32 || 𝐒𝐎𝐋𝐎 𝐏𝐄𝐑 𝐈 𝐓𝐔𝐎𝐈 𝐎𝐂𝐂𝐇𝐈

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Mi svegliai di soprassalto sul letto della soffitta, Harry non era più al mio fianco e il plaid non copriva più il mio corpo, almeno non del tutto

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Mi svegliai di soprassalto sul letto della soffitta, Harry non era più al mio fianco e il plaid non copriva più il mio corpo, almeno non del tutto. Corrugai la fronte prima di passarmi una mano sulla faccia intontita. Mi sforzai ad allungarmi verso il lato del letto, dove avevo lasciato il mio telefono poco prima. Il display segnava l'una del mattino e l'unica cosa che al momento ricordavo lucidamente era la mia testa sul petto di Harry e la sua mano che accarezzava lentamente i miei capelli. Dopo quei baci non avevamo detto più niente, semplicemente ci eravamo guardati negli occhi sorridendo timidamente.

Notai ancora una volta la finestra aperta quando sentii una voce provenire da fuori e mi voltai verso di essa. Non ci volle molto per sapere di chi fosse quella voce che, seppur così silenziosa, si faceva riconoscere. Mi alzai lentamente a causa della mia assurda curiosità, sapevo che Harry stesse cantando qualcosa. Corrugai la fronte quando mi appoggiai alla finestra silenziosamente, non riuscendo a capire di qualche canzone si trattasse.

Harry manteneva in mano una matita e riuscii a vedere, anche solo per qualche secondo, il suo diario aperto sulle gambe. Mi morsi il labbro quando il ragazzo cancellò con forza qualcosa per poi continuò a scrivere. Una volta concluso, iniziò ad intonare quella melodia a me sconosciuta. Mi impegnai a capire le parole che venivano quasi sussurrate dal ragazzo e pensai lo stesse facendo per non svegliarmi.

Pay attention, I hope that you listen
'Cause I let my guard down
Right now I'm completly defenceless
For your eyes only
I'll show you my heart
For when you're lonely
And forget who you are
I'm missing half of me
When we're apart
Now you know me
For your eyes only

Harry concluse la sua piccola melodia e sorrisi. Era ovvio che non avessi capito di quale canzone si trattasse, non l'avrei mai potuto capire. L'autore di quel testo era proprio Harry, fui sorpresa nel capire la sua abilità in quello che più amava fare.

«Quindi è questo quello che scrivi in quel diario» annunciai timidamente, causando un sobbalzo nel ragazzo e la chiusura frettolosa del diario, tipico di Harry quando veniva sorpreso con quell'oggetto.

«Non avresti dovuto sentire» mi rimproverò serio. Si alzò in pochi secondi, raggiungendomi poi all'interno della soffitta. Indietreggiai di qualche passo per dargli lo spazio di scavalcare la finestra e fare irruzione nella stanza, non spostando mai lo sguardo dai suoi movimenti.

«Io penso che tu sia veramente bravo, invece» incalzai quando inclinai la testa di poco per osservarlo meglio. Aprì velocemente il suo zaino, gettando il diario all'interno e poi richiudendolo con un piccolo lucchetto.

«Non voglio che tu lo apra, Annabel, promettimelo» Harry si voltò verso di me con aria severa, nonostante i suoi occhi mi stessero pregando per davvero. Pressai le labbra di poco, sospirando.

«Te lo prometto,» mormorai controvoglia «ma voglio che tu sappia che hai davvero la stoffa per la musica, Harry, dovresti farne qualcosa di concreto» annunciai sincera, i nostri sguardi erano incatenati tra loro. Le labbra di Harry si schiusero a causa della sorpresa, le sue braccia cadevano lungo il corpo, i suoi occhi erano improvvisamente lucidi e non sapevo perché. Annuii di poco, poi un piccolo sorriso si aprì sulle sue labbra.

«Me lo diceva sempre anche mia madre» tagliò corto. Forse non se ne rese completamente conto, ma la sua voce si ruppe in un punto indeterminato della frase, lacerandomi il cuore. In quel momento mi accorsi di quanto io mi fossi aperta con lui riguardo la mia situazione familiare, al contrario suo. Era chiaro che non avessi raccontato tutto, c'erano cose che ancora mi tormentavano e che mi avevano costretta ad andare via dal mio quartiere ma che non sapevo quando sarei riuscita a raccontare. Forse non l'avrei fatto mai, e per questo capivo un po' Harry. Non osai domandare altro, non l'avrei fatto in quel momento.
Mi avvicinai lentamente a lui prima che posasse le sue grandi mani sulle mie guance.

«Hai promesso, Annabel» mormorò Harry guardandomi negli occhi. Accarezzai la sua mano, poi mi avvicinai per posare un dolce e leggero bacio a fior di labbra.

«Te l'ho promesso, Harry, e così sarà» annunciai seria. Ero stata sempre una ragazza di parola e nonostante la curiosità che stavo provando in quel momento, non avrei mai fatto nulla che avesse potuto infrangere quella promessa. Mi illusi che quella canzone fosse stata scritta per me, immaginavo l'espressione di Harry attenta mentre cercava le parole adatte per esprimere i suoi sentimenti.

«Ci sono troppe cose che non voglio escano fuori» mi informò quando le nostre fronti entrarono in contatto. Le mani di Harry erano ancora sulle mie guance, mentre io mi mantenevo ai suoi polsi.

«Cos'hai paura che le persone possano scoprire, Harry?» domandai con voce preoccupata. Il ragazzo si prese del tempo per sé stesso, lasciando che il buio della notte ci avvolgesse.

«La mia testa, i miei pensieri, i miei sentimenti» sussurrò sulle mie labbra. Chiusi gli occhi a quelle parole capendo che ognuno, alla fine di tutto, aveva delle paure. Paure che potevano essere banali come la mia paura del buio, ma altre che erano molto più grandi di noi, come quella di Harry. Ormai lo avevo capito, avevo imparato a conoscerlo e quella frase era stata solo la conferma che stavo cercando.

«Sei molto di più delle tue paure» mormorai accarezzandogli il braccio. Potei sentire uno sbuffo da parte di Harry, e fui felice di vedere un piccolo sorriso sulle sue labbra.

«Non sarò io a giudicarti, sono qui per conoscere il vero te. Non mi interessa dell'apparenza, Harry. Io so che tu sei molto di più. E se pensi che cantare le canzoni che scrivi sia troppo per te allora non farlo, non cantarle, ma prendi in considerazione l'idea di farlo diventare un lavoro perché so che puoi fare grandi cose» sussurrai con calma mentre il respiro di Harry riscaldava le mie labbra «sarò sempre la tua fan numero uno».

Harry, a quelle parole, strinse gli occhi sorridendo e così mi lasciai scappare una risata. Non ci volle molto prima che le nostre labbra si toccassero di nuovo dopo qualche ora di astinenza e ogni volta mi pareva la prima. Era come se, in realtà, le labbra di Harry cambiassero ad ogni bacio: cambiando sapore, consistenza, grandezza. Questo mi portava a voler sempre di più quel contatto.

«Prima ero serio» dichiarò quando con un gesto per me troppo veloce nonostante la sua lentezza effettiva si allontanò da me. Lo guardai interrogativa, chiedendogli poi di cosa stesse parlando. Harry mi guardò negli occhi leccandosi le labbra, prima di parlare incerto.

«Mostrerò il mio cuore, ma solo per i tuoi occhi»

𝐋𝐎𝐒𝐈𝐍𝐆 𝐆𝐀𝐌𝐄 || 𝐇.𝐒.Where stories live. Discover now