34 || 𝐕𝐄𝐍𝐄𝐑𝐃𝐈'

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Il Venerdì arrivò, e quindi la mostra dove Zayn avrebbe partecipato

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Il Venerdì arrivò, e quindi la mostra dove Zayn avrebbe partecipato. Judie era da Liam già un po', io invece avevo deciso di recuperare le lezioni che avevo saltato per stare con Harry. Guardai velocemente l'orologio che segnava le diciotto in punto, tra mezz'ora la mostra sarebbe iniziata e io dovevo ancora vestirmi. Aggiustai il mascara che per sbaglio avevo fatto colare quando per fare velocemente mi ero accecata con la matita nera, poi mi guardai di nuovo allo specchio.

La voce di Harry dall'altro lato della porta insieme alle sue nocche che bussavano su di essa mi fecero sussultare.

«Cazzo» mormorai guardandomi intorno. Ero ancora in intimo, avrei dovuto infilare il vestito rosso ma non avevo il tempo. Afferrai l'asciugamano e la allacciai intorno al corpo prima di andare ad aprire la porta al ragazzo.

«Scusami, ho fatto tardi ma ho perso la cognizione del tempo mentre ricopiavo gli appunti e—» parlai come una furia mentre lasciai Harry sulla porta e tornai dentro cercando di fare il prima possibile. Quando mi voltai verso di lui, però, lo vidi sedersi sul letto silenziosamente, mentre i suoi occhi erano fissi sul mio corpo coperto dall'asciugamano. Sorrisi a quella visione, amavo il suo sguardo su di me. Così ritornai a prestare attenzione al mio corto vestito rosso. Mi posizionai davanti lo specchio, proprio avanti ad Harry, e lasciai cadere l'asciugamano bianco a terra in un solo gesto. Guardai l'espressione di Harry cambiare e la sua pelle delle guance diventare di mille sfumature di rosso. I suoi occhi si sgranarono dalla sorpresa, vagando lussuriosi sulla mia schiena, poi guardandomi attraverso lo specchio. Solo quando incontrò il mio sguardo si accorse dei miei occhi su di lui, così si leccò le lebbra e, abbassandola, scosse la testa sorridendo.

L'angolo della mia bocca si alzò in un ghigno vittorioso, poi mi convinsi ad infilare il vestito per non fare ulteriormente tardi. Guardai un'ultima volta Harry, che si torturava gli anelli con insistenza mentre le sue labbra erano pressate tra di loro e il suo sguardo magnetico era incollato alla mia schiena leggermente scoperta a causa del vestito.

Io ed Harry entrammo mano nella mano nella sala del college allestita per la mostra, dove già si trovavano tutti gli altri ragazzi.

«Annabel, Harry!» Zayn ci accolse sorridente «che bello che siete qui, mi scalda il cuore la vostra presenza» e non potei fare altro che ringraziarlo con la stessa dolcezza che aveva usato lui con noi. Mi voltai verso Harry che mi fece l'occhiolino in modo complice, ci avviammo verso gli altri ragazzi ma Zayn annunciò l'inizio della mostra e così fummo costretti a restare in silenzio e iniziare a porre l'attenzione ai vari fumetti fatti dal ragazzo.

«Questo rappresenta più di tutti quel senso di solitudine che si sente anche quando sei con gli altri, quando tutti sono felici e non si accorgono di quello che stai realmente provando, così sei costretto a far finta di niente e tirare avanti...» Zayn spiegò, costringendomi a trattenere un groppo che mi si era fermato alla gola. Guardai Harry preoccupata, sentii la sua presa stringersi mentre cingeva il mio fianco, poi baciò i miei capelli premurosamente.

«Questo fumetto lo feci qualche tempo fa, quando ancora dovevo capire che la solitudine, in realtà, non è altro che la mia comfort zone. Sto bene quando sono solo, quando devo fare i conti con chi sono davvero. In molti pensano io sia un asociale, ma questo non è vero. Io amo stare con i miei amici, gli voglio un bene dell'anima, e so che loro capiscono questo mio bisogno di starmene per le mie ed è per questo che posso definirli amici» sorrise guardando tutti i ragazzi presenti. Louis, Liam, Harry e Niall sorrisero dolcemente, qualcuno gli urlò anche 'sei il migliore!' e fui quasi sicura si trattasse del biondo.

La mostra finì così, con Zayn che ringraziava tutti i presenti e la gente che pian piano iniziava ad andare via.

