Capitolo 28

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L'uomo camminava con tranquillità per le piccole e strette vie di Aleppo. Era in ritardo, tremendo ritardo, ma in quel momento voleva solamente godersi l'aria fresca di Aleppo. Mancava da quel posto da troppo tempo e voleva godersela il più possibile prima di partire nuovamente.

Ad Aleppo si avvertiva chiaramente la magia nell'aria e l'uomo si sentì come rinato, era sempre bello sentirsi avvolgere da tutta quella magia e le sensazioni aumentavano più tempo passava lontano dalla sua casa.

-Elar- l'uomo si girò sentendosi chiamare e sospirò sconsolato vedendo che lo aveva appena chiamato una guardia reale.

-non posso mettere piede ad Aleppo che subito mi individuate- borbottò l'uomo che con un gesto naturale della mano spostò il ciuffo rosso di capelli che gli stava davanti al volto rivelando i suoi occhi verdi come gli smeraldi.

-è impossibile non avvertire la vostra presenza qui. La vostra magia si sente per quanto è potente- rispose il soldato facendo incrociare le braccia al petto a Elar e in questo modo anche il ciuffo rosso che l'uomo si era spostato ricadde sul suo volto nascondendo una parte della cicatrice che Eler aveva sulla guancia sinistra. Quella cicatrice poi proseguiva giù per il collo e scompariva dietro la camicia nera che stava indossando in quel momento. La cicatrice era anche un segno che permetteva alla gente che non lo conosceva di individuarlo subito come Elar.

-vi devo portare al castello. Ordini del re- continuò la guardia.

-si lo so- sussurrò Elar che si era aspettato una cosa del genere da Yasuo. Si arrabbiava sempre con lui quando non andava subito a fare rapporto e soprattutto quando non si faceva sentire per molto tempo. E in quel caso era nei guai visto che mancava da Aleppo da quasi un anno. Aveva avuto bisogno per un po' di non pensare a niente e quindi aveva deciso di partire senza dire niente a nessuno e Yasuo si sarebbe di sicuro infuriato.

Elar allora decise di seguire la guardia che lo stava scortando verso il palazzo utilizzando ovviamente la via principale e così tutti gli occhi si puntarono sul rosso. Elar poteva tranquillamente teletrasportarsi nella sala del trono visto che Yasuo gli aveva svelato il segreto per farlo anni prima, quando ancora entrambi erano due ragazzini senza responsabilità sulle spalle, ma non sarebbe stato molto giusto nei confronti del povero soldato che lo stava scortando.

-da qui posso anche andare da solo, non scappo- disse Elar una volta arrivati difronte al palazzo. Il soldato fece per dire qualcosa, molto probabilmente protestare, ma non fece in tempo visto che Elar era già sparito all'interno del palazzo. Infondo il rosso conosceva ormai a memoria quei corridoi e non aveva bisogno dell'aiuto di nessuno per poter arrivare alla sala del trono.

Ma la sala del trono non la raggiunse visto che il rosso ghignò a metà di un corridoio vedendo Garen che camminava verso di lui con la testa rivolta al libro che in quel momento stava leggendo impedendo quindi al principe di accorgersi della presenza del suo maestro.

Si, perché Yasuo aveva insistito con il rosso per far in modo che diventasse il maestro del figlio sia per l'utilizzo delle armi che per quello della magia visto che Elar era sempre stato il migliore di tutta Aleppo.

-vostra altezza quante volte vi ho detto di non distrarvi?- chiese allora a gran voce il rosso facendo alzare di scatto lo sguardo grigio del biondo dal libro.

-ELAR- gridò quasi Garen sorpreso. Non immaginava che avrebbe rivisto il suo maestro quel giorno anche se in realtà Elar andava e veniva a suo piacimento.

-cosa c'è di così importante in quel libro? Posso aiutarti?- chiese allora Elar avvicinandosi al biondo e prendendogli il libro dalle mani cercando di capire cosa fosso. Non gli servirono più di tre secondi per capire che era un libro su Mussasur.

-stavo facendo ricerche. Dove sei stato?- chiese Garen incrociando le braccia al petto. Elar invece chiuse di scatto il libro.

-in giro a raccogliere informazioni come sempre. Perché sei interessato a Mussasur?-

-mi sono sposato- rivelò Garen. Elar era partito qualche giorno prima che la lettera della regina Elise arrivasse ad Aleppo e quindi l'uomo non sapeva niente del suo matrimonio e soprattutto che era diventato padre.

-con quello stronzo di Fanchou? Congratulazioni- disse Elar alzando gli occhi al cielo. Come tutti non aveva mai sopportato Fanchou.

-no, con il principe di Mussasur. E io e Fanchou ci siamo lasciati, è una storia lunga- sospirò il principe ridacchiando per come il suo maestro aveva chiamato Fanchou perché il rosso aveva terribilmente ragione.

-con il principe di Mussasur? E quando? Come?- Elar era sconvolto. Aleppo non aveva mai accettato delle alleanze e gli sembrava davvero tutto troppo strano.

-è una storia lunga- disse nuovamente Garen -se avessi aspettato solo qualche giorno prima di partire di nuovo per chissà dove sapresti tutto-

-quando ti sei sposato?-

-poco dopo la tua partenza- rivelò Garen mentre Elar annuiva.

-e la discendenza? Hai detto che è un principe, come farai?- chiese ancora Elar cercando di dimostrarsi davvero preoccupato per la cosa visto che lui sapeva che tutti i ragazzi di Mussasur erano degli Iswa.

-non ti preoccupare per quello, mio marito può avere figli-

-ah quindi sai degli Iswa- si lasciò fuggire l'uomo per poi maledirsi da solo mentre Garen lo guardava curioso.

-tu lo sapevi?- chiese il principe sconvolto -ho letto tutti i maledettissimi libri che abbiamo su Mussasur e nessuno accennava alla cosa!-

-si l'ho scoperto qualche anno fa- disse il rosso grattandosi dietro la testa a disagio.

-e perché non hai detto niente?- chiese ancora Garen -era un'informazione importantissima!-

-perché mi è passata di mente!- mentì Elar, aveva giurato anni addietro di non farne parola con nessuno degli Iswa e avrebbe mantenuto la sua promessa.

-non può passarti di mente una cosa così importante e poi quando è stata l'ultima volta che sei stato a Mussasur?-

-quasi diciott'anni fa- sussurrò il rosso mentre il suo sguardo smeraldo si andava ad incupire.

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