12 || 𝐒𝐆𝐔𝐀𝐑𝐃𝐈

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«Ma quanto ci avete messo?» Sophie urlò in lontananza non appena arrivammo sotto l'ombrellone

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«Ma quanto ci avete messo?» Sophie urlò in lontananza non appena arrivammo sotto l'ombrellone. Aveva i capelli legati in una crocchia con una bandana con delle strane fantasie sopra, tipico di Sophie.

«Abbiamo avuto dei problemi tecnici» cantilenai, gettando un'occhiataccia a Harry che scosse le spalle sorridente. Sospirai stanca, prima di lanciare il pallone ad una Sophie abbastanza confusa dalla mia risposta.

Lasciai correre i vari commenti che arrivarono dopo, così come fece anche Harry, e finalmente tolsi di nuovo quel pantaloncino così stretto e opprimente.

«Non vieni a fare il bagno?» Louis si avvicinò alla mia sdraio, guardandomi dall'alto mentre cercavo di prendere quel sole che mi era stato levato a causa di quello stupido pallone. Nonostante questo, però, ci pensai su. In fin dei conti avevo bisogno di un po' di freschezza dopo la sudata con Harry.

«Mhh..» ci stavo seriamente pensando ma la mano di Louis afferrò il mio polso con violenza, tirandomi a sé. Fui costretta ad alzarmi in un attimo e non fui sicura di capire quello che stesse succedendo fino a quando Louis non urlò un «dai, andiamo!».

Mi guardai indietro solo per gettare gli occhiali da sole sulla sdraio mentre venivo trascinata da Louis verso l'acqua. In quei pochi attimi, però, mi parve di vedere una strana luce negli occhi di Harry, che intanto ci guardava intensamente dal suo ombrellone.

L'acqua era chiaramente congelata ma Louis non aveva avuto pietà di me, prendendomi in braccio e gettandomi a capofitto. Dopo parecchi insulti da parte mia, riuscii finalmente ad abituarmi alla temperatura e ora quasi mi stavo godendo quella tranquillità che mi davano le onde del mare mentre mi trasportavano.

«Harry ci ha ammazzato con lo sguardo prima» dichiarai preoccupata, cercando di trovare con lo sguardo gli altri ragazzi sotto gli ombrelloni.

«Che vuoi dire?» domandò Louis con le sopracciglia aggrottate. Mi voltai verso di lui prima di scrollare le spalle.

«Non ne ho idea, più cerco di capirlo più sono confusa. Prima abbiamo avuto uno strano diverbio sull'amore, non credo sia una persona molto ottimista» mormorai insicura, scrutando l'espressione di Louis che cambiava sempre di più ad ogni mia parola. Non avrei saputo descriverla, ma sicuramente stava pensando a qualcosa che non avrebbe voluto dirmi. Le sue labbra formarono una linea sottile, il suo sguardo a volte era evasivo. Alla fine, dopo un sospiro, parlò.

«Non lo so» si limitò a dire, prima di voltare la testa verso Liam e Judie che si stavano divertendo schizzandosi l'acqua.

«È salata, dai!» Judie urlò di nuovo tra le risate, mentre strofinava con forza i suoi occhi che bruciavano per il sale dell'acqua del mare. Liam non si curava delle sue parole, infatti continuava imperterrito, e Louis andò in soccorso, difendendo la povera ragazza.

Guardai la scena divertita, in fondo non era una brutta giornata.

«Quindi, dici che questo mi sta bene?» Judie mi si parò davanti, il suo vestito nero aderente che metteva in risalto tutte le sue curve arrivava fino a metà coscia, con qualche paillettes qua e là. Avevamo deciso -o meglio, Louis aveva deciso- di andare ad una festa organizzata dal lido di fianco.

«Sì, immagino già l'epilogo della tua serata» ridacchiai quando la guardai con aria furba. Lei aprì la bocca sconvolta, sgranando gli occhi.

«Annabel!» urlò divertita «per chi mi hai preso?» e sapevo benissimo mi stesse solo prendendo in giro.

«Per una ragazza che mangia con gli occhi un altro ragazzo,» alzai un sopracciglio «e conosciamo tutti il suo nome». Judie scoppiò in una fragorosa risata, prima di darmi uno schiaffetto. Il suo silenzio, però, fu la mia conferma. Judie era davvero presa da Liam e sperai che il sentimento fosse davvero ricambiato.

Mi guardai allo specchio, cercando di togliere ogni piega al mio vestito celeste. Era abbastanza aderente ma cadeva morbido, con uno strato superiore in tulle trasparente e delle piccole decorazioni rosse di tanto in tanto. Piccole rose, per l'esattezza.

«È la quinta volta che ti guardi allo specchio, chi hai deciso di conquistare?» Judie parlò dall'altro lato della stanza, mentre applicava gli orecchini. Sorrisi alla sua domanda prima di raggiungerla, quella sera avrei messo una collana di perle per completare il tutto.

«Proprio nessuno» scossi la testa mentre applicavo la collana, cercando di far attaccare il gancio.

«Sì come no, Judie non è l'unica che mangia con gli occhi qualcuno e viceversa» Sophie fece capolino nella stanza, fino a pochi minuti prima era nel nostro bagno per vestirsi. Il suo vestito lungo giallo, con dei girasoli sopra, rispecchiava esattamente la sua personalità.

«Di cosa parli?» domandai corrugando la fronte, mentre il mio corpo già si voltava verso di lei.

«Parla di te e Harry, Annabel, è chiaro ormai» Judie s'intromise con un'alzata di spalle e non seppi perché, ma il mio cuore iniziò a battere sempre più velocemente. Forse per il suo nome, forse perché il suo sorriso comparve improvvisamente davanti ai miei occhi. Non dissi nulla, comunque, mi limitai ad un "voi siete pazze", prima di uscire dalla stanza sentendo i loro borbottii.

«Qui è bellissimo, comunque» mormorai guardandomi intorno. Finalmente eravamo arrivati, c'era una grande pista da ballo con delle luci calde che scendevano dai fili incrociati e attaccati ai pali che erano posti agli angoli del grande spazio. Non mancavano certo i divanetti o i tavoli. Mi guardai intorno, tutte le persone presenti erano vestite in modo strano, avrei detto vintage, e mi sembrò di fare un salto nel passato.

«Perché tutti sono vestiti così?» Bianca parlò scocciata, mentre con un sopracciglio alzato guardava la scena. Nessuno seppe rispondere, tutti restavano zitti. Mi guardai ancora una volta intorno: c'era un'orchestra, delle coriste, un cantante con un microfono anni... sessanta? Corrugai la fronte, stranita, fino a quando non spostai lo sguardo sul grande cartellone posto dietro la band che diceva: "Ritorno agli anni 60". Scossi la testa divertita.

«Louis,» lo richiamai, ricevendo un suono gutturale come risposta per farmi capire che stesse ascoltando «sapevi fosse una festa a tema?» domandai divertita.

«E io lo sapevo! Guarda se non è sempre lui!» Daisy urlò, gettando le braccia al cielo.

«Ma io che cazzo ne so scusa!» esclamò Louis sentendo le lamentele di tutti.

«Siamo appena arrivati in una serata anni sessanta» annunciai divertita, prima di voltare lo sguardo di nuovo sulla pista che ora si stava riempiendo di gente pronta a sfrenarsi.

𝐋𝐎𝐒𝐈𝐍𝐆 𝐆𝐀𝐌𝐄 || 𝐇.𝐒.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora