42 || 𝐔𝐍𝐀 𝐏𝐄𝐑𝐒𝐎𝐍𝐀

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«Ragazzi, è ora di decorare l'albero» Louis battette le mani con convinzione, attirando l'attenzioni di tutti

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«Ragazzi, è ora di decorare l'albero» Louis battette le mani con convinzione, attirando l'attenzioni di tutti. I ragazzi erano finalmente riusciti ad accendere il camino, dopo varie imprecazioni e bestemmie da parte loro. Avevamo sistemato i bagagli nel migliore dei modi, Harry mi aveva ripetuto quanto fossi bella quel giorno e io scossi la testa divertita tutte le volte, mormorandogli un 'sei cieco'.

«Siamo sicuri si possa fare?» Niall alzò il sopracciglio insicuro. Louis lo guardò scocciato, prima di sospirare con forza.

«C'era espressamente scritto nell'e-mail,» annunciò chiaro «ma poi, anche se fosse, che ti frega? Ormai siamo qui!» esclamò scuotendo le spalle. Guardai il dialogo con aria divertita, soprattutto quando Sophie intervenne. Era ancora tremendamente arrabbiata con Niall, non riusciva a perdonargli il fatto che le avesse distrutto un'intera valigia, costringendola a gettare tutti i suoi vestiti in delle buste di plastica bianca. 'Scommetto che non sono nemmeno biodegradabili!' esclamò frustrata.

«Dice così perché gli pesa il culo per fare l'albero»  scrollò le spalle con nonchalance, facendo alzare gli occhi al cielo al biondo. Harry rise dietro di me, mentre le sue mani accarezzavano i miei fianchi.

«Va bene, perché non fate— che so, una tregua di Natale?» alzò un sopracciglio divertito, riuscii a guardarlo dal riflesso della finestra che avevo proprio di fronte. Le tende erano spalancate, le avevo aperte io nella speranza di poter vedere la neve cadere. Nonostante fossero le cinque del pomeriggio, il sole era già calato e le luci natalizie che addobbavano il giardino della baita si accesero tutto d'un tratto.

Niall comunque sbuffò, informando e ricordando che quello ad aver iniziato non era stato lui, bensì Sophie -che chiaramente negò, ma poi accordò per la tregua-.

«Okay, iniziamo allora» Louis annunciò entusiasta «Liam, accendi la tv e metti le canzoni natalizie a tutto volume! Oggi è il mio compleanno, si fa come dico io» ordinò soddisfatto, pieno di sé e con aria di superiorità ed io risi di gusto. Alzai e girai il capo in modo da guardare Harry dal basso, e lui abbassò di poco il volto per permettermi di poterlo guardare negli occhi. Abbozzò un sorriso, prima di posare le labbra sulle mie in un dolce bacio. Ci incamminammo verso l'albero dopo il richiamo furioso di Louis, che ci incoraggiò a continuare i nostri 'fattacci' -testuali parole- un'altra volta. Ci mettemmo all'opera, tra palline di diverse dimensioni e luci di tutti i tipi.

Le canzoni di Natale scorrevano sullo schermo della tv, portando ognuno di noi a cantare o ballare su qualche pezzo particolarmente movimentato come Jingle Bell Rock. Adoravo ascoltare le canzoni natalizie durante l'allestimento dell'albero, con mia mamma era tradizione. Mi morsi lentamente il labbro a quei ricordi, stringendo la piccola palla bianca che tenevo tra le mani. Mi guardai in essa, un'immagine distorta, e mi chiesi se in qualche modo la vicenda di mia madre mi avesse cambiata in qualche modo. Non avrei voluto diventare qualcuno privo di emozioni, non avrei voluto privarmi di dare amore solo perché in passato nessuno era stato capace di farmi sentire amata, importante.

Sentii due mani cingermi i fianchi, e qualcuno comparire alla mia destra. Harry si era abbassato verso di me, poggiando il mento sulla mia spalla.

«Qualcosa non va?» mormorò nel mio orecchio. Presi un respiro profondo chiudendo gli occhi e riempiendo i miei polmoni, prima di trattenerlo un po' e poi cacciare tutta l'aria fuori lentamente.

«Sto — bene, solo dei ricordi» mormorai abbozzando un sorriso. Harry allora si allontanò da me, sorpassando il mio corpo e palesandosi di fronte a me. Mi prese le mani dolcemente, ma non prima di aver appeso la pallina bianca che avevo tra le mani.

«Sai una volta cosa mi ha insegnato una persona?» domandò retoricamente. Lo guardai confusa, facendo qualche passo indietro per allontanarci di poco dagli altri. Fui sicura comunque che non potessero sentirci a causa della musica e dei loro schiamazzi, ma fu decisamente meglio così.

«Che il tuo passato non definisce la persona che sei ora» annunciò guardandomi negli occhi. Sentii il cuore tremare e non seppi se fu a causa delle sue parole o dei suoi pollici che lentamente accarezzavano il dorso della mia mano.

«Può scalfirti, è vero, ma sei sempre davanti ad una scelta: puoi lasciare che il tuo passato abbia il controllo su di te o puoi lasciare che rimanga tale, mentre tu migliori ciò che sei, evitando proprio che le azioni del passato si possano ripetere in futuro» Harry spiegò con calma, cullandomi con il suo tocco. Ammirai il suo volto illuminato dalla luce fioca del camino, mentre i suoi capelli erano legati in uno dei suoi chignon. Restai in silenzio ad ascoltarlo, avrei voluto sentire la sua voce bassa e roca per tutta la mia vita. Non mi sarei mai stancata di sentire il suono delle parole uscire dalle labbra di Harry in modo lento, anche quando il suo tono era arrabbiato, anche quando non riusciva a scandire bene le parole a causa della troppa stanchezza o del troppo piacere.

«E sai chi è questa persona che mi ha insegnato ciò?» domandò in un sussurro, lasciando dolcemente una mia mano cadere lungo il mio corpo, mentre la sua si spostava al lato della mia faccia per spostarmi una ciocca di capelli dietro l'orecchio. Lo guardai con le sopracciglia aggrottate, in confusione, così lui continuò a parlare.

«Tu» tagliò corto, le sue iridi verdi erano puntate nelle mie «tu sei quella persona, Bel, e non sai quanto sia grato di averti nella mia vita. Non lasciare che i ricordi ti rovinino la giornata, non fare il mio stesso errore.»

Lo guardai con ammirazione, vedendo un ragazzo totalmente diverso rispetto a quando i nostri sguardi s'incontrarono per la prima volta. Più maturo, più spensierato, un ragazzo che cercava di migliorarsi ogni giorno di più, per evitare di cadere nell'oblio. Così, in un gesto istintivo, mi gettai tra le sue braccia, inspirando il profumo della pelle del suo collo, non desirando altro nella vita. Le braccia forti di Harry mi strinsero in un caloroso abbraccio, alzando il mio corpo in modo da farmi toccare solo con le punte sul parquet marroncino della baita. Spostai lo sguardo su Judie, intenta a fare l'albero insieme agli altri ma che non mancò l'occasione di regalarmi un dolce sorriso. In un frangente di secondo, con la coda dell'occhio, notai qualcosa al di fuori della finestra e, quando realizzai, fu quasi come se i miei occhi si illuminassero tutto d'un tratto.

«Questa canzone è la mia preferita, Liam a tutto volume dai!» Louis urlò entusiasta, costringendo Liam ad alzare ancora di più il volume alla riproduzione di Silent Night.

Mi staccai subito da Harry, prendendolo stavolta io per mano.

«Vieni con me» mi limitai a dire, trascinandolo all'esterno della casa.

𝐋𝐎𝐒𝐈𝐍𝐆 𝐆𝐀𝐌𝐄 || 𝐇.𝐒.Where stories live. Discover now