro e gli porse la bambina che il ragazzo iniziò subito a cullare sorridendole. Garen rimase completamente incantato da quella scena.

-quando ti sei ripreso?- chiese Garen dopo un po' ma Riwan sembrava completamente preso da Rell anche se sotto sotto il principe di Aleppo iniziò a pensare che lo stesse facendo a posta a non rispondergli.

-questa notte- gli rispose Charlez capendo che il moro non aveva la voglia di parlare con il marito, Riwan voleva soltanto Rell.

-e te ne sei accorto subito?- chiese a bassa voce il principe allontanandosi dal marito e dalla figlia.

-si, avevo lanciato un incantesimo in caso succedesse qualcosa e così è stato- spiegò a bassissima voce Charez sospirando -dovreste parlarvi- disse poi ad alta voce per fare in modo di far sentire anche a Riwan che stava cercando di togliere una ciocca dei suoi lunghi capelli neri dalle grinfie di Rell che nonostante avesse nemmeno tre giorni di vita già aveva una presa abbastanza forte.

Garen sospirò ma comunque annuì conscio che doveva essere proprio lui a fare la prima mossa porgendo le sue scuse al principe di Mussasur.

-vi lascio da soli- disse Charlez facendo un sorriso a Riwan, che venne prontamente ricambiato dal moro, e uscì dalla camera.

Non ci volle molto per far cadere il gelo in quella camera. La tensione era palpabile e si poteva tagliare con un non niente.

-ti devo le mie scuse- iniziò Garen facendo il giro del divano sul quale era seduto Riwan e sedendosi sulla poltrona che c'era alla sua sinistra accavallando le gambe e guardando il moro cullare la bambina.

Riwan fisso con sguardo serio Garen senza dire una parola. Era arrabbiato con il principe e delle semplici scuse non sarebbero servite a niente. Quel biondino poteva tornarsene dal suo fidanzato.

Vedendo che Riwan era ancora chiuso nel suo mutismo Garen provò a parlare nuovamente: -so che non sono stato uno dei migliori mariti del mondo ma ero troppo preso da Fanchou non accorgendomi chi avevo affianco-

-e dove lo avete lasciato il vostro fidanzato?- chiese acido Riwan. Non sapeva il perché ma in quel momento sentiva di potersi finalmente sfogarsi per tutto quello che aveva passato.

-Fanchou mi stava soltanto sfruttando e non me ne ero minimamente accorto. Adesso che so chi era veramente l'ho cacciato dal castello-

-e il bambino?- chiese Riwan senza staccare gli occhi da quelli gridi della figlia che lo stavano guardando mentre la bambina continuava a muovere freneticamente la gambe e le braccia in cerca di costanti attenzioni.

-non c'era nessuno bambino, mi ha mentito- spiegò il biondo.

-e come di grazia? Si vede dalla pancia se uno è incinta oppure no- disse Riwan alzando finalmente lo sguardo dalla figlia a guardando confuso il marito.

-ci è riuscito e mi sento un mostro ad avergli creduto e non essere stato al tuo fianco quando eri palesemente tu quello che aveva più bisogno di me-

-non ho avuto bisogno del vostro aiuto- disse Riwan distogliendo lo sguardo perché si sentiva troppo esposto a quegli occhi grigi come la tempesta. Almeno quelli di sua figlia lo guardavano gioiosi e non in quel modo strano che usava il principe di Aleppo e chi Riwan non era ancora riuscito a decifrare.

-lo so, ma mi sono comunque preso uno spavento credendo di averti perso senza nemmeno aver avuto la possibilità di parlarti e conoscerti- Garen sospirò guardando fuori dalla grande vetrata della camera. -e smettila di darmi del voi-

-come vuoi. Adesso però voglio restare da solo con mia figlia- disse Riwan mentre Rell gli aveva preso un dito nella sua piccola e paffuta manina.

-va bene, poi ti trasferisci da me- disse Garen alzandosi dalla poltrona e spolverandosi i pantaloni di lino anche se non ce ne era bisogno.

-no, io e Rell rimaniamo qui- disse convinto Riwan senza guardare negli occhi il principe.

-in che senso scusa?- chiese preoccupato Garen sperando di aver capito male.

-nel senso che io rimango qui e che Rell rimarrà con me-

-allora mi trasferisco qui- disse Garen. Non poteva credere che Riwan non lo volesse vicino alla sua bambina.

-no, voglio rimanere da solo con Rell e non ti voglio tra i piedi- precisò Riwan. Non aveva minimamente voglia di vedere la faccia di Garen tutto il giorno, gli bastavano i pasti.

-e quando dovrei stare con mia figlia e te allora?- chiese Garen confuso e leggermente deluso della cosa.

-duranti i pasti-

-così poco? È mia figlia quanto tua! Ho il diritto di passare del tempo con lei- protestò Garen. No, Riwan non poteva impedirgli di vedere Rell.

-oh per favore non ti sei minimamente interessato a me in tutti questo tempo e adesso pretendi di stare tutto il tempo con mia figlia? Vattene via non ho viglia di discutere adesso-

Garen era molto tentato di imporre a Riwan, in quanto principe di Aleppo, di andare a vivere con lui ma sapeva perfettamente che se voleva anche un minimo ricominciare daccapo tutto non poteva. Doveva avere pazienza ed aspettare.

IbridoWhere stories live. Discover now