«Che ne dite di andare ad un pub nuovo? Ci sono dei miei amici...» Bianca iniziò a parlare mentre ci trovavamo ancora nella sala, si stava decidendo su cosa fare quella sera. Louis alzò lo sguardo, scettico.

«Ma abbiamo il nostro pub» parlò ovvio. Bianca alzò gli occhi al cielo, così intervenne Debby.

«Ma ci andiamo sempre, è ora di cambiare un po' aria!» esclamò scocciata, così Louis la guardò in modo torvo e fu costretto ad accettare quando anche gli altri furono d'accordo con Bianca e Debby.

«Non mi sembra proprio un bel posto» annunciai scettica quando arrivammo nel parcheggio di quel pub che dall'esterno pareva più un tipico motel che era solito vedersi nei thriller. Harry girò la chiave per spegnere la macchina, poi guardò tutti gli altri scendere dalle auto e raggiungere la porta d'ingresso mentre io guardavo il ragazzo confusa.

«Ragazzi! Allora?» Judie urlò verso di noi da lontano, così Harry aprì la portiera e parlò.

«Vi raggiungiamo tra poco, dobbiamo parlare di una cosa importante!» urlò in risposta, costringendo Judie ad annuire confusa per poi entrare.
Corrugai la fronte a quelle parole, non mi pareva che qualcosa tra di noi fosse cambiato nell'ultimo periodo. Si tolse la cintura di sicurezza ed io lo seguii, copiando ogni suo movimento.

«Di cosa dobbiamo par-» la sua bocca finì sulla mia nel momento in cui, per l'ennesima volta, stavo formulando una domanda a cui lui non avrebbe risposto. Le sue mani mantenevano le mie guance, stringendomi il volto e avvicinandomi sempre di più a lui. Le sue labbra vagavano lussuriose sulle mie, bagnandole.

«Non riuscivo a resistere più» parlò con voce roca prima di attaccare di nuovo le sue labbra sulle mie. Aprii la mia bocca per concedergli l'accesso completo ad essa, la sua lingua si scontrava con la mia pericolosamente. I finestrini cominciavano ad appannarsi sempre di più a causa dei nostri respiri, del calore che i nostri corpi stavano producendo.

Harry si spinse indietro, lasciandomi sconvolta mentre guardavo i suoi movimenti veloci. Con un gesto veloce la sua mano arrivò sotto al sedile solo per spingerlo più indietro e fare più spazio, poi ritornò su di me, le sue mani raggiunsero il mio bacino e mi trascinarono su di lui, posizionandomi sul cavallo dei suoi pantaloni che ora stavano iniziando a sembrare troppo stretti.

Le sue mani raggiunsero le mie natiche, stringendole. Questo gesto lo portò a gettare la testa all'indietro, facendola scontrare con il poggiatesta. Iniziò lentamente a dettare i movimenti del mio bacino, facendo scontrare le nostre intimità che venivano divise dagli indumenti. Aprii leggermente la bocca a quel contatto così veritieri nonostante tutto, mentre il respiro di Harry faticava ad essere regolare. Le sue labbra rosse erano separate, mentre i suoi occhi erano chiusi in modo da far scontrare le sue lunghe ciglia. Chiusi gli occhi quando mi costrinse ad aumentare la velocità dei movimenti, facendomi ansimare rumorosamente.

«Cazzo— Annabel,» Harry ansimò, fermando d'improvviso i movimenti. Lo guardai confusa mentre mi tenevo in equilibrio grazie alla presa sul poggiatesta. «Usciamo da qui o non sarò più presentabile» sbuffò un sorriso, lasciando cadere la testa sul sedile. Ridacchiai imbarazzata, non avrei voluto farlo in quella macchina nel bel mezzo di un parcheggio dove tutti avrebbero potuto vederci, ma le sue mani su di me, in quel momento, sembravano essere proprio al posto giusto.

Così scendemmo dall'auto, con Harry che si aggiustò imbarazzato il cavallo dei pantaloni ed io che portavo i capelli dietro le orecchie. La mano del ragazzo raggiunse la mia, stringendola. Mi attirò in un nuovo bacio, questa volta molto più casto, prima di posare la sua bocca sulla mia fronte ed avviarci verso quel pub che incuteva in me non poco timore.

Le nuvole iniziavano a far capolino, e sapevo che quando esse si presentavano il mio umore era costretto a cambiare in un modo o nell'altro. Sospirai rumorosamente, facendo finta di niente e sperai che tutto potesse andare per il meglio.

𝐋𝐎𝐒𝐈𝐍𝐆 𝐆𝐀𝐌𝐄 || 𝐇.𝐒.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